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«Calabresi nel mondo, la legge garantisce solo i rimborsi»
di Sinibaldo Esposito*
Pubblicato il: 20/04/2018 – 12:16
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Traggo spunto dalla odierna notizia di stampa circa l’imminente trasferta in Argentina, per partecipare alla manifestazione “Buenos Aires celebra la Calabria”, del presidente Oliverio e del consigliere Orlandino Greco, per chiarire le ragioni che, durante l’ultima seduta del consiglio regionale, hanno indotto me e i colleghi del mio gruppo consiliare a votare contro l’approvazione della “legge organica in materia di relazioni tra la regione Calabria, i calabresi nel mondo e le loro comunità”.
Ovviamente, in linea di principio, non sarei mai stato contrario a un’iniziativa legislativa che fosse realmente tesa a rafforzare i rapporti economici, commerciali e solidali, con i nostri corregionali all’estero, prevedendo strumenti incisivi di collaborazione ed agevolazione. Tuttavia, la legge approvata, a nostro avviso, non va in tale direzione. Durante la discussione in Consiglio ho evidenziato come, con una scelta esclusivamente di carattere politico, si sia deciso di stanziare il 50% della copertura finanziaria della legge, pari a 300mila su 600mila euro (peraltro garantiti soltanto fino al 2019, mentre dal 2020 le corrispondenti risorse dovranno essere reperite nel bilancio regionale, senza che la legge preveda come e dove!) esclusivamente per il “funzionamento della Consulta”. Ecco il punctum dolens!
La legge, oltre alla nomina di un “Ambasciatore dei calabresi nel mondo”, prevede la costituzione di una “Consulta regionale dei calabresi nel mondo”, formata da ben 50 componenti (incluso il presidente della regione), che potrà inoltre avvalersi di appositi esperti, per svolgere un ruolo consultivo, propositivo e deliberativo sulla ripartizione della spesa in favore dei calabresi all’estero.
Fin qui nessuna obiezione, giacché, tra l’altro, è previsto che, oltre allo stanziamento della regione Calabria (che, per ora, è l’unico certo!), la Consulta potrà ricevere “eventuali” finanziamenti locali, nazionali e comunitari, nonché erogazioni da privati. Inoltre, nell’ottica di limitare al minimo necessario le spese, è ulteriormente previsto che le riunioni possano avvenire anche tramite videoconferenza; proprio su questo punto, il presidente Oliverio ha richiesto la parola per chiarire a chi «muove critiche strumentali e false» che, per la prima volta, i costi saranno azzerati perché, proprio per sua volontà, si farà massiccio, se non esclusivo ricorso alla video-conferenza. A questo punto, sono rimasto ancora più confuso e determinato a votare contro, non riuscendo a comprendere a cosa serviranno i 300mila euro stanziati per il “funzionamento” della Consulta giacché, per come dichiarato dal presidente, gli ipotetici rimborsi spese (comunque di tutto rispetto, perché equiparati al trattamento di missione dei dirigenti regionali!) verranno a essere quasi azzerati dall’utilizzo della videoconferenza.
E le perplessità aumentano a dismisura allorché si vada a esaminare come verranno stanziati i residui 300mila euro che dovranno bastare a espletare tutte le finalità previste dall’articolo 2 della legge (tra le tante: incrementare e valorizzare le relazioni dei calabresi nel mondo; agevolare il reinserimento sociale ed economico dei calabresi che intendono rientrare; promuovere e sostenere iniziative di collaborazione istituzionale e per diffondere la conoscenza della cultura italiana e calabrese; promuovere forme di partecipazione, solidarietà e tutela dei corregionali residenti all’estero). All’uopo mi chiedo se non sarebbe stato più utile e realmente solidale ridurre al minimo lo stanziamento per la Consulta ed aumentare, ad esempio, la “compartecipazione alle spese di trasporto delle salme dei calabresi deceduti all’estero e dei loro familiari”, per la quale è previsto un generosissimo stanziamento di ben 5mila (cinquemila!) euro annui, da attribuire in ordine cronologico (causticamente… sarà più fortunato chi morirà prima!). Allo stesso modo, mi pare che realisticamente servirebbero molto più dei 5mila (cinquemila!) euro annui che saranno destinati al “concorso alle spese di viaggio e di trasporto delle masserizie di trasloco”.
E ancora mi chiedo: perché dei 280mila euro residui, soltanto 36mila (trentaseimila!) sono destinati ad “assegni e borse di studio” e altrettanti a “convenzioni e accordi internazionali”? E come mai, per un settore di fondamentale importanza, per l’economia calabrese, come “le attività culturali e promozionali” (ivi inclusi “i rapporti occupazionali”), si ritengono sufficienti poco meno di 15mila (quindicimila!) euro annui?
Potrei continuare oltre, ma mi limito conclusivamente a constatare che, eccettuato il fondo per la consulta, che fa decisamente la parte del leone, la maggior quota di spesa sarà inevitabilmente assorbita dai “contributi” per attività e progetti riconosciuti “qualificanti”! Termino qui la mia analisi, sperando di avere ben chiarito perché, in consiglio regionale, abbiamo convintamente votato contro quella legge e non certo contro i calabresi nel mondo! Sinceramente, non mi pare gran cosa avere approvato una “legge organica” che, pur pomposa nell’intitolazione e nelle premesse, in pratica servirà soltanto a nominare componenti della Consulta e a distribuire “eventuali” rimborsi spese e “qualificanti” finanziamenti ad associazioni.
*Consigliere regionale
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