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La Cisal: «Via Crucis per il contratto. Ancora niente firma su quello 2018»
Il sindacato denuncia «lassismo e ritardi. La mancata sottoscrizione sarebbe un fallimento senza precedenti con l’aggravante che ricadrà sui lavoratori»
Pubblicato il: 08/04/2019 – 10:56
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CATANZARO «Dopo dieci anni di blocco forzoso nel rinnovo del contratto collettivo nazionale del pubblico impiego, lo scorso maggio c’era stata la svolta con la sigla degli accordi a livello nazionale. A quel punto spettava alle varie amministrazioni stipulare il contratto per riconoscere quanto dovuto ai lavoratori, come peraltro suggellato da una sentenza della Corte Costituzionale (quella del 2015 che ha dichiarato illegittimo il blocco). L’occasione, come dimostra il lunghissimo periodo di congelamento e le attuali difficoltà vissute nella Pubblica Amministrazione in generale, doveva essere colta al volo. Tuttavia la Regione Calabria – osserva il sindacato Csa-Cisal – ha di nuovo dimostrato di essere il fanalino di coda quando c’è da cogliere una positività. Ad oggi infatti i lavoratori regionali ancora non possono contare sull’applicazione al Contratto decentrato integrativo 2018 (Cida 2018) dell’accordo collettivo nazionale 2016-2018. Siamo ad aprile 2019, quando è stato abbondantemente superato il consuntivo 2018, eppure le sigle sindacali e la parte pubblica non hanno firmato il resto di niente».
LA VIA CRUCIS Nonostante risultino agli atti ben 12 riunioni sul tema, l’ultima tenutasi appena qualche giorno addietro (dove forse si è riusciti a trovare la quadra), la parola fine non è stata ancora scritta. «È una via Crucis – spiega la Cisal –. Siamo quasi alla quattordicesima stazione. Speriamo di chiudere la partita. Indubbiamente, l’amministrazione regionale se l’è presa fin troppo comoda. Dalla storica stipula nazionale di maggio 2018 ha infatti pensato bene di “svegliarsi” solo agli inizi di novembre 2018, la data della prima riunione in cui ha convocato le organizzazioni sindacali. Le trattative quindi sono state avviate con un pesante e colpevole ritardo dalla parte pubblica. Purtroppo, non è stata aiutata nemmeno dalle organizzazioni sindacali, che anche loro in questa vicenda hanno una fetta di responsabilità. Nessuna sigla esclusa, anche il sindacato Csa-Cisal che se ne prende una sua porzione insieme alle altre, sebbene in solitario non si può fare tanto. Di certo è mancata unitarietà di intenti e soprattutto un’azione compatta per mettere all’angolo l’amministrazione. Questo va detto per trasparenza nei confronti dei lavoratori. Fra richieste di spostamenti di date ed un atteggiamento in alcuni casi fin troppo molle i sindacati non hanno spinto a dovere sulla controparte affinché si applicasse in tempi brevi il nuovo Ccnl 2016-2018 dopo circa 10 anni di immobilismo a livello nazionale tutto a discapito dei lavoratori. Contratto, che è bene sappiano anche i non addetti i lavori, non disciplina soltanto i trattamenti economici (non è solo qualche euro in più in busta paga!), bensì abbraccia pure la sfera giuridica del rapporto di lavoro. Quindi ferie, permessi, malattia… e tutti gli altri diritti conquistati dalle vecchie generazioni di lavoratori».
DATE CERTE PER LA FIRMA «La Parte pubblica – continua la nota – ha nondimeno dimostrato scarsa capacità di programmazione e disinteresse sul fronte del benessere organizzativo e gestionale del personale. Insomma, verso chi tira la carretta in Regione c’è stato un atteggiamento irresponsabile che si è prolungato fin troppo a lungo. Una condotta che, per quanto ci compete, deve essere d’ora in poi ribaltata». Il sindacato Csa-Cisal chiede «la redazione formale di un cronoprogramma con date certe e definite. Nel caso in cui verranno eluse o ci siano ulteriori slittamenti non escludiamo forme di mobilitazione. È assurdo – osserva sempre il sindacato – che quasi a metà del 2019 si stia ancora trattando il contratto integrativo decentrato 2018. Dovremmo pensare al rinnovo 2019 e invece siamo ancora fermi al palo con l’accordo del passato. Una sfasatura temporale che la dice lunga sull’attuale concetto di pianificazione in Cittadella. Altri enti locali, come molti piccoli comuni, a differenza della Regione Calabria, che dovrebbe essere l’Amministrazione guida in ottica regionale, hanno adempiuto al proprio dovere sottoscrivendo già gli accordi 2018 e dando così la meritata gratificazione ai lavoratori».
LA POLITICA E IL PRIMO EFFETTO DEL RITARDO Il sindacato Csa-Cisal «di fronte a questo lassismo chiama in causa direttamente la politica, compartecipe di questo assurdo rallentamento. Un ritardo che – prosegue la nota – purtroppo non è stato a saldo zero per i lavoratori. Infatti, si sono già perse le progressioni riferibili al 2018. Non sappiamo (e non crediamo) che l’assessore al Personale sia pienamente informato di quanto (non) stia accadendo con il rinnovo del contratto 2018. Bene, con questa denuncia lo sarà di sicuro. Aggiungiamo, visto che è bene lo sappia, che siamo in presenza di una contrattazione caratterizzata da molte novità e dalla conferma della sua “essenzialità” non solo per le relazioni sindacali e per la ripartizione del fondo per le risorse decentrate (quindi per la erogazione del salario accessorio), ma più in generale per le rilevanti conseguenze che si producono sull’organizzazione dell’ente e sull’utilizzazione del personale. Tanti motivi insomma per cui l’assessore non si può tirare indietro: prenda coscienza del grave problema che rende inquieti tutti i dipendenti regionali e strigli il direttore generale del suo dipartimento affinché si arrivi ad un celere accordo fra le controparti. Il nuovo Ccnl avendo ampliato notevolmente le materie oggetto di contrattazione, come sindacato rivendichiamo il diritto di poter intervenire nelle relative decisioni non permettendo a nessuno, neanche a presunti tuttologi che stanno ai piani alti del Palazzo e che fino a prova contraria sono figure esterne all’Ente, di interferire con le prerogative sindacali. Il sindacato Csa-Cisal dal prossimo incontro in avanti, che dovrebbe tenersi già in settimana, non accetterà più temporeggiamenti e tentennamenti. Pretendiamo che l’accordo si chiuda subito secondo i principi di responsabilità, correttezza, buona fede e trasparenza nei comportamenti da entrambi le parti e che inizi contestualmente la negoziazione per il rinnovo del 2019, perché si è già accumulato parecchio ritardo. La mancata sottoscrizione sarebbe un fallimento senza precedenti con l’aggravante che ricadrà sui lavoratori».
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