Nei giorni scorsi l’Istat ha pubblicato i dati delle esportazioni italiane relative al primo trimestre 2018. Se si fa riferimento all’ultimo trimestre del 2017, le esportazioni diminuiscono in tutte le aree del Paese: la riduzione è pari a -4,4% per le regioni meridionali, -4,6% per il Nord-est, -1,8% per il Centro e -0,3% per il Nord-ovest. Tuttavia, il confronto più utile è quello con il primo trimestre del 2017. Depurando, quindi, i dati dall’effetto congiunturale, l’Istat calcola che la crescita tendenziale delle esportazioni italiane è pari al 3,3% ed è molto elevata nel Nord-ovest (+5,3%), nel Nord-est (+4,0%), e nel Mezzogiorno (+3,9%). Nelle regioni del Centro d’Italia, le esportazioni sono in linea con il corrispondente periodo del 2017 (+0,5%).
Su base regionale, è di particolare interesse focalizzare l’attenzione sulle esportazioni della Calabria, le quali fanno registrare un incredibile aumento pari a +34,3% rispetto al I trimestre del 2017. A renderlo noto è il docente di Politica Economica dell’Unical Francesco Aiello, fondatore di OpenCalabria.
Se nei primi tre mesi del 2017 le esportazioni della Calabria ammontavano a 104 milioni di euro, nel periodo gennaio-marzo 2018 l’export regionale è stato pari a 139milioni di euro. Le altre regioni più dinamiche sono la Valle d’Aosta (+19,2%), la Sicilia (+9,5%) e la Campania (+8,3%).
Il grafico (foto) mostra come per alcune regioni, la crescita tendenziale sia molto bassa, se non addirittura negativa.
«Queste dinamiche – commenta Aiello – devono essere valutate con estrema cautela, poiché i valori di riferimento delle esportazioni calabresi sono ancora estremamente bassi: la regione assorbe una quota di circa lo 0,1% delle esportazioni nazionali». Questo dato è confermato nel primo trimestre 2018. Tuttavia, l’incremento che si è osservato in questi primi tre mesi dell’anno segnala una certa dinamicità dell’export regionale, la cui variazione tendenziale è di gran lunga superiore a quella delle altre regioni. «Se il dato dovesse essere confermato nei prossimi trimestri, allora si potrebbe sostenere con un minimo di attendibilità – conclude Aiello – che le produzioni regionali iniziano a collocarsi con successo in qualche nicchia di interesse nei mercati internazionali. Forse, la regione, inizia a crescere».
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