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«Ponte sullo Stretto, il governo da che parte sta?»

Il presidente di Ance Berna rilancia la proposta in occasione della possibile visita del ministro Toninelli: «L’infrastruttura potrebbe cambiare il volto di questa terra»

Pubblicato il: 15/07/2018 – 14:47
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«Ponte sullo Stretto, il governo da che parte sta?»
REGGIO CALABRIA «Abbiamo letto della volontà del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli (nella foto), di venire in Calabria in visita ufficiale il prossimo mese di settembre. È un’intenzione sicuramente positiva perché è sempre un bene che un rappresentante del governo nazionale arrivi in una terra periferica e marginalizzata come la nostra. È un buon punto di partenza ma chiaramente non basta». Lo afferma il presidente di Ance Calabria Francesco Berna. «Non è certo un elemento di discontinuità – prosegue – rispetto ai governi precedenti, di tutti i colori politici, che si sono susseguiti negli ultimi trent’anni alla guida dell’Italia e che sono sempre stati accolti in Calabria, come si suol dire, in pompa magna. I risultati, però, sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto in termini di ritardi strutturali e di sottosviluppo del Mezzogiorno e della Calabria in particolare rispetto al resto del Paese. Il ministro Toninelli sarà dunque il benvenuto ma nella consapevolezza della situazione gravissima, ai limiti del collasso economico e sociale, in cui versa la nostra terra. Dopo anni di passerelle, sopralluoghi, convegni, annunci, se questo è davvero il “governo del cambiamento”, allora ci aspettiamo provvedimenti concreti e operativi che vanno messi in cantiere con assoluta urgenza. La Calabria e il Sud hanno bisogno di decisioni rivoluzionarie. Innanzitutto, occorrono più risorse, molte più risorse, perché è drammaticamente evidente che il Mezzogiorno è stato dimenticato e sfruttato dallo Stato, che continua a destinare gran parte delle proprie risorse ordinarie al Centro-Nord, riservando alle nostre regioni solo le risorse straordinarie messe a disposizione dall’Ue per colmare il ritardo di sviluppo. Questa è una gravissima responsabilità delle classi politiche che si sono susseguite alla guida del Paese e che hanno affossato il Sud, perché tali risorse della programmazione comunitaria devono essere aggiuntive e non sostitutive di quelle del bilancio ordinario dello Stato. Il ministro Toninelli deve occuparsi soprattutto di questo, cioè impegnarsi al riequilibrio delle risorse ordinarie destinate agli investimenti a favore del Sud se vuole garantire le infrastrutture indispensabili per la crescita e lo sviluppo economico del Mezzogiorno. Ma forse è ancora più importante la rivoluzione delle procedure burocratiche vigenti in questo Paese. Lacci e lacciuoli che legano il Paese e che costano ogni anno circa 60 miliardi di euro di opere paralizzate. Un costo insostenibile che sta affossando l’Italia e distruggendo il sistema economico del comparto delle costruzioni. Se il governo ha a cuore l’economia sana del Paese non può fare a meno di lavorare per snellire gli iter e ridurre i tempi di progettazione, di affidamento e gli ormai tristemente noti “tempi di attraversamento”, che di fatto impediscono la realizzazione delle opere o portano al completamento degli appalti quando ormai i progetti sono vecchi e superati, in parole povere deve essere riscritto urgentemente il Codice degli Appalti che si è rivelato un fallimento». «Infine – conclude Berna – chiediamo al ministro Toninelli, con il quale siamo disponibili ad avviare un’interlocuzione franca, schietta e diretta, di chiarire qual è la posizione del governo sulla più grande e importante opera mai pensata per il Mezzogiorno e, in particolare, per Calabria e Sicilia: il ponte sullo Stretto. Da qui a settembre avrà certamente tempo e modo di approfondire tutti gli aspetti, senza posizioni preconcette o pregiudiziali su una grandissima infrastruttura in grado di cambiare davvero il volto della nostra terra. Noi siamo a favore del Ponte, lo abbiamo sempre detto e lo ribadiamo, perché siamo convinti che possa essere il grande volano di sviluppo di cui l’Italia e il Sud hanno bisogno per intraprendere la strada della crescita del Pil e per creare velocemente posti di lavoro nel settore dell’edilizia cosa di cui la Calabria ha drammaticamente bisogno». BARBUTO: CON TONINELLI ESAME SU CROTONE «In settimana ho incontrato, insieme ai colleghi calabresi di Camera e Senato, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. Il gruppo si è presentato compatto all’incontro e ha evidenziato l’intenzione di lavorare in sinergia per risolvere le annose problematiche che affliggono la regione». Lo afferma in una nota la deputata M5S Elisabetta Barbuto. «Ogni parlamentare, in