CATANZARO «Un concerto sorprendente solo per chi non li conosceva. Un una miscela di rock e musica elettronica, un mix intelligente ed esplosivo con arrangiamenti straordinari, testi profondi e musicisti eccelsi».
Così il direttore artistico del Festival d’Autunno Antonietta Santacroce, definisce l’esibizione dei Baustelle, esclusiva assoluta del Festival e penultimo appuntamento della sessione estiva di questa quindicesima edizione. Che si concluderà il prossimo 10 agosto a Soverato con un altro grande ospite, Max Gazzè. Per la prima volta il Festival lascia Catanzaro e lo fa per i noti problemi di natura logistica che sono sopraggiunti con il diniego, da parte delle autorità competenti, della location destinata allo svolgimento del cartellone.
«Come sapete – spiega Santacroce – i concerti avrebbero dovuto tenersi sulla Terrazza del San Giovanni, un’area splendida dal punto di vista scenografico. L’idea di questa “summer edition” era quella di ravvivare il centro storico della città in un mese, luglio, in cui solitamente si spopola. Per questo abbiamo coniato l’hastag #ilritmoalcentro e abbiamo sottoscritto anche delle convenzioni con gli operatori del food & beverage affinché fossero pronti ad ospitare il pubblico calabrese e dei turisti. Ma ad appena due giorni dall’inizio del Festival, con il concerto di Arisa alle porte, la Commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli ha dato un parere negativo sullo svolgimento della manifestazione nell’area della vecchia fortezza».
A quel punto le strade possibili erano due: cancellare gli eventi o trovare una nuova sede. «Purtroppo nel centro storico non c’era una location all’aperto già autorizzata dalla Commissione per gli eventi musicali e l’iter di approvazione sarebbe stato troppo lungo in relazione ai tempi del Festival che avrebbe debuttato dopo soli due giorni. Ma ho preferito portare avanti il progetto ugualmente, confermandolo nel centro storico di Catanzaro per dare, malgrado tutto, un’opportunità in più alla Città e ai residenti, anziché annullare il cartellone. Sarebbe stato fin troppo facile e scontato. Abbiamo cercato invece un’alternativa. Così, l’unica valida è stata il Politeama. Sapevo – prosegue Santacroce – che in pieno luglio il Teatro poteva sembrare una location inadeguata: c’è voglia di restare all’aperto, di far festa sotto un cielo stellato. Ma era l’unica anche perché il nostro teatro possiede ogni comfort e, alla fine, chi ha preso parte ai concerti li ha vissuti con le stesso entusiasmo della piazza. Ma il 10 agosto – prosegue Santacroce – anche alla luce della tante richieste arrivate, il Politeama sarebbe risultato probabilmente troppo piccolo. Così abbiamo optato per una struttura (la “Summer arena”) che è davvero funzionale per ospitare questo evento».
«Chiaramente sono rammaricata per non aver potuto realizzare gli spettacoli dove li avevo pensati. Anche in termini di comunicazione abbiamo dovuto faticare molto per veicolare il cambio di location. E, probabilmente, abbiamo perso anche in termini di presenze. Tuttavia abbiamo avuto la determinazione di andare avanti superando ogni ostacolo e offrendo, alla città, degli importanti momenti di svago e crescita culturale». Il tutto a costo zero per il Comune.
«A scanso di equivoci e visto che qualche polemica sulle contribuzioni di Palazzo De Nobili è uscita sui social e sulla stampa – prosegue il direttore artistico – vorrei sottolineare che il Festival d’Autunno non ha ricevuto nessun sostegno economico da parte del Comune. Come evento storicizzato partecipiamo, come tanti altri Festival, a un bando pubblico della Regione Calabria – ad oggi in via di espletamento – e quello che è stato fatto in questa edizione lo si è potuto fare contando sulle sole forze dell’Associazione “Donne in arte” e grazie al contributo di alcuni sponsor che hanno scelto di sostenerci».
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