CATANZARO La nuova stagione di Ztl – Zona Transitoriamente Libera – anticipa di poche ore la Giornata internazionale della Donna, regalando al pubblico uno spettacolo profondo e tormentato, che affronta con un linguaggio moderno e vivace, un tema antico che è quello dell’amore che diventa una prigione di sofferenza e paura da cui nessuno esce vivo, nemmeno chi sopravvive. Lo spettacolo porta la firma del “fisico prestato al teatro”, Franco Corapi, ed è prodotto dalla Società Cooperativa Edizione Straordinaria, in scena tutta la freschezza e l’emozione di due bravi ed eclettici attori calabresi, noti anche in ambito cinematografico, che l’hanno diretto ed interpretato: Claudia Olivadese e Vincenzo Lazzaro. Il quadro d’insieme si completa con una scenografia che riempie la scena e incuriosisce, oltre alle luci magistralmente ‘usate’ per definire i quadri, creare la suspense, evidenziare la drammaticità del momento, segnare il cambio di registro: ci sono due gabbie nel centro del palcoscenico, due grandi pupazzi bianchi che ricalcano l’eterno conflitto tra uomo e donna nella dimensione del gioco che spesso è la più autenticamente vera, cumuli chincaglieria vintage come il contenitore di musicassette, sono soprattutto supporti materiali di comunicazione, compresa una grande televisione. La storia d’amore che mettono in scena Claudia e Vincenzo non può che avere una colonna sonora: è la musica che passa su Radio Fm, e prende vita grazie alla voce di Sara Laura Raimondi, che scandisce questo sentimento, prima dolce e tenero, quello dell’inizio dove i sogni in rosa si materializzano mettendo casa insieme non lasciano spazio alla possibilità di un futuro diverso da quello dell’idillio che si pensa eterno. Le dediche frivole passano su Radio Fm – acronimo che gli stessi autori dichiarano «chiave semantica bivalente: la modulazione di frequenza che evoca la radio e le femmine morte che evocano la triste piaga del cosiddetto “femminicidio”» – si alternano alle incursioni del sempre bravo Gianpaolo Negro che porta il verbo d’amore in tutte le religioni, promemoria vivente in formato audio e video di quei precetti che vogliono l’uomo padrone, proprietario del corpo e della mente delle donne, oggetto di possesso. Nella gabbia, come uno specchio, Lui e Lei, si parlano, si cercano, si rifiutano, si azzuffano. Quello spazio angusto è la prigione in cui si uccide l’amore, soffocato dal possesso maschile, dalla sete di controllo, che diventa furia quando la donna prende consapevolezza di sé, e vuole liberarsi dalla paura, spogliarsi dalla rassegnazione. Cambiano le posizioni mentre le luci si spengono e si accendono, ma non cambia la messa in scena di un dramma sociale per troppo tempo rimasto velato dal silenzio della rassegnazione, e che oggi nonostante la consapevolezza continua a mietere vittime: il femminicidio. Ci vuole bravura e coraggio per “creare” uno spettacolo spettacolo (nella foto di Walter Fratto) come quello messo in scena da Edizione Straordinaria, per cui un sentito ringraziamento va a Salvatore Emilio Corea, che dirige anche una tra le più importanti e produttive scuole di teatro della città. Ma anche il coraggio e la bravura di “Confine Incerto” che ha messo in campo il progetto culturale Ztl. Emanuela Bianchi, Giorgia Boccuzzi, Teresa Zumaglini e Luigi Lacquaniti sono impegnati con questo progetto nella rivitalizzazione di spazi urbani come quello di Via XX Settembre dove sorge il Nuovo Supercinema attraverso “la socializzazione come motore della trasmissione della cultura e della conoscenza, lo stare assieme nella città”. «A Ztl interessano le relazioni umane – ha detto Giorgia Boccuzzi – fare rete significa avere cura dell’altro, mettere al centro non più l’io ma noi, quello che stiamo facendo con il cuore, da questa idea possono nascere un collettivo una comunità, una impresa, un cambiamento politico sociale. Che è quello che abbiamo cercato di realizzare con questo progetto». «Noi coltiviamo dei sogni, se non trovano l’innesco non si realizzano e in un territorio come quello calabrese è sempre complicato, ma possiamo riuscirsi mettendoci il cuore, tutti assieme», ha aggiunto Emi Bianchi ringraziando ancora Salvatore Emilio Corea e Franco Corapi, che ha scritto il testo, in regia affiancato da Pasquale Rogato alle musiche.
Maria Rita Galati
redazione@corrierecal.it
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