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Province, Abramo: «Non sono inutili, ma serve definizione funzioni»

Il presidente dell’ente intermedio di Catanzaro: «Elezione diretta è secondaria, l’abolizione determinerebbe un risparmio pari a zero»

Pubblicato il: 04/05/2019 – 15:48
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Province, Abramo: «Non sono inutili, ma serve definizione funzioni»
CATANZARO «Il tema su cosa debbano essere le Province continua a infiammare la polemica politica, mentre la situazione permane confusa e complicata». Lo afferma il presidente della Provincia di Catanzaro, Sergio Abramo, citando un dossier dell’Upi «che – dice – sulla base di dati numerici, risponde in modo ineccepibile a chi li ritiene enti inutili». «In tutta Italia – sostiene Abramo – le Province gestiscono oltre 5.100 scuole nelle quali studiano più di 2,5 milioni di ragazzi e 130mila chilometri di strade, pari all’80% della rete viaria nazionale sulla quale insistono 30mila ponti, viadotti e gallerie. In capo alle Province sono rimaste anche pianificazione territoriale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell’ambiente, pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali, funzioni di stazione appaltante e organizzazione di concorsi e procedure selettive. Tutto questo, come si legge nel dossier Upi, mentre due leggi di Bilancio, quelle del 2014 e la seguente, hanno operato enormi tagli alle Province che, senza risorse e con personale dimezzato, si trovano a gestire praticamente le stesse funzioni». «Assolutamente condivisibile – aggiunge Abramo – è l’idea del presidente nazionale Upi, Michele De Pascale, secondo cui la necessità di un ritorno all’elezione diretta è secondaria rispetto a una definizione chiara delle funzioni delle Province. Così come concordo con De Pascale, che ritiene che abolire le Province oggi produrrebbe un risparmio pari a zero in termini di costi della politica, visto che i non più di 900 amministratori che le governano lo fanno gratis».
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