CATANZARO Adesso è davvero una corsa (quasi disperata) contro il tempo. Ammesso che di tempo ve ne sia ancora. Perché un pezzo di Garanzia Giovani è tecnicamente evaporato lo scorso 30 giugno. E, insieme ad esso, sono spariti più di 7 milioni di euro. L’unica speranza è che il ministero del Lavoro consenta alla Regione Calabria una proroga fino al 30 dicembre 2018. Una strada strettissima e una scelta tutt’altro che scontata, anche se – i boatos si rincorrono al dipartimento Lavoro – interlocuzioni sarebbero state avviate nelle scorse settimane. Per ora le carte ufficiali raccontano di un progetto partito nel 2016 – con un avviso pubblico «per la costituzione del catalogo unico dell’offerta formativa per i giovani che hanno aderito al programma “Garanzia Giovani” Calabria» – e consumato senza che le attività siano mai partite. Un insieme di buoni propositi andati a male. Assieme a una ragguardevole quota di finanziamenti. Lasciamolo dire ai documenti ufficiali. «Per l’attuazione delle azioni di cui al presente Avviso pubblico è disponibile la somma complessiva di euro 7.362.533,20 a valere sulle risorse del Piano di attuazione Garanzia Giovani Calabria». Grandi numeri: così come le previsioni sulle persone da coinvolgere, «un numero di giovani tra i 18 e i 29 anni di circa 2.454». Quando si parla di lavoro – a proposito di emergenze calabresi – iter e tempistiche finiscono sotto la lente di ingrandimento più che in altri settori. In questo caso la data di riferimento, al capitolo «modalità di realizzazione dei percorsi formativi», compare all’ultimo rigo. Non è come evidenziarla con un pennarello, ma quasi: «Tutti i percorsi di formazione dovranno concludersi entro giugno 2018». Si tratta di attività propedeutiche all’avvio del programma vero e proprio. Per avviarle, la Regione deve selezionate i soggetti attuatori della formazione. Serve tempo per sceglierli, ovviamente. Ma quando l’avviso pubblico finisce sul Bollettino ufficiale, nel febbraio 2016, nessuno pensa che il percorso potrà durare più di due anni quattro mesi. E invece i ritardi si sommano, le procedure inciampano.
Il dubbio che le cose stiano andando nel verso sbagliato si affaccia quando il dipartimento Lavoro approva la graduatoria provvisoria. L’affanno burocratico è evidente: lo step si completa il 29 gennaio scorso (il riferimento è sempre quello alla pubblicazione sul Bollettino). Basta poco perché il dubbio diventi praticamente una certezza.
Il 30 marzo la graduatoria diventa definitiva. Ma la pubblicazione sul Bollettino ufficiale avviene soltanto il 1° giugno 2018. Quando ormai è troppo tardi: non c’è tempo neppure per cominciare con i percorsi di formazione, figuriamoci per completarli. È così che la speranza resta appesa soltanto ai contatti avviati tra il dipartimento e il ministero. Per ottenere una proroga che, in ogni caso, non servirà a rendere agevole il compito degli enti di formazione. Resterebbe comunque l’estate a rallentare la corsa: garantire la fine dei percorsi entro dicembre non sarebbe comunque un passeggiata. Ammesso che la proroga arrivi. Se lo augurano molte centinaia di ragazzi. E anche chi – alla Regione e negli enti di formazione – non vorrebbe veder evaporare 7 milioni di euro destinati al lavoro in una terra in cui di lavoro non ce n’è.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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