Le assunzioni di Galati, tra parenti e amici degli amici
CATANZARO Assunzioni fatte a parenti, amici, amici degli amici e altri politici, per poter ampliare il proprio bacino elettorale in vista delle elezioni del febbraio 2013. Assunzioni che per l’accu…

CATANZARO Assunzioni fatte a parenti, amici, amici degli amici e altri politici, per poter ampliare il proprio bacino elettorale in vista delle elezioni del febbraio 2013. Assunzioni che per l’accusa sono meramente clientelari, fatte tra luglio 2012 e novembre 2013, in barba anche allo statuto della Fondazione, senza procedere a short list e senza troppo guardare ai curricula degli assunti e alle esigenze dell’ente in house della Regione Calabria. Assunzioni farlocche che sono costate ai calabresi oltre un milione di euro, perché, secondo i magistrati di Catanzaro «l’intera gestione della Fondazione Calabresi nel Mondo è avvenuta in maniera del tutto funzionale alla soddisfazione di esigenze personali e private di Galati». Scoppia il bubbone “Calabresi nel Mondo”, ente in house della Regione Calabria presieduto dall’ex sottosegretario del centrodestra Pino Galati. E si rompe, probabilmente, un giocattolino che per anni più che servire i calabresi ha servito il suo presidente e la pletora di “clienti” e amici a lui vicini, soprattutto alla luce di rapporti politici. Galati è indagato per abuso d’ufficio e peculato. Insieme a lui sono indagati Mariangela Cairo, segretario generale della fondazione “I Sud del Mondo”, e collaboratrice della fondazione Calabresi nel mondo e Antonio Giuseppe Bianco, segretario della fondazione e dirigente ad interim del settore Affari generali, decreti del presidente del dipartimento della Regione Calabria. Nel loro confronti il gip di Catanzaro ha emesso, su richiesta della Procura di Catanzaro firmata dal procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Graziella Viscomi, un decreto di sequestro preventivo, anche per equivalente, nei confronti di Giuseppe Galati e Giuseppe Antonio Bianco di 204.469,08 euro per il reato di peculato che viene contestato a entrambi. Sequestro preventivo di 9.979,60 euro è stato disposto nei confronti della Cairo.
LE ASSUNZIONI CLIENTELARI C’è un capo di imputazione, abuso d’ufficio, contestato a Pino Galati, chiaro e cristallino: ha «macroscopicamente violato» norme costituzionali, leggi, e anche l’articolo 13 dello statuto della fondazione, a fini clientelari, per mantenere e incrementare il proprio bacino elettorale tramite l’assunzione all’interno della fondazione di un cospicuo numero di collaboratori, principalmente del territorio lametino. I magistrati contestano all’ex parlamentare di avere «intenzionalmente, in disparte ed a prescindere dalle competenze professionali e dalle esigenze della Fondazione, a fini clientelari (per mantenere ed incrementare il proprio bacino elettorale: è parlamentare dal 1996 e, in particolare, quanto al periodo riferimento è stato proclamato eletto il 5 marzo 2013, in relazione alle elezioni 24 e 25 febbraio 2013) e in virtù dei soli rapporti di cointeressenza (essenzialmente di vicinanza politica) promuoveva istigava, avallava e procedeva all’assunzione di un cospicuo numero di collaboratori (principalmente del territorio lametino), presso la fondazione Calabresi nel mondo. A Tal fine ne simulava l’assunzione quali componenti della struttura operativa interna (la cui nomina è affidata alla scelta diretta e fiduciaria del presidente), quando tuttavia i collaboratori venivano destinati ai progetti (i seguenti: “Calabria loci”, “Calabria in work capacity”, “Calabria in work network”, “Calabria in work occupability”) ed i loro contratti finanziati con le relative risorse. In tal modo violava (aggirandolo) l’articolo 13 comma quattro dello statuto che impone la selezione del personale da adibire al progetto “attingendo ad apposite short list implementate con procedure ad evidenza pubblica”, e procedeva all’assunzione diretta delle seguenti persone a sé vicine»: 1) Giuseppe Bianco, di Settingiano, legame di parentela; 2) Saverio Brutto, di Catanzaro, rapporto politico; 3) Mariangela Cairo, di Belvedere Marittimo, rapporto personale; 4) Michelangelo Cardamone, di Lamezia Terme, rapporto politico; 5) Maria Barbara Caterina, Gizzeria, rapporto personale; 6) Fiorella Ceccacci, Roma, rapporto politico; 7) Giuseppina Crimi, Lamezia Terme, rapporto politico; 8) Fabio Davoli, Lamezia Terme, già vicesegretario della fondazione; 9) Giovambattista De Sarro, Lamezia Terme, rapporto politico; 10) Giandomenico Ferrise, Lamezia Terme, rapporto politico; 11) Basilio Giordano, residente in Canada, rapporto politico; 12) Santo Alessandro Maria Iannazzo, Lamezia Terme, rapporto politico; 13) Giuseppe Marrazzo, Lamezia Terme, rapporto personale; 14) Luigi Muraca classe 1964, Lamezia Terme, rapporto politico; 15) Vincenzina Palmieri, Lamezia Terme, rapporto politico; 16) Salvatore Pirelli, Lamezia Terme, rapporto personale; 17) Agazio Praticò, Catanzaro, rapporto politico; 18) Donatella Rocca, Lamezia Terme, rapporto politico; 19) Pietro Stanizzo, Gizzeria, rapporto personale; 20) Paolo Strangis, Lamezia Terme, parentela con Cicione; 21) Giovanni Talarico, Lamezia Terme, rapporto politico; 22) Pompeo Torchia, Miglierina, rapporto politico; 23) Isabella Vento, Martirano Lombardo, rapporto politico; 24) Domenico Zaffina, Lamezia Terme, rapporto politico; 25) Francesco Giuseppe Cicione, Lamezia Terme, rapporto politico.Con queste assunzioni clientelari Galati è accusato di avere procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale agli assunti e un danno alla Regione Calabria del valore di 1.000.985,14 euro per le retribuzioni (nette) erogate. Per questa cifra, però, il gip non ha inteso accogliere la richiesta di sequestro preventivo proposta dalla Procura di Catanzaro. Il giudice per le indagini preliminari, infatti, sottolinea che «il vantaggio del quale Galati ha, probabilmente, goduto dalle assunzioni di tipo clientelare è un vantaggio di tipo politico, che non può dirsi rientrante nella nozione di profitto confiscabile». Secondo l’accusa, inoltre, «nei diversi aspetti esaminati si annida l’intenzionalità che sorregge la condotta di Galati, disponente delle risorse pubbliche al solo e unico fine di soddisfare i propri interessi».
Alessia Truzzolillo a.truzzolillo@corrierecal.it