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Catanzaro, "i cocci" dopo la "sbornia" del consiglio straordinario
La seduta con il governatore Oliverio ha paradossalmente fatto risaltare ancora di più le contraddizioni e le divisioni negli schieramenti: scricchiolii nella maggioranza, opposizione sempre più fram…
Pubblicato il: 20/06/2018 – 22:04
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CATANZARO Dopo la “sbornia” dei giorni scorsi, la politica catanzarese adesso raccoglie i cocci dei bicchieri rotti per l’occasione… Fuor di metafora, il Consiglio comunale straordinario di qualche giorno fa con la partecipazione del presidente della Regione Mario Oliverio è stata una festa per pochi, e sicuramente una festa per i big: per le coalizioni cittadine di centrodestra e di centrosinistra invece sono rimaste contraddizioni, tensioni e divisioni.
CAOS NEL CENTROSINISTRA Secondo molti osservatori politici, l’assemblea comunale con la firma di un accordo integrativo al sistema metropolitano di Catanzaro tra Oliverio, il sindaco Sergio Abramo e il presidente della Provincia Enzo Bruno avrebbe segnato una saldatura di un inedito asse – per carità, istituzionale, ci si affretta a precisare – tra personaggi che pure fino a qualche mese fa non si erano risparmiati – soprattutto Oliverio e Abramo – attacchi e polemiche. Invece, la seduta, con la sua peculiarità organizzativa e logistica, avrebbe finito con l’acuire la contrapposizione tra la maggioranza e le minoranze (e questo è persino naturale e scontato) e avrebbe, paradossalmente, ampliato le fibrillazioni interne agli schieramenti. Il “nodo” è stata la decisione di far parlare quel giorno in aula un solo consigliere a testa per il centrodestra e per le opposizioni: questa decisione, adottata – non senza “malizia” – dal presidente del Consiglio comunale Marco Polimeni, alla fine ha fatto da detonatore alla miccia che da tempo covava nel centrosinistra, che infatti si è divaricato verticalmente in due gruppi: il primo, composto dal leader di “Cambiavento” e candidato sindaco Nicola Fiorita e irrobustito dal gruppo “Fare per Catanzaro” guidato da Sergio Costanzo, e il secondo, composto tra gli altri dal Pd dell’altro candidato sindaco Enzo Ciconte (sconfitto al ballottaggio da Abramo), dal capogruppo di “S&D” Roberto Guerriero e dal consigliere comunale Eugenio Riccio, dato in via di progressivo (ri)avvicinamento al centrodestra con destinazione Lega. In occasione del Consiglio comunale con Oliverio, in pratica, nell’opposizione si sarebbe registrato un rimescolamento delle alleanze, perché Guerriero fino a qualche settimana fa viaggiava molto in sintonia con Fiorita ma adesso sembra veleggiare più verso Ciconte, che peraltro, rispetto alla coalizione che l’ha sostenuto alle elezioni cittadine un anno fa, ha perso più di un consigliere per strada, al punto che quella coalizione, di fatto, non c’è più.
SCRICCHIOLII NEL CENTRODESTRA E’ evidente che nel centrosinistra cittadino è in atto una lotta per la leadership, ma al momento c’è molta confusione: i due gruppi che si contendono il campo in Consiglio comunale stanno provando a ricucire l’ultimo “strappo”, ma è impresa titanica, resa ancora più complicata dalle endemiche difficoltà che vive il Pd nel capoluogo. Il caos nel centrosinistra al solito ha fatto passare in secondo piano (se non ha addirittura oscurato) le tensioni che esistono anche nella maggioranza di centrodestra. Fonti di palazzo De Nobili infatti riferiscono di qualche capogruppo per nulla soddisfatto della scelta di far parlare, nel Consiglio comunale con Oliverio, Giovanni Merante, consigliere di lungo corso, esponente di Forza Italia: a pochi è sfuggito il fatto che durante il suo intervento ha abbandonato l’aula il suo capogruppo, Luigi Levato, e inoltre si narra di altri “mugugni” nelle fila degli altri gruppi di una coalizione che starebbe risentendo già dei riposizionamenti dei “colonnelli” come lo stesso Abramo, Mimmo Tallini e Piero Aiello in vista delle regionali.
LA POLEMICA DI GIORNATA E forse è proprio per non guardare in casa propria che oggi i capigruppo della maggioranza Luigi Levato (Forza Italia), Ezio Praticò (“Catanzaro da Vivere”), Rosario Mancuso (“Catanzaro con Abramo”), Giuseppe Pisano (“Officine del Sud”) e Andrea Amendola (“Obiettivo Comune”), hanno diffuso una dichiarazione congiunta contro Fiorita e Costanzo: «Un’alleanza che appare sempre più salda giorno dopo giorno tra “Cambiavento” e “Fare per Catanzaro”, francamente inedita. E che solleva più di qualche perplessità nell’ottica della logica dei “duri e puri” sbandierata dagli aficionados del prof. Ma tant’è e chi l’avrebbe mai immaginato. Sarà l’effetto della Politica 3.0, quella bella, che parte dalla gente. Dal basso, come dicono questi amici che parlano bene, livello in cui a esempio come per magia il Demonio Costanzo, appellato politicamente così da una parte della sinistra antagonista catanzarese anche e soprattutto per la sua ex lunga militanza nel centrodestra, diventa l’Angelo Sergio in nome forse di un futuro patto programmatico per la scalata al vertice di Palazzo De Nobili». Inevitabile la replica di Fiorita: «Trovassero i capigruppo a fare qualcosa di utile se ne sono capaci. In fondo sarebbero stati eletti per questo. Quanto all’ opposizione, è chiaro che la vorrebbero silenziosa, inconcludente ed elitaria, ma purtroppo per loro in questo consiglio esiste una opposizione concreta, popolare e trasparente. Un’opposizione che è unita dall’obiettivo di mandare a casa il prima possibile questa fallimentare amministrazione e che – ha concluso il leader di “Cambiavento” – su questa parola d’ordine è stata e resterà aperta a tutte le forze politiche e sociali che vogliono lavorare per una Catanzaro migliore e diversa. Se ne facciano una ragione i capigruppo e seguano il consiglio: sono iniziati i Mondiali, se stanno davanti alla tv fanno meno danni e non se se accorge nessuno. Tanto in consiglio parla Merante…».
cant.a.
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