VILLA SAN GIOVANNI Uno spettacolo che viene dal cabaret retrò burlesque quello andato in sabato sera sul palco del Teatro Primo di Villa San Giovanni e in replica domenica alle 21,30. “Le memorie del punto G” di Golden Din Din, al secolo Lucia Pradelli è un progetto psico-pedagogico con uno scopo didattico che vuol trattare l’educazione sessuale in maniera più ludica. Al servizio del piacere: la musica e la risata. La voce del suddetto punto (dalla regia, Saverio Zanoli) ci accoglie su una scena quasi nuda. Sul proscenio a destra un leggio e, alle sue spalle, un’ottomana in damascato dorato e rosso. A sinistra, in solitudine, uno sgabello nero porta su di sé oggetti non ben distinguibili dalla platea. Sulle soffuse note di “Ain’t No Sunshine” di Bill Withers, la “voce” si presenta: «Buonasera, sono G, il punto G». Golden Din Din introduce il primo dei quattro personaggi che ci faranno compagnia per un’ora di spettacolo. Sulla scena, vestita con un lungo abito nero coperto da un impermeabile dorato, un cappello e un rossetto paillettato, trascina la sua valigia rossa e l’abbandona sul fondo scena. «Obiettivo è prenderci un momento di relax per lasciare che la sensualità attraversi il nostro corpo», dichiara Golden 007 e svela il leitmotiv della serata: un profondo e rilassante respiro. È importante prendersi del tempo, visto l’argomento trattato. Il punto G – che prende il nome dal ginecologo tedesco Gräfenberg a cui viene attribuita la scoperta di questa parte anatomica femminile -, viene spiegato, cronologicamente, in quattro tempi: la scoperta del piacere, la consapevolezza del corpo, l’egoismo e la libertà. A ogni argomento è attribuito un personaggio: Golden 007, appunto, che vuole parlare di scoperta e ricerca per avvicinarci al punto G; la Geisha Golden, che mostra la consapevolezza del proprio corpo; Golden Crudelia, che impersona il sano egoismo e Golden Libertà, con la sua emancipazione. In questo spettacolo – che porta con sé l’effervescenza del burlesque con i toni caldi dello swing -, Golden Din Din gioca col pubblico coinvolgendolo in una costruzione drammaturgica in itinere. Viene realizzata una lavagna 3D umana per raffigurare l’esterno della vagina; quattro post it per riprodurre clitoride, uretra, vulva e ano; viene mostrata l’elasticità delle pareti uterine; l’aspetto gioviale delle palline magiche orientali e la maestosità del vibratore, librato in aria da una splendida Golden Libertà vestita come la più nota Statua americana che lo sfodera al posto della fiaccola. Sono elencate ed esplicate le quattro fasi della risposta sessuale: il desiderio, l’eccitazione, il plateau e l’orgasmo, con un modesto elenco di vari, possibili e coloriti spasmi. Ma anche ventagli di piume nere che rilasciano feromoni in sala, e frustini neri. Con la bellezza delle sue curve, la sensualità del suo corpo e il talento della propria voce, Golden Din Din affascina, diverte e ammalia il numeroso pubblico in sala. Spiritosa e mai volgare, mostra la sessualità per quello che è: una pratica che ha bisogno di tempo e relax per essere vissuta in maniera funzionale. I respiri al termine di ogni esibizione (sono undici gli spazi musicali durante lo show), ci riportano alla tranquillità richiesta all’inizio. Le musiche – scelte perché legate al tema di cui si è parlato, ma anche per esprimere sensualità e giocare con l’immagine da diva di club -, lavorano per confezionare un prodotto che possa essere da buon auspicio affinché tutto quello di cui si è discusso in serata, possa essere portato da ogni spettatore nell’intimità delle proprie case. Del resto, lo spettacolo nasce da un progetto più ampio, quello de “La valigia rossa” (www.lavaligiarossa.it) con cui l’artista collabora da sei anni: «Io sono esperta in educazione sessuale, non sono terapeuta, non faccio incontri per curare e dare determinati tipi di terapie – commenta Lucia Pradelli -. Noi della “La valigia rossa” diamo delle informazioni e questo spettacolo si integra con un progetto che vuole fare educazione. Avevo bisogno di far divertire le persone mentre recepivano i concetti nelle nostre riunioni». In chiusura, Golden Din Din ritorna se stessa. Prende fiato, emette un profondo respiro ed esclama: «Ricordatevi che per il piacere dovete prendervi tempo». Esce di scena a luci spente, illuminando un cuore fluorescente disegnato sul seno che pulsa mentre si allontana.
Miriam Guinea
redazione@corrierecal.it
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