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Centinaia di ulivi abbattuti, intimidazioni a catena nel Crotonese

CROTONE I proprietari di uliveti di Petilia Policastro nel mirino della criminalità organizzata. Oggi c’è stata una nuova vittima delle motoseghe della criminalità: Silvano Sicilia. Nel suo podere, i…

Pubblicato il: 15/03/2018 – 15:35
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Centinaia di ulivi abbattuti, intimidazioni a catena nel Crotonese

CROTONE I proprietari di uliveti di Petilia Policastro nel mirino della criminalità organizzata. Oggi c’è stata una nuova vittima delle motoseghe della criminalità: Silvano Sicilia. Nel suo podere, in località Cerasara, ignoti hanno abbattuto ben 90 piante di ulivo. Il fatto ha provocato grande sconcerto nel paese del Crotonese: Sicilia è padre di quattro ragazzi diversamente abili. Giovedì 8 marzo, un altro atto intimidatorio si era consumato ai danni del sindaco di Petilia Policastro, Amedeo Nicolazzi. Nel podere di Nicolazzi sono state abbattute 80 piante di ulivo. Il sindaco non è rimasto inerme ed ha denunciato il fatto, chiedendo con forza maggiori controlli sul territorio. Il 13 marzo, dopo l’episodio intimidatorio che ha coinvolto il sindaco, il prefetto di Crotone, Cosima Di Stani, ha convocato il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. La riunione ha registrato anche la presenza di Nicolazzi, che in precedenza aveva esternato la volontà di ritirarsi dalla politica. L’intimidazione subita, però, lo ha convinto a riproporre la sua candidatura alla guida del Comune di Petilia Policastro. Il voto amministrativo è previsto per la fine del prossimo mese di maggio. Nicolazzi e Sicilia non sono gli unici proprietari di Petilia Policastro ad avere subìto il danno delle motoseghe della criminalità. Prima di loro almeno altri sei proprietari di uliveti erano stati oggetto di intimidazioni. Nel Comune del Crotonese si sussurra che gli episodi sarebbero legati ad una ripresa delle attività della ‘ndrangheta. Si tratterebbe, secondo qualcuno, delle nuove leve che si riorganizzano per sostituire le vecchie famiglie dei Manfredi e dei Comberiati, decapitate dalle indagini della magistratura. Le famiglie storiche della ‘ndrangheta sono finite tutte in carcere e le nuove leve della criminalità organizzata di Petilia Policastro forse hanno voglia di ripristinare le vecchie regole.

Gaetano Megna
redazione@corrierecal.it

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