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Maxi evasione fiscale nel Cosentino, Spagnuolo: «Qui si naviga sull'imbroglio»
Sequestrati beni per 3,7 milioni di euro. Arresti domiciliari per un un imprenditore che di fatto amministrava un gruppo societario operante nella commercializzazione di macchine agricole. Indagato a…
Pubblicato il: 28/01/2019 – 9:00
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COSENZA Beni sotto sequestro per 3,7 milioni di euro ed un amministratore “di fatto” che avrebbe nascosto al fisco, dal 2011 ad oggi, ricavi per 11 milioni di euro. Due imprenditori di San Marco Argentano sono indagati per evasione fiscale, occultamento e distruzione di documenti contabili. Ad eseguire l’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura guidata da Mario Spagnuolo, sono stati i militari della Guardia di finanza di Paola guidati dal capitano Paolo Marzano. Sigilli soprattutto a rapporti finanziari, quote societarie e beni immobili. L’amministratore “di fatto” è finito agli arresti domiciliari, mentre nei confronti di un prestanome è stato disposto l’obbligo di firma con divieto di esercizio di qualsiasi attività di impresa per un anno. «Le indagini – dice Mario Spagnuolo – confermano come si siano create delle scatole cinesi per fare in modo di ottenere somme di denaro scaricando sul fisco tutta una serie di costi». Ma c’è di più per il procuratore capo, soprattutto l’errata cognizione da parte dell’opinione pubblica su questa tipologia di reati. «La realtà cosentina è che si naviga sull’imbroglio – aggiunge il procuratore -. Si creano delle realtà fittizie per ottenere delle finanziamenti oppure creare dei rapporti privilegiati per la pubblica amministrazione». Non è un caso, infatti, che la Procura di Cosenza nel solo 2018 abbia concretizzato più di 20 richieste di fallimento tutte accolte e alcune delle quali in via di definizione. I controlli dei finanzieri, in questo caso, hanno permesso di denunciare anche altre due persone, operanti in tutta Italia nella commercializzazione di macchine agricole, tutte legate allo stesso gruppo societario riconducibile all’imprenditore arrestato.
LE INDAGINI Le attività investigative hanno riguardato controlli incrociati effettuati nei confronti di oltre 200 imprenditori, indagini finanziarie su movimentazioni di svariati milioni di euro, analisi della “storia” (dal 2000 al 2018) di tutte le società coinvolte, dei passaggi delle quote sociali e delle cariche societarie per ricostruire la posizione fiscale della società “fantasma” e definire il ruolo dell’amministratore “di fatto”.
In particolare è emerso l’occultamento di migliaia di fatture e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti con la mancata dichiarazione di operazioni imponibili per 11 milioni di euro, è stata simulata la vendita di terreni e di una macchina agricola, gonfiati i prezzi di vendita di attrezzature e macchine agricole tutto per sottrarre al pagamento di imposte oltre tre milioni 700mila euro.
Al termine delle indagini sono stati contestati i reati di occultamento o distruzione di documenti contabili, omessa dichiarazione, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti.
mi. pr.
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