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Regione, i consiglieri si sono "regalati" una pensione

Approvata la legge che ridetermina i vitalizi e introduce una «indennità differita». I politici potranno andare in quescienza a 65 o 60 anni. E il grosso dei contributi lo pagherà Palazzo Campanella

Pubblicato il: 28/05/2019 – 18:03
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Regione, i consiglieri si sono "regalati" una pensione
di Pietro Bellantoni REGGIO CALABRIA Si sono regalati una pensione. Con una manovra lampo, il consiglio regionale della Calabria ha approvato all’unanimità la legge che ridetermina i vitalizi e introduce il sistema contributivo per i politici in carica. È stata una mossa non programmata, dal momento che la norma non è stata inserita nell’ordine del giorno stabilito e che il testo non è stato nemmeno pubblicato sul portale istituzionale di Palazzo Campanella. L’ok alla legge è avvenuto prima in Conferenza dei capigruppo, poi in Aula, dopo una breve illustrazione di Giuseppe Giudiceandrea (Dp). Resta il dato di fatto: da oggi i consiglieri regionali potranno versare i contributi e percepire una pensione a partire dal 65esimo anno di età o, in caso di lunga permanenza in assemblea, dal 60esimo. LA LEGGE La legge si rifà all’intesa avvenuta lo scorso 3 aprile in Conferenza Stato-Regioni e prevede la rideterminazione dei vitalizi degli ex consiglieri. Il testo della norma è in tipico burocratese: la modifica «è effettuata moltiplicando il montante contributivo individuale (…) per il coefficiente di trasformazione (…) relativo all’età anagrafica del titolare dell’assegno vitalizio alla data di decorrenza del vitalizio stesso». Viene introdotto, insomma, un sistema a scaglioni che, in teoria, dovrebbe garantire un risparmio per le casse della Regione. Gli importi degli assegni, inoltre, «sono rivalutati annualmente, a partire dall’anno successivo all’applicazione della rideterminazione, sulla base dell’indice Istat di variazione