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Guerriglia Pd, botte (social) tra Aieta e Bruno Bossio

I due politici dem protagonisti su Facebook di un catfight senza esclusione di colpi. A dividerli sono le diverse posizioni rispetto al rapporto con il M5S. La deputata: «Non voti il tuo partito, s…

Pubblicato il: 15/06/2018 – 14:57
Guerriglia Pd, botte (social) tra Aieta e Bruno Bossio

LAMEZIA TERME Pochi e litigiosi. Gli alleati di peso del governatore Oliverio si contano sulle dita di una mano (ve l’abbiamo raccontato qui) ma, come se non bastasse, sono pure in lotta tra loro. Indicativo è l’ultimo scontro avvenuto su Facebook tra la deputata del Pd Enza Bruno Bossio e il consigliere regionale Giuseppe Aieta. Entrambi hanno più volte dimostrato la loro vicinanza e fedeltà al presidente della Regione, che intende ricandidarsi alle prossime Regionali e – vista la “diaspora” di molti altri pezzi da novanta del centrosinistra, pronti ad abbandonarlo per riposizionarsi in altre liste – avrebbe dunque bisogno di contare su un fronte politico compatto. Non è così, e il catfight avvenuto sui social network lo testimonia in modo incontrovertibile.
LO SCONTRO Tra Bruno Bossio e Aieta sono volate parole grosse. A dividerli è la differente visione rispetto al rapporto che il Pd avrebbe dovuto avere con il Movimento 5 Stelle. Aieta – come, del resto, big nazionali del calibro di Minniti, Franceschini e Martina – era disponibile a una trattativa per la formazione del governo; Bruno Bossio, invece, ha appoggiato la linea dura predicata da Renzi: nessun dialogo con i grillini. Le differenti posizioni – con il governo giallo-verde ormai pianamente operativo – hanno portato a uno scontro che non fa ben sperare circa la tenuta dei dem da qui alle prossime elezioni.
Tutto nasce da un post di Aieta, una foto nella quale stringe la mano a un giovane immigrato accompagnata da una frase inequivocabile: «Almeno tacete voi che avete regalato il M5S a Salvini». Tradotto: l’alleanza tra Pd e pentastellati avrebbe prodotto una politica sull’accoglienza diversa rispetto a quella messa in campo dal nuovo governo. È a questo punto che Bruno Bossio si scatena. E commenta: «Come fai tu a stringere la mano a chi viene massacrato da quelli che tu volevi tuoi alleati al governo! Toninelli ha chiuso i porti, non Salvini!».
Aieta replica a tono, con motivazioni politiche: «Non avrei esitato un attimo a fare l’accordo con il M5S come d’altra parte volevano fare tanti nel Pd nazionale. E ti assicuro anche in quello calabrese. Aver regalato alla Lega un movimento i cui elettori – per una considerevole percentuale – un tempo guardavano a sinistra e al Pd lo considero un errore politico. Ma può darsi che io sia in torto e con me molti opinionisti della stampa nazionale. E aggiungo che non ho mai sentito toni violenti dei rappresentanti del M5S contro il dramma degli sbarchi». La deputata, però, alza ancora il livello dello scontro: «Non puoi scrivere così del Pd. Dovremmo tacere perché non ci siamo alleati con questi criminali che chiudono i porti? E soprattutto non puoi dimenticare che Toninelli ha chiuso i porti. Rivendicando con orgoglio questo gesto. I fatti contano più del folklore di Salvini». Nella discussione si intromettono altri utenti che parteggiano, in modo acceso, per Aieta (la pagina Facebook è sua). Ma il consigliere stoppa gli insulti e rilancia: «Premessa: sulla mia pagina chiedo che si riservi rispetto per tutte le posizioni, senza offese, altrimenti cancello. Ancora: io dico sempre quello che penso e continuerò a farlo finché avrò vita. Sempre! Questo è un partito democratico e la mia posizione credo sia ampiamente condivisa. Su chi ha avuto tanto dal Pd lascio che siano i calabresi a giudicare». Bruno Bossio, a questo punto, affonda il colpo: «Non mi pare che cancelli gli insulti che tu stesso provochi. Ma non è una novità». Il consigliere dem è altrettanto duro: «Non è una novità che tu voglia dare sempre lezioni agli altri senza utilizzare la più eroica delle virtù che è l’umiltà di riconoscere gli errori. Ma d’altra parte questa sarebbe la vera novità».
«NON VOTI PD» Bruno Bossio, allora, lancia la stoccata più velenosa: «Non è una novità che tu ti dichiari del Pd pur non votandolo». E Aieta contrattacca con parole al cianuro: «Quel che dici è molto grave, gravissimo. Ma come ti permetti, ma davvero credi di essere proprietaria del Pd? Ma chi credi di essere. Forse ti riferisci alla drammatica sconfitta del partito in Calabria? Fatti una domanda e datti una risposta. E troverai la ragione della sconfitta nell’arroganza che utilizzi con le persone. Ma io non ti consento di rivolgerti a me così. Chiaro? Pure la predica hai la spudoratezza di farmi. Tu?». «Io – è la risposta della parlamentare – mi comporto da dirigente del Pd difendendo il Pd da quelli che lo insultano. E tu puoi pensarla come vuoi. Le tue opinioni sono legittime quanto le mie. Ma non puoi dire tacete ai dirigenti del Pd solo perché non hanno fatto quello che volevi tu!».
Segue una sfilza di commenti da parte di altri utenti, fino a che qualcuno non chiosa: «Va bé, continuiamo così, facciamoci del male». Bruno Bossio replica e attacca di nuovo Aieta: «Ti riferisci al fuoco amico di chi sputa nel piatto in cui mangia?». Troppo, per il consigliere regionale, che alza il tiro e allude: «Ti assicuro che io non conosco piatti e mangio solo del mio lavoro. Io!». Ancora: «E non sputo, perché neanche metaforicamente sono abituato a farlo. Mi esprimo in piena libertà e ti assicuro che non sono disposto per nessuna cosa al mondo a rinunciarci. Il Pd è il mio partito e siccome è una forza democratica penso proprio di rimanerci. Almeno fino a quando ci si potrà esprimere liberamente».
Nella mischia, infine, si butta pure un altro dirigente di primo piano del Pd calabrese, il segretario provinciale di Cosenza (vicinissimo a Bruno Bossio) Luigi Guglielmelli, che stigmatizza le parole di Aieta: «È davvero strano che a vergognarsi debba essere il Pd e non chi sta applicando politiche disumane e contro i diritti dell’umanità. Una concezione molto strana secondo la quale è sempre colpa del Pd, anche quando Salvini e Toninelli fanno quel che fanno. Caro Giuseppe devono vergognarsi loro!».
Chissà cosa ne pensa Oliverio di questo nuovo “ok Corral” tra i suoi alleati. Quelli che dovrebbero aiutarlo a centrare la rielezione.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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