Si insedia il nuovo direttore regionale dei Vigili del fuoco
CATANZARO «Ero un pompiere e prima di tutto sono ancora un pompiere, per questo ho voluto incontrarvi qui, nella sala operativa, che è quella che maggiormente ci rappresenta». Si è presentato così il…


CATANZARO «Ero un pompiere e prima di tutto sono ancora un pompiere, per questo ho voluto incontrarvi qui, nella sala operativa, che è quella che maggiormente ci rappresenta». Si è presentato così il neo direttore regionale dei Vigili del fuoco Renato Cardia, nel corso di un incontro informale con la stampa. «Il rapporto con i giornalisti – ha detto – è essenziale perché i cittadini hanno diritto di essere informati, perché attraverso la conoscenza possono sentirsi sicuri sapendo che i vigili del fuoco stanno con loro. Dare testimonianza, grazie a voi di quello che facciamo, ritengo sia quanto di meglio possibile per rassicurare i cittadini, soprattutto nei periodi in cui ci sono situazioni emergenziali». Proveniente dall’ufficio Direzione centrale per le risorse umane e pianificazione, Cardia ha sottolineato come prima di questa esperienza si sia occupato di periferia: «Sono stato in Sardegna, che dal punto di vista territoriale e culturale è molto simile alla Calabria. Dal punto di vista idrogeologico, ma anche per quanto concerne gli incendi boschivi la Sardegna e la Calabria si assomigliano molto, per me è come tornare ad un precedente impegno di lavoro». Rispondendo alle domande dei giornalisti, considerato anche il suo vecchio ruolo alle Risorse umane, ha parlato anche della carenza di uomini e mezzi in forza ai vari Comandi provinciali. «La carenza – ha spiegato – non è solo in Calabria, ma è un po’ diffusa in tutta Italia. C’è stato, purtroppo, un lungo periodo nel quale l’implementazione del servizio del Corpo nazionale ha avuto dei ritardi che ora ci portiamo appresso e ai quali stiamo cercando di sopperire. Stiamo via via andando verso un equilibrio prima con il turnover, ma anche, contestualmente, con la stabilizzazione dei vigili che prestano servizio volontario discontinuo per i quali, nel 2018, e’ prevista un’implementazione di ulteriore 300 unità in tutta Italia. Certamente l’impegno economico per lo Stato non è irrisorio, quindi si fa a piccoli step. Stesso impegno è previsto per i mezzi in dotazione, per la cui assegnazione viene considerata l’orografia del territorio».