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Emergenza incendi, dubbi e sospetti

La Calabria continua a bruciare, ed è la regione più colpita d’Italia. Seguono Sicilia e Campania. La disperazione corre dai grandi centri fino ai borghi più piccoli.  Il personale degli Enti e istit…

Pubblicato il: 30/08/2017 – 19:32
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Emergenza incendi, dubbi e sospetti
La Calabria continua a bruciare, ed è la regione più colpita d’Italia. Seguono Sicilia e Campania.
La disperazione corre dai grandi centri fino ai borghi più piccoli. 
Il personale degli Enti e istituti preposti al pronto intervento antincendio è stremato: pochi gli uomini, scarsi i mezzi, interventi spesso in piena confusione, centinaia di richieste al giorno, sindaci e cittadini che si buttano a capofitto nei boschi in fiamme, nel disperato tentativo di salvare il salvabile. Più volte si è rischiato la tragedia. Il tutto in un clima di paura e grande confusione. 
Le istituzioni non sono apparse attrezzate a rispondere a questa drammatica emergenza. Del resto sono tanti anni che non si organizza la prevenzione e non si adeguano i soccorsi alle mutate necessità. Si è fatto il possibile, certamente. Ma talune “assenze politiche” sono apparse ingiustificabili agli occhi della gente colpita e duramente provata. Il presidente a Oliverio si è speso anche personalmente e direttamente, perfino sui luoghi del disastro per non far sentire soli i sindaci. Ma ovviamente in un quadro così debole e confuso, il fuoco ardeva e arde ancora senza che niente e nessuno riesca a fermarlo. Siamo così mal ridotti da invocare la pioggia: una danza propiziatrice non è stata ancora organizzata, nemmeno una sana e salvifica processione!
Ha fatto bene il consigliere regionale Bevacqua a presentare una proposta di legge regionale che è destinata a colmare un vuoto legislativo che durava da molti anni. Ma era importante anche  la sua precedente proposta di legge, denominata “Montagna solidale” che interveniva a tutela del nostro patrimonio boschivo. Ma il consiglio regionale, dopo circa due anni, mi pare non abbia inteso nemmeno discuterla!
Quando agosto non è ancora finito, il fuoco spaventa ancora: quasi 6000 gli incendi nella regione,  il doppio del 2016. La provincia di Cosenza è la più colpita. 
Complice un’estate lunghissima e una siccità senza precedenti, sono decine di migliaia gli ettari di boschi ridotti in cenere, con danni gravissimi  anche per la biodiversità della Calabria, danni gravi al patrimonio naturalistico più pregiato, alle aree protette, all’agricoltura già fortemente provata dal caldo torrido e dall’assenza di pioggia da molti mesi. E nessuno è in grado di dirci come le aziende agricole potranno affrontare le prossime stagioni, che si preannunciano molto difficili.
La Calabria paga anni di ritardo nella gestione del patrimonio forestale, mentre le condizioni di abbandono dei boschi si aggravano, e  l’assenza di interventi mirati si fa sentire pesantemente. 
Solo oggi si capisce l’importanza della presenza dell’uomo a difesa del patrimonio boschivo.
Ma che fare, considerato che ben difficilmente avremo altri forestali da assumere per il controllo del territorio? 
La tecnologia ci viene incontro e giorni fa ho fatto una proposta da queste colonne. Ho ricordato come l’Agenzia Spaziale Italiana in cooperazione con il ministero della Difesa, ha sviluppo da diversi anni il sistema Cosmo SkyMed, che si basa su una costellazione di quattro satelliti, in grado di vedere attraverso le nuvole e in assenza di luce solare. Il sistema è in grado di effettuare ogni giorno 450 riprese della superficie terrestre, pari a 1.800 immagini radar ogni 24 ore. Sistema già sperimentato in alcune tragiche catastrofi naturali del 2008 come il ciclone Nargis in Birmania, il terremoto in Cina e gli uragani Hannah e Ike su Haiti. 
Ma c’è una novità, una notizia che ho appena appreso, ma da verificare. È vero o no che nel 2010 la giunta Scopelliti firmò un accordo per utilizzare il il sistema Cosmo SkyMed? E se è vero, chi è perché non diede seguito all’intesa?
Mi pare facile immaginare che con 450 riprese al giorno, pari a 1.800 immagini radar, giorno e notte, avremmo avuto in questi anni un territorio sotto strettissimo controllo, con un monitoraggio in grado di osservare ogni minimo movimento. E non si tratta solo di prevenzione degli incendi. Ma di molto molto di più.
C’è qualcuno della vecchia amministrazione regionale che può confermare o smentire? 
 
*Cda Ismea
 
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