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«Sanità, o si trovano le risorse o si chiudono gli ospedali»

L’Ordine degli infermieri di Cosenza chiede «scelte coraggiose» al commissario Cotticelli. «Parla con associazioni e amici ma non con chi vive il settore giorno per giorno»

Pubblicato il: 01/05/2019 – 16:50
«Sanità, o si trovano le risorse o si chiudono gli ospedali»

COSENZA «Non si gioca sulla pelle degli operatori sanitari e dei cittadini. Come Ordine professionale diciamo una volta per tutte basta a questo balletto di assunzioni e turnover. Non si tratta di fare cortesie a qualcuno ma siamo di fronte ad urgenze, per tutti». Lo afferma in una nota Fausto Sposato, presidente dell’Opi Cosenza, l’Ordine degli infermieri. «C’è bisogno di risorse. O si assume – prosegue – o si abbia il coraggio di chiudere gli ospedali, si prendano decisioni importanti. Esistono graduatorie eppure persiste, allo stesso tempo, una carenza cronica di personale sanitario. E ancora si tentenna se stabilizzare oppure no. Come Ordine abbiamo chiesto un incontro da tempo, mentre il commissario continua a ricevere associazioni e amici. A noi non interessa la politica, ci preme dare dignità a tutti gli operatori e servizi ai cittadini/pazienti. Purtroppo si continua a emigrare nel nord Europa, neppure più nel nord Italia. Il commissario sta facendo lo stesso errore di chi c’era prima. Perché non parla con chi conosce la sanità e la vive quotidianamente? Se si interloquisce con gli Ordini professionali e con i rappresentanti della categoria le soluzioni si trovano. Siamo in grado di poter apportare un contributo importante. Per non parlare, anche, della politica che è distante veramente dalla sanità. Riteniamo che non basti inaugurare nuovi ingressi dell’ospedale se poi a pochi metri, al Pronto soccorso, si continua a soffrire con lunghe attese e senza risposte. Due sono le cose: o il personale c’è ma evidentemente è imboscato oppure non c’è e occorre assumere. Delle due l’una, ma si facciano scelte coraggiose. Noi sponsorizziamo tutti gli infermieri, anche guardando al nuovo codice deontologico. E rivolgiamo l’attenzione anche al personale tecnico ed a quello di supporto. La nostra è una battaglia per avere personale, per un’assistenza di qualità che meritano i cittadini. Se i manager hanno fallito si sostituiscano immediatamente. Come? Investendo, avendo una visione futura della sanità. Oggi si fanno avvisi ma non concorsi. Occorre dare la possibilità a tutti di partecipare, si proceda immediatamente. Per chi è in graduatoria, per i precari. Basta peraltro a incarichi di facente funzione. Si continuano a perdere patrimoni importanti, soprattutto in termini di risorse umane. Esportiamo malattie ed è abbastanza chiaro poi il perché si paghi di più. Il problema allora è gestionale, non strutturale. Prendiamo ad esempio l’ospedale di Cosenza: per noi deve ergersi ad hub di provincia, su un livello superiore. Ecco perché spesso proponiamo gli infermieri di comunità. Ma tutto ciò dovrebbe dirlo chi si occupa di sanità in Calabria».
«Noi – conclude Sposato – ci limitano a pretendere dignità per gli operatori che non ce la fanno più e per i nostri colleghi che espletano compiti non di loro competenza. La gente chiede assistenza e questa guerra tra poveri non serve».

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