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Calabria Etica, gli imputati non chiedono “sconti”

CATANZARO Nessuna richiesta di rito abbreviato. Gli imputati del processo “Calabria Etica” optano per il rito ordinario. La prossima udienza è stata fissata per il 20 novembre per le discussioni degl…

Pubblicato il: 29/09/2017 – 14:48
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Calabria Etica, gli imputati non chiedono “sconti”

CATANZARO Nessuna richiesta di rito abbreviato. Gli imputati del processo “Calabria Etica” optano per il rito ordinario. La prossima udienza è stata fissata per il 20 novembre per le discussioni degli avvocati. Poi la parola passerà al giudice per l’udienza preliminare che, tra le altre cose, dovrà stabilire se accogliere o meno le richieste del pubblico ministero Graziella Viscomi, che nell’udienza dello scorso martedì ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti tranne tre persone: Tadiana Gabriele, presidente della commissione selezionatrice dei progetti “Responsabilità sociale delle imprese in Calabria”, “Potenziamento del servizio di accompagnamento per rendere accessibile l’informazione sociale nelle aree interne” e “Sostegno politiche integrate a favore della famiglia”; Sonia Libico e Ulisse Mancari, componenti della commissione selezionatrice di tali progetti. 
Gli imputati per i quali l’accusa ha invocato il processo sono Pasqualino Ruberto ex presidente della fondazione Calabria Etica, ente in house della Regione Calabria; Vincenzo Caserta, già dirigente generale reggente del dipartimento “Sviluppo economico, Lavoro, Formazione e Politiche sociali; Michele Parise, Patrizia Nicolazzo e Maria Francesca Cosco, presidente e componenti della commissione selezionatrice del progetto “Piano di comunicazione istituzionale”; Antonello Catanese, Domenico Pisano, Maurizio Scerra, membri del collegio dei revisori dei conti della fondazione; e Caterina Ferrante, amministratore unico e legale rappresentante della Crc Consulting. Secondo l’accusa gli imputati, venendo meno al proprio dovere di pubblici ufficiali e trasgredendo all’articolo 97 della Costituzione che prescrive il dovere di imparzialità nella Pubblica Amministrazione, avrebbero illecitamente favorito l’assunzione di 251 collaboratori per quattro progetti «dal contenuto fumoso, privi di concretezza e di riferimenti alle modalità di attuazione nonché carenti di accordi con le autorità collegate cui i lavoratori erano destinati». Pasqualino Ruberto avrebbe seguito fini «clientelari» legati alla sua candidatura a sindaco della città di Lamezia Terme.

ale.tru.

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