Dalle informative della Dda a L'isola dei famosi
In tv, nello specifico nel programma L’isola dei famosi, è l’unico non famoso. Invece per la Dda di Milano, lo è un po’ di più. Stiamo parlando di Franco Terlizzi, il concorrente non vip del programm…


In tv, nello specifico nel programma L’isola dei famosi, è l’unico non famoso. Invece per la Dda di Milano, lo è un po’ di più. Stiamo parlando di Franco Terlizzi, il concorrente non vip del programma di Canale 5 in onda in queste settimane, che secondo quanto riporta il sito rollingstone.it in passato avrebbe avuto rapporti con la ‘ndrangheta. Originario di Bitonto, in provincia di Bari, ma ha poi vissuto a Milano. Ex pugile professionista, ha intrapreso poi l’attività di personal trainer dei vip (si parla anche di Berlusconi). Un persona ruvida e verace, si legge nella sua biografia di presentazione, che non teme nessuno ed è pronto ad indossare i panni del leader. Perfetto per L’Isola, insomma. Ma “l’orso buono”, così com’è stato ribattezzato, ha nel suo passato, delle conoscenze non proprio pulite. Come riporta rollingstone.it, il suo nome compare nell’inchiesta “Caposaldo” del marzo del 2011 sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta al Nord, coordinata dalla Dda di Milano, che ha portato all’arresto di 35 persone in Lombardia, tra cui gli esponenti dei clan Romeo e Flachi. In quell’occasione finì in carcere anche il boss Paolo Martino, storico esponente dei De Stefano. Terlizzi era soprannominato anche “Francone dell’Hollywood” perché responsabile della sicurezza nella discoteca gestita da Francesco Piccolo, considerato luogotenente dei Flachi. Terlizzi, nel suo curriculum, vanta anche un fratello nell’orbita della Sacra corona unita e numerose frequentazioni con personaggi del calibro di Davide e Pepè Flachi e Domenico Trimboli.
Ma non solo. Nelle carte della Dda, Terlizzi viene descritto come un personaggio in contatto soprattutto con il boss Martino e Pasquale Guaglianone, detto Lino, ex tesoriere dei Nar. E proprio nella palestra “Doria” del figlio di Guaglianone (considerata dalla Digos “uno dei luoghi di ritrovo ormai abituali della destra radicale milanese”) che Terlizzi gravita, diventando il suo uomo di fiducia. Infatti, l’ex pugile viene indicato nei racconti di Bruno Mafrici, l’avvocato legato ai De Stefano, come il filo conduttore che lo legava al boss Paolo Martino. Insomma, un curriculum non proprio candido che forse è sfuggito a qualcuno.