particolare – prosegue – ha evidenziato al ministro la situazione della propria area geografica di appartenenza e per quanto mi riguarda ho consegnato al ministro una nota che riassume la situazione drammatica che vive Crotone, situazione di isolamento e di grave crisi, di cui lo stesso ministro s’è detto ben consapevole. La causa della situazione attuale deriva palesemente dall’approssimazione e dalla cattiva gestione delle cose causata dalla vecchia politica che ha costretto il Crotonese ad una situazione di instabilità e inadeguatezza principalmente, ma non solo, in materia di trasporti. Nel corso dei lavori ho esposto al ministro la i problemi della Statale 106 e ho evidenziato l’importanza di procedere con celerità allo studio di fattibilità che l’Anas sta effettuando sulla variante al megalotto che partendo da Località Passovecchio consentirebbe di raggiungere Catanzaro e Lamezia in tempi veloci, ma anche di procedere alla messa in sicurezza del vecchio tracciato. Ho inoltre evidenziato la totale inutilità di una variante che, partendo sempre da Passovecchio si riallaccerebbe al vecchio tracciato dopo appena pochi chilometri e il cui costo appare decisamente stratosferico (addirittura 150 milioni per 9 chilometri scarsi di strada che prevedrebbe addirittura la realizzazione di diverse gallerie ed alcuni viadotti). La strada ferrata, poi, è sostanzialmente in disuso: pochissimi i treni ed una stazione in stato di degrado che viene usata come ricovero per gli immigrati che sostano lì in attesa del permesso di soggiorno. Abbiamo discusso anche del porto (e delle piattaforme costruite davanti alla costa col relativo problema delle royalties), della bonifica, delle concessioni date e in via di revoca mentre sul futuro dello stesso aleggiano progetti che ne snaturerebbero la naturale vocazione senza alcuna ricaduta positiva sulla economia della città , ma, soprattutto, ho evidenziato lo stato dell’aeroporto perché, paradossalmente, è la situazione che si può risolvere più facilmente e che ci permette di sperare in collegamenti veloci con il resto della nazione. Perché per definire le altre ci vorrà più tempo. Ho spiegato come Sacal abbia partecipato ad un bando per la gestione di tre aeroporti e, mentre il piano industriale della stessa prevedeva una sostenibilità ed uno sviluppo del nostro scalo, appare evidente come le intenzioni della società siano nefaste atteso che, secondo noi, ha intenzione di chiuderlo appena finita l’estate. Attualmente infatti ci sono solo due voli previsti fino alla fine della stagione estiva; il vettore che opera sullo scalo deve fare tappa a Lamezia Terme per rifornirsi di carburante; e l’aeroporto resta aperto solo dalle 8 alle 20. Il tutto in gestione provvisoria perché il decreto definitivo di assegnazione a Sacal da parte del Ministero ancora non è stato firmato ed io ho chiesto alla luce di tanto che il Ministro valuti attentamente la situazione. I crotonesi devono poter scegliere come spostarsi ed il territorio deve uscire dall’isolamento in cui è relegato e a causa del quale vive una crisi spaventosa che non consente alla popolazione di sperare nel futuro». La senatrice, inoltre, il 14 luglio, insieme alle colleghe Corrado e Abate, ha incontrato l’assessore regionale Roberto Musmanno. L’incontro, è scritto in una nota, «è servito per discutere sia di soluzioni e breve che a medio-lungo termine per collegare meglio tutta l’area crotonese col resto della Regione, e soprattutto, dell’Italia». «Non è concepibile, infatti – afferma la parlamentare – che da Crotone non si riesca a raggiungere Roma o Milano in tempi ragionevoli. Per il momento si lavora per ottenere sia un regionale veloce e un Freccialink che permetta di raggiungere Lamezia/Paola per sfruttare i collegamenti veloci già presenti sull’asse tirrenica (soluzioni nel breve periodo) mentre si lavora all’elettrificazione della ferrovia che porta verso Sibari per attivare una Freccia che parta direttamente da Crotone sfruttando la dorsale Jonica (nel lungo periodo) rivalutando anche tutta l’area dal punto di vista turistico. S’è discusso anche della Statale 106 e Musmanno ci ha confermato che, dopo le nostre segnalazioni, il progetto della variante di Passovecchio è stato congelato: si lavora a una soluzione più funzionale che permetta di spendere meglio le risorse accantonate per offrire un servizio migliore ai cittadini che permetta loro di spostarsi più facilmente e in sicurezza. Abbiamo iniziato anche a parlare di porto e aeroporto ma di questo discuteremo in un prossimo incontro con l’assessore regionale alla Logistica Francesco Russo in quanto di sua competenza. Fermo restando che in settimana avrò un incontro con i vertici Anas per approfondire meglio il discorso strade del crotonese».
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