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Mastroianni: «Non ho trattato con la società degli Scardamaglia»
Gentile direttore, comprenderà la mia angoscia nell’aver appreso di essere stato inserito nella relazione che accompagna lo scioglimento del Consiglio Comunale che riporta alcune informazioni su una…
Pubblicato il: 19/01/2018 – 15:44
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Gentile direttore,
comprenderà la mia angoscia nell’aver appreso di essere stato inserito nella relazione che accompagna lo scioglimento del Consiglio Comunale che riporta alcune informazioni su una parte secondaria delle mie attività professionali, e pur essendo totalmente neutre per il solo fatto di essere collocate in tale contesto, creano una situazione di sospetto sulla mia persona.
Come saprà, quella relazione, dovrebbe rimanere segreta, circostanza questa ovviamente solo teorica, per cui mi trovo nella scomodissima situazione di non poter richiedere nessun provvedimento a mia tutela perché l’informativa non comporta alcuna conseguenza giuridica per la mia persona se non la violazione del mio buon nome e della mia reputazione.
La pregherei quindi di pubblicare queste mie brevi precisazioni.
Ho effettivamente costituito nel 2012 una società di capitali a socio unico (unico socio io) con scopo sociale principale la somministrazione di alimenti e l’erogazione di servizi.
Nel 2013 ho preso in fitto di ramo di azienda, mediante rogito notarile, la gestione dei banconi bar all’interno del Centro acquisti “La Piazza” e dell’Agora e ritengo che sia indispensabile sottolineare alcuni fatti.
La Società con cui ho trattato e stabilito le condizioni di gestione è la Europa Commerciale Srl.
Si tratta del soggetto giuridico, (controllato dalla CON.AL. Srl) che ha acquisito con procedura ad evidenza pubblica dalla Curatela del fallimento, l’azienda che comprende le attività commerciali del complesso commerciale “La Piazza e dell’Agorà” che hanno sede operativa a Lamezia Terme.
Preme quindi precisare che non ho trattato con la società fallita di proprietà dei fratelli Scardamaglia, ma con quella che, con l’autorizzazione del Curatore fallimentare, del Comitato dei Creditori e sotto il controllo del Tribunale di Lamezia Terme, ha acquistato l’azienda fallita.
Né la relazione contesta alcunché al nuovo gestore per cui posso ritenere che si tratti di soggetto al di sopra di ogni sospetto.
Né si è trattato di un buon affare, ne eravamo consapevoli tutti ma ho voluto provare far funzionare (anche economicamente) una struttura che è più un servizio ai consumatori che acquistano nelle due strutture che una vera e propria attività economicamente produttiva.
I risultati non sono stati soddisfacenti e poiché gli incassi, quasi inesistenti per il punto vendita “dell’Agora” e poco significativi per quello della “Piazza”, abbiamo, con la proprietà stabilito (nel 2016, a distanza di circa tre anni) di restituire gli esercizi alla loro originaria funzione ed abbiamo chiuso l’esperienza con la risoluzione dei fitti di rami di azienda anche qui in forma pubblica del rogito notarile.
Quindi ho continuato a gestire le altre attività già in corso su cui nulla è stato eccepito benché meno contestato.
Si è poi segnalato che mia moglie abbia lavorato con la società fallita.
Ora non intendo omettere che conoscevo già i fratelli Scardamaglia per il mio trascorso professionale di direttore della CNA, ma mia moglie, insieme a molti altri candidati, ha presentato regolare domanda, ha partecipato ad una selezione ed è stata assunta insieme a molti altri.
Non sarà stato indifferente la circostanza che è laureata in legge ed ha superato l’esame di abilitazione professionale e che nel suo curriculum universitario vi sono anche materie specifiche per la funzione aziendale che ha ricoperto.
Quindi, con parte del personale è stata in disoccupazione dopo il fallimento ed oggi intrattiene, con la nuova proprietà, un rapporto di lavoro part-time perché la sua collaborazione è stata ritenuta utile per l’esperienza che aveva già acquisito.
Anche in questo caso non posso che confermare che questi parenti, (per i quali forse sarebbe necessario attendere una sentenza definitiva) proprio per le ragioni indicate dalla relazione (da moltissimi anni trasferiti a Venezia) sono, proprio perché lontani, fuori dalla mia cerchia familiare stretta e, d’altra parte che sono numerosi i consangunei della nostra famiglia impegnati in ruoli di contrasto con la delinquenza per cui il solo rapporto familiare mi pare dimostri davvero poco.
Concludendo, sono a disposizione per mostrare, a chi ne abbia voglia, i documenti della mia società perché tutto è trasparente e la gestione dei punti bar della Piazza e dell’Agora è stato un tentativo, con molti dubbi consapevolmente assunti, ma non una occasione irripetibile e da non perdere.
Per il resto, la mia attività personale e l’impegno che ho messo nella mia professione quotidiana e nella mia attività di consigliere comunale (improntata inconfutabilmente alla correttezza, al buon senso, al bene comune, all’integrità morale, alla giustizia e alla legalità), forse le posizioni assunte sulla Sacal hanno dato fastidio, parlano per me perché nessuno può contestarmi gesti di scorrettezza o meno che trasparenti.
Nicola Mastroianni ex consigliere comunale Pd Lamezia Terme
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