Lo dicevo, io, che il ministro di Reggio, prima o poi, ci avrebbe dato soddisfazione… Tempo c’è voluto e la risposta ai dubbi di tanti, di destra e sinistra sinistra, è arrivata. Molti erano stati, infatti, coloro i quali avevano temuto che la sua appartenenza allo stesso partito dei calabraghe renziani lo avrebbe frenato nei suoi impeti aspromontani verso i clandestini importati dai nuovi negrieri. Questa penna, invece, non ha mai avuto esitazioni nel difendere i tempi più allungati del neoministro degli Interni. Ed ecco arrivare, sotto il sole africano di questo ferragosto sahariano, uno stop sonoro come una sberla alle Ong simpatiche alla signora che, attualmente, è presidente della Camera dei deputati…
Gli africani, dopo una breve passeggiata coi piedi in acqua, vengono riportati a terra (libica) da chi (i libici) ha tutto il diritto – e il dovere – di controllare le proprie acque nazionali. Le navi delle Ong, invece, refrattarie alle leggi italiane e alle regole del buonsenso, tornano a mani vuote, a meno che non vogliano calare le reti per la pesca di qualche tonno.
Minniti ha vinto! Almeno la battaglia del mare. Ora, però, se vuole indossare la nostra penisola, deve (e non dovrebbe) fare pulizia nelle proprie stanze. Soprattutto quelle calabre, dove, negli anni, si è accumulata un bel po’ di rumenta. Una bella spolverata, corposa come la legge sui clandestini, lo eleggerebbe da subito leader indiscusso.
Noi aspettiamo ottimisti e fiduciosi di vedere, fuori dalla porta di casa (sua) i bidoni colmi di tutta quella indifferenziata che, onestamente, non gli serve. Non più!
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