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Regione, la delibera «scomparsa» mette a rischio le assunzioni

Il sindacato Csa-Cisal: «Non c’è traccia dell’approvazione del Piano triennale delle azioni positive». Un caso spinoso per la burocrazia della Cittadella

Pubblicato il: 17/03/2019 – 8:40
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Regione, la delibera «scomparsa» mette a rischio le assunzioni
CATANZARO «Quando gli Enti pubblici fondavano la propria attività esclusivamente sulla carta poteva anche capitare che qualche documento fosse dimenticato in chissà quale archivio o, peggio, smarrito. Più difficile è che questo accada nel mondo della Pubblica amministrazione digitalizzata». Eppure, rivela il sindacato Csa-Cisal, da qualche tempo in Regione Calabria si è persa traccia di una delibera della Giunta. E questo potrebbe creare problemi. E anche seri. LA DELIBERA “ADOTTATA” CHE NON C’È La delibera in questione è la numero 276 del 28 giugno 2018. Si tratta dell’approvazione del Piano triennale delle azioni positive (2018-2020). Adempimento obbligatorio per le amministrazioni, il “piano” si prefigge l’obiettivo di individuare misure specifiche per eliminare in un determinato contesto le forme di discriminazione eventualmente rilevate. Dell’atto c’è esplicita menzione nel resoconto della Giunta regionale, appunto della seduta del 28 giugno. Formalmente quindi l’esecutivo pare l’abbia adottato, ma c’è un però. «Infatti – spiega il sindacato – a distanza di mesi nessuno (o quasi, nemmeno i dirigenti interessati nello specifico) è stato in grado di prendere visione di cosa ci sia scritto all’interno del testo deliberato e men che meno dell’allegato alla delibera, ossia il contenuto vero e proprio del piano delle azioni positive. Eppure qualcuno deve averla redatta, altri devono averla firmata. Chiaramente speriamo che si tratti di una semplice difficoltà burocratica a riprodurre l’atto poiché se si fosse perso in qualche ufficio o, peggio, non fosse stato realmente adottato si innesterebbe una reazione amministrativa a catena devastante per la Regione». SENZA DELIBERA A RISCHIO LE ASSUNZIONI La delibera sul piano delle azioni positive, infatti, «dopo essere stata licenziata a metà dell’anno scorso è stata successivamente richiamata per iscritto in altri importanti atti dell’Ente regionale, peraltro fondandone la legittimità. In particolare in quelli che prevedono delle assunzioni. E non è un caso che segua cronologicamente l’adozione dell’aggiornamento del piano del fabbisogno del personale (approvato due settimane prima, il 14 giugno 2018 con deliberazione numero 250)». «Cosa succederebbe – si domanda il Csa-Cisal – se malauguratamente l’adempimento dell’approvazione della Giunta del piano delle azioni positive non fosse stato rispettato? La norma contenuta nell’articolo 48 del D.Lgs. 198 del 2006, richiamando a sua volta l’articolo 6 comma 6 del D.Lgs. 165 del 2001, dispone che “le amministrazioni pubbliche che non provvedono agli adempimenti di cui al presente articolo non possono assumere nuovo personale, compreso quello delle categorie protette”. Se la delibera 276 non saltasse fuori sarebbero così illegittime tutte le assunzioni effettuate. Si mettono a rischio le stabilizzazioni di 26 unità nel settore Rifiuti del dipartimento “Ambiente e Territorio”, di un’altra nell’Audit e pure dei tre direttori generali esterni assunti in Regione nel secondo semestre dell’anno scorso. Vale a dire Ennio Apicella al Segretariato generale, Bruno Soda al Nucleo Regionale Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici in Calabria (Nrvvip) e di Antonio Belcastro arrivato alla guida del Dipartimento di “Tutela della Salute”. Una potenziale Caporetto amministrativa». «Possibile – incalza il sindacato – che dopo circa otto mesi (fine giugno 2018) non si abbia contezza di questa delibera? Nessuno l’ha vista o catalogata? Visti i potenziali rischi per i dipendenti stabilizzati crediamo sia proprio arrivato il momento di tirare fuori queste carte e dipanare ogni dubbio, evitando di sollevare queste preoccupazioni ai lavoratori. Non si può essere così superficiali sulla carriera dei dipendenti e sulla continuità amministrativa della Regione. I dipendenti dell’Ambiente e dell’Audit – prosegue il sindacato – non meritano certo questo indesiderato brivido dopo essersi sudati l’agognata stabilizzazione. Che non dimentichiamo, di questi tempi, significa una delle poche fonti di tranquillità per le famiglie. Bisogna fornire un chiarimento subito». LE REGOLE SUI LAVORI DELLA GIUNTA «Confidiamo – sottolinea il sindacato – che chi ha maneggiato il documento non sia stato così sprovveduto da annunciare l’adozione di una delibera di Giunta poi scomparsa nel nulla. Di certo sorprende in negativo l’inerzia della responsabile dell’Anticorruzione e della Trasparenza. Al cospetto di un atto di Giunta di circa 8 mesi fa e che condiziona la legittimità delle assunzioni non solo non si avvede della sua mancata ostensione sul sito istituzionale ma, ancor più grave, della mai avvenuta pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria, abdicando di fatto al suo ruolo. È grave una dimenticanza del genere, visto che la legittimità di altri atti (le assunzioni), che la responsabile Anticorruzione e Trasparenza avrà visionato, dipendono proprio da questa delibera. Più in generale, questa vicenda è l’ennesima prova di come occorra modificare l’assetto che regola i lavori dell’esecutivo regionale. Ad oggi, infatti esiste solamente un disciplinare (approvato nel 2016) che francamente non è più adattato alle necessità (e obblighi) di trasparenza e conoscibilità degli atti di ente pubblico che si rispetti. Il disciplinare, all’articolo 9, consente tuttora un’innaturale asimmetria nell’adozione di una delibera e la sua concreta formalizzazione ad opera del Settore proponente». «Capita spesso – continua la nota – che dopo l’invio da parte dell’ufficio competente della proposta deliberativa non si sappia con certezza che fine faccia. Se la delibera è approvata o non approvata, e ancora se sarà mai pubblicata. Poi c’è sempre l’enigma della pre-giunta che, seppure è una riunione informale, sta sempre più soppiantando le sedute vere e proprie della Giunta stessa. I lavori della pre-giunta sono conosciuti quanto le prime forme di organizzazione della Carboneria. O, altre volte, capita, come in questo caso, che nel sistema interno digitale regionale alcune delibere non siano mai visibili, complicando l’attività amministrativa. Invitiamo – conclude il sindacato Csa-Cisal – a lavorare ed approvare al più presto un Regolamento sul funzionamento dei lavori della Giunta regionale per evitare nuovi casi di delibere dimenticate o scomparse o comunque introvabili. Non piacerà a tutti, ma soltanto perché non a tutti piace la trasparenza totale».
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