COSENZA Via Oberdan, nei pressi del fiume Busento – nel cuore della città di Telesio – è la piazza dello spaccio di droga. Lo hanno scoperto gli agenti della Mobile che martedì mattina hanno eseguito sette arresti nell’ambito dell’operazione Oberdan – che prende nome proprio dal nome della strada – su richiesta della Procura di Cosenza. Sono state emesse sette misure cautelari: cinque in carcere e due ai domiciliari. Sono finiti in carcere: Daniele Perri; Enrico Toscano; Pietro Le Piane; Alberto Prisco e Salvatore Muoio. Disposti i domiciliari per Giuseppe Carmelo Perri; Francesco Perri.
Un’indagine – coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo e dall’aggiunto Marisa Manzini condotta dal sostituto Giuseppe Cozzolino – che ha portato alla luce uno smercio di droghe – sia pesanti che leggere – che aveva tra gli assuntori, oltre a ragazzi e tossicodipendenti, anche professionisti tra i quali avvocati, impiegati di banca e persino anziani. Proprio questi ultimi – secondo quanto evidenziato dagli inquirenti – avrebbero fatto uso di droghe per migliorare le proprie prestazioni sessuali.
SPACCIO NELLA COSENZA BENE È lo scorso 8 febbraio del 2017 quando un consumatore abituale di droga racconta agli agenti della Mobile come e quando acquistava cocaina ed eroina proprio in via Oberdan. Dove spesso si accompagnava a un giovane avvocato. Tutto ruotava – secondo le indagini – alla famiglia Perri che abita in via Oberdan e da lì avrebbe smerciato dosi di cocaina ed eroina.
Sono tanti i clienti dei pusher arrestati. E non mancano anche esponenti di quella che gli inquirenti hanno definito la borghesia dei professionisti. Ci sono anche giovani professionisti che poi – sentiti come testimoni – raccontano agli investigatori di aver iniziato a fare uso di stupefacenti per “crisi familiari”. Alcuni però non hanno voluto rivelare agli agenti della Mobile l’identità del loro spacciatore perché “intimoriti per possibili ritorsioni”. A volte lo scambio della droga avveniva proprio davanti alla Prefettura di Cosenza in piazza XI Settembre.
Capitava che a consegnare la cocaina, nascosta nel cellophane, erano anche donne. Lo confermavano gli stessi clienti pedinati e poi fermati dai poliziotti durante i controlli. C’era chi durante i controlli provava a nascondere la droga sotto la cintola dei pantaloni.
A rifornirsi di dosi – principalmente di cocaina – dalla famiglia Perri erano sia professionisti, che tossicodipendenti che giovani disoccupati che vedevano nella droga un rifugio dai loro problemi. Una dose di cocaina veniva acquistata per circa venti euro.
Ma c’era anche chi acquistava dosi di cocaina a 150 euro e questo avveniva con cadenza settimanale. L’intensa attività di indagine ha portato al sequestro di diversi quantitativi di droga anche nei piccoli centri dell’hinterland come Marano Marchesato.
mi. mo.
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