REGGIO CALABRIA Avrebbero aggredito e malmenato un commerciante, per poi sequestrarlo e minacciarlo con un fucile a canne mozze, per costringerlo a consegnare loro il denaro dell’incasso. Per questo sabato, tra Reggio e Cosenza, i carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo hanno arrestato – in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip su richiesta della Procura di Reggio – Carlo Raso, 46enne reggino, e Anouar Azzazi, 35enne marocchino, ritenuti responsabili, in concorso, dei reati di rapina, sequestro di persona, lesioni personali, porto e detenzione di arma clandestina, ricettazione e furto.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip su richiesta della Procura di Reggio nei confronti dei due arrestati rappresenta l’esito delle indagini avviate dopo l’arresto in flagranza di reato, eseguito a Melito di Porto Salvo il 28 agosto 2017, di un minorenne ucraino, accusato, in concorso con Raso e Azzazi, del sequestro di persona di un commerciante locale, eseguito a mano armata per sottrargli un’ingente somma di denaro, corrispondente all’incasso di alcuni giorni maturato da un suo esercizio commerciale.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti la mattina del 28 agosto 2017, lungo la statale 106 all’altezza del bivio per Marina di San Lorenzo, i malviventi utilizzando un’autovettura appena rubata, avrebbero bloccato, costringendolo contro il guardrail, il veicolo condotto dall’imprenditore e, sotto la minaccia di un fucile a canne mozze, gli avrebbero intimato di consegnare il denaro. La vittima non poté far altro che consegnare i pochi soldi contenuti nel portafoglio non avendo con sé, come erroneamente presupposto dai malviventi, l’incasso dell’esercizio commerciale. Non convinti dalla versione fornita dall’imprenditore, i tre controllarono a fondo il veicolo e, non rinvenendo il denaro, decisero di portare il commerciante in una zona isolata di Melito Porto Salvo, per malmenarlo e minacciarlo ulteriormente sino ad indurlo a riferire dove custodiva il denaro. A questo punto i malviventi avrebbero mandato il complice minorenne nel luogo indicato dall’imprenditore assieme a quest’ultimo. Ma una pattuglia di carabinieri in abiti civili intercettò l’autovettura dell’imprenditore e arrestò il minorenne che, poco prima di essere controllato, aveva cercato maldestramente di occultare indosso alla vittima la somma di denaro appena sottrattagli.
Fra gli elementi raccolti, l’intercettazione dei dialoghi fra gli indagati, l’esame dei filmati registrati dagli impianti di sorveglianza presenti nelle vicinanze dei luoghi in cui sono avvenuti i fatti e le prove scientifiche derivanti dalle impronte digitali rilevate sull’auto usata dai malviventi.
x
x