CATANZARO Oliverio scarica le sue responsabilità su Roccisano. È questo, in sintesi, il cuore del ragionamento della Cgil Calabria, secondo cui esiste la possibilità che le prossime elezioni politiche siano una sorta di referendum sull’operato del presidente della Regione.
«La Cgil Calabria – si legge in una nota – da tempo ha chiesto al governatore Mario Oliverio un cambio di passo e una diversa rimodulazione della spesa ordinaria e comunitaria, per politiche di crescita e di sviluppo, per la realizzazione di un piano straordinario del lavoro, maggiori attenzione sulle politiche di contrasto alla povertà. Il 16 novembre, la manifestazione di Cgil e Uil che ha visto la partecipazione di migliaia di calabresi e poneva una serie di proposte del sindacato era rivolta al governatore al quale vanno attribuite le responsabilità della situazione economica e sociale calabrese. Il governatore Oliverio, caso raro nella storia democratica regionale, non ha inteso, ad oggi, ascoltare le richieste di quella piazza, e con arroganza scarica le sue responsabilità ad altri. Se la Calabria non funziona, se gli indicatori economici ci danno ultimi in Europa, se il sistema di gestione della spesa continua a essere frammentata e clientelare, se non si intravede un processo di riforma della pubblica amministrazione, se non si attivano politiche attive del lavoro concrete e si riducono le povertà, se non si procede alla sottoscrizione dei protocolli di legalità e di tracciabilità della spesa, se la costruzione dei nuovi ospedali non parte, nonostante proclami di incatenamenti vari ed eventuali, se sulla programmazione e difesa del suolo e del territorio si prevedono centinaia di interventi senza una cabina di regia capace di fare interagire tutti i soggetti coinvolti, le responsabilità di chi sono? In queste ore, nello scorcio di legislatura che rimane e a due mesi dalle elezioni politiche, assistiamo a un tentativo maldestro di scaricare le proprie inadempienze e responsabilità di governo sull’assessore al Lavoro, che pure ha delle responsabilità, con forme discutibili nel metodo e nel merito».
«Ci saremmo aspettati, con l’inizio del nuovo anno, una fase nuova, più alta, che desse un messaggio nuovo alla Calabria e la riapertura di un confronto sulle emergenze. Riproporre metodi e schemi del passato, mascherando le responsabilità alla ricerca di colpi ad effetto – continua la Cgil –, produrranno un effetto negativo, e il rischio che le elezioni politiche del 4 marzo in Calabria diventino un referendum sul governatore è concreto. Il governatore Oliverio, con la revoca dell’assessore al lavoro, raggiunge il primato di aver commissariato l’agricoltura, la cultura, il turismo, le attività produttive, il lavoro, la sanità non gli è ancora riuscita ma ci sta lavorando. La Calabria ha bisogno di una politica regionale normale, che pensa agli interessi collettivi dei calabresi e non a posizionamenti individuali. Una politica tutta che riassuma un suo ruolo e una funzione nobile, nei luoghi istituzionali, a partire dal consiglio regionale della Calabria.
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