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Un esperto di automobili per sconfiggere la disoccupazione

CATANZARO La Calabria batterà la disoccupazione dilagante affidandosi a un esperto di automobili. Giovanni Forciniti è il nuovo direttore generale di Azienda Calabria lavoro, l’agenzia regionale che…

Pubblicato il: 08/03/2018 – 18:34
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Un esperto di automobili per sconfiggere la disoccupazione
Giovanni Forciniti e, sullo sfondo, Mario Oliverio

CATANZARO La Calabria batterà la disoccupazione dilagante affidandosi a un esperto di automobili. Giovanni Forciniti è il nuovo direttore generale di Azienda Calabria lavoro, l’agenzia regionale che dovrebbe favorire le politiche per l’occupazione. Il manager cosentino, però, non sembra possedere particolari competenze nel settore. In compenso, ha dalla sua una lunga esperienza nel campo dei trasporti. Tra l’altro la nomina, firmata proprio ieri dal governatore Mario Oliverio, rischia ora di scatenare un terremoto in consiglio regionale e, in particolare, nella maggioranza di centrosinistra.

CHI È Forciniti, sindaco di Mirto Crosia dal 2000 al 2005, fino a ieri rappresentava la Regione nell’Aci. È stato presidente dell’Automobile club Cosenza dal 2013 al 2015, vicepresidente di Assonautica, revisore contabile di Federmobilità e componente della commissione provinciale per il rilascio dell’abilitazione all’esercizio dell’autotrasporto per conto terzi. Nel suo curriculum non c’è traccia di sue esperienze nel campo delle politiche per il lavoro. Così come non si fa alcun cenno a un altro elemento non di poco conto: Forciniti è un membro dell’inner circle di Oliverio, un fedelissimo. E infatti il neo dg è stato anche assessore ai Trasporti nella giunta provinciale di Cosenza all’epoca guidata dal futuro governatore della Calabria. Il grand commis con il pallino delle auto è così vicino a Oliverio che questo giornale, lo scorso 22 dicembre, lo dava già per favorito nella lotta per la conquista di Calabria Lavoro (qui l’articolo) avviata dopo la pubblicazione di un avviso pubblico al quale avevano partecipato otto aspiranti.

ZINNO LASCIA Alla fine l’ha spuntata proprio lui, Forciniti, che prende il posto dell’immarcescibile commissario Luigi Zinno, l’ingegnere buono per tutte le stagioni e con una spiccata propensione ai contratti facili. Il commissario, che per decreto avrebbe dovuto lasciare l’incarico il 31 dicembre scorso, di fatto è rimasto al timone dell’azienda fino alle elezioni politiche di domenica scorsa. Solo un caso? Zinno è salito agli onori della cronaca (qui la storia) per una lunga serie di rinnovi contrattuali controversi e particolarmente onerosi per le casse della Regione, tra i cui beneficiari c’era anche suo figlio Antonio. Il manager, inoltre, in virtù del suo contestuale ruolo di dg del dipartimento Infrastrutture, ha più volte chiesto il rinnovo di contratti di giovani precari, poi autorizzati dal commissario di Calabria Lavoro, cioè da se stesso.

RIBELLIONE Con l’esperto di automobili Forciniti si volterà definitivamente pagina? Sicuramente inizia un’epoca nuova in uno degli enti strategici per la Regione. Il cambiamento, tuttavia, rischia di mettere a repentaglio la tenuta della maggioranza a Palazzo Campanella. Alcuni consiglieri regionali del Pd eletti a Reggio e nel Cosentino sono scesi sul piede di guerra dopo aver saputo della nomina firmata da Oliverio. Il perché è presto detto: i cosentini digeriscono con sempre maggiore fatica il netto predominio della corrente interna che fa capo al governatore e al suo “braccio destro”, l’ex vicepresidente della giunta Nicola Adamo. Le fibrillazioni tra i consiglieri dello Stretto rispondono più o meno alle stesse logiche. Con un elemento in più: la guida di Calabria Lavoro è da sempre appannaggio di manager reggini scelti dai politici reggini: Oliverio, insomma, anche in questo caso avrebbe fatto un altro passo avanti nel processo di militarizzazione della Regione. Stavolta, però, una parte consistente dei dem con ruoli istituzionali ritiene che il segno sia stato passato. «Questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, da oggi in poi Oliverio dovrà avere paura delle conseguenze delle sue azioni», mormora minaccioso un consigliere regionale. «Calabria Lavoro – osserva un altro – è uno dei pochi enti regionali che ha sede a Reggio. Questa nomina è la prova che è in atto una lottizzazione in salsa cosentina della Regione».

IL CONGRESSO Difficile prevedere cosa accadrà, proprio adesso che Oliverio è alle prese con un altro scottante dossier: il rimpasto di giunta e la possibile archiviazione dell’esecutivo tecnico. È evidente che un’altra porta sbattuta in faccia agli eletti dell’Astronave darebbe il “la” a una crisi dagli esiti potenzialmente devastanti. Anche perché le fibrillazioni avvengono in un periodo nero per tutto il Pd calabrese. La batosta elettorale – con il partito crollato al 14% – ha di fatto avviato i lavori per il congresso, già convocato per il prossimo 13 maggio dal segretario uscente Ernesto Magorno. Una fuga in avanti che non è piaciuta a molti dirigenti di primo piano, tra cui il consigliere regionale Domenico Bevacqua, che l’ha etichettata come una decisione «solitaria e intempestiva», presa «senza averla fatta precedere da una adeguata e complessiva riflessione allargata a tutte le componenti del partito». Forse siamo al redde rationem. Regione e Pd sono a un passo dall’implosione.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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