L'Asp di Catanzaro preferisce pagare l'affitto
LAMEZIA TERME Si abbandonano i locali di proprietà aziendale e si favorisce il mantenimento di locali presi in fitto da privati. La spesa annua, non aggiornata, secondo quanto è possibile riscontare…

LAMEZIA TERME Si abbandonano i locali di proprietà aziendale e si favorisce il mantenimento di locali presi in fitto da privati. La spesa annua, non aggiornata, secondo quanto è possibile riscontare sullo stesso sito dell’Asp di Catanzaro (“canoni locazione aggiornati al 2016”) corrisponde a 1.204.166,00 euro. Eppure, l’Asp di Catanzaro possiede un notevole patrimonio in beni di proprietà a Lamezia Terme. Tra questi vi sono l’ex ospedale di colle S. Antonio, con i suoi 11.300 metri quadri, che fino a pochi mesi fa ha ospitato la Compagnia dei carabinieri con un fitto che fruttava circa 90mila euro all’anno. Ed è un paradosso se si pensa che questa struttura è oggi vuota mentre l’Azienda sanitaria ha speso, stando a una determina dirigenziale del 29 marzo scorso, 91.022,78 euro per un semestre di affitto nella ex villa “Mater Dei” destinata a sede di uffici amministrativi. Ed è proprio alla “Mater Dei” che si vogliono trasferire gli uffici di Gestione risorse umane attualmente allocati in immobili di proprietà dell’Asp tra Girifalco e Lamezia.
LA LETTERA DEI SINDACATI La rappresentanza sindacale unitaria dell’Asp di Catanzaro – con una lettera indirizzata al direttore generale Giuseppe Perri e firmata dal coordinatore Bruno Grande e dal segretario aziendale Fp Cgil, Salvatore Arcieri – rende note le ultime disposizioni della dirigenza che mirano a trasferire gli uffici di Gestione risorse umane (Gru) dal complesso monumentale di Girifalco, di proprietà dell’Asp, e dall’ospedale di Lamezia Terme all’ex villa “Mater Dei” di Catanzaro, una struttura privata. «È importante – scrivono – che le strutture dismesse sono state oggetto di ristrutturazione, per essere in linea con le recenti normative, e che quelle che si andranno a occupare hanno subito gli stessi interventi a spese dell’Azienda, pur non essendo sedi definitive». I sindacati rimarcano inoltre il fatto che le nuove sedi, oltre a essere in fitto, sono situate in zone prive di servizi e pertinenze, come parcheggi e servizi pubblici. Disservizi che acuiscono i disagi per gli utenti.
«Noi siamo con lei – affermano i sindacati al dg – quando sostiene l’atto di riorganizzazione degli uffici e la loro centralità, e nel management aziendale non ci può essere accomodamento per chi vuole il posto sotto casa, ma non possiamo condividere la logica che i servizi devono essere per atto e senza una valida utilità collocati a Catanzaro e tra l’altro in edifici non propri e a cui è necessario pagare il giusto fitto, quando l’Azienda dispone di ampi e funzionali locali dislocati sia a Lamezia che a Girifalco (vedi padiglioni in contrada Serra, gli ex uffici amministrativi di Lamezia, l’ex ospedale di Lamezia) in grado di soddisfare qualunque attività a costo zero e in linea con il piano di rientro che non dovrebbe assistere ad un utilizzo di denaro pubblico improprio. Condividerà con noi l’azione del buon padre di famiglia, che essendo in possesso di propri locali, ristrutturati e messi a norma, per i suoi bisogni non va di certo ad abitare in affitto, anzi».
SVUOTARE LAMEZIA Non c’è solo l’ex ospedale di colle S. Antonio tra i beni lametini svuotati dell’Azienda sanitaria di Catanzaro. C’è anche una struttura in via Salvatore Miceli che è in stato di forte abbandono, il palazzo della ex Saub che è ormai vuoto per metà, senza contare gli uffici nuovi e a norma di via Perugini, nel perimetro del nuovo ospedale “Giovanni Paolo II”. Migliaia di metri quadri inutilizzati a fronte di una notevole spesa in fitti nel capoluogo.
La centralissima Lamezia viene abbandonata in favore della necessità di situare tutti gli uffici nella città sede di direzione. E questo nonostante l’ex Asl 6 di Lamezia e l’ex 7 di Catanzaro siano state unificate alla pari. E nonostante nell’Asp di Catanzaro l’ospedale di riferimento, il più grande, sia proprio quello della Piana. «Né tanto meno è condivisibile l’idea che gli uffici devono essere allocati nel capoluogo, sede di direzione, in quanto il maggiore stabilimento sanitario si trova, guarda caso, a Lamezia, tale scelta comporta non solo un aumento della spesa per la mobilità e missioni del personale, ma l’istituzione di un autoparco con ulteriore aggravio della spesa», scrivono i sindacati.
NUOVI FITTI A SOVERATO A Soverato, poi, tira un’aria diversa rispetto agli immobili vuoti di Lamezia. Qui, su terreno comunale, si sta realizzando, con un contratto di leasing in costruendo, una struttura per servizi sanitari territoriali uffici amministrativi come Acquisizione beni e servizi. Non solo, in piazza Casalinuovo vi è una struttura dove vengono utilizzati locali privati non a norma e di recente è stata fatta richiesta per affittare nuovi locali nello stesso palazzo.
E mentre, come al solito, sul piano politico le posizioni si spaccano, con il centrodestra lametino che si scaglia contro la riorganizzazione degli uffici e il centrosinistra che parla di lavoro equilibrato, da un punto di vista aritmetico e di mera economia domestica i conti non tornano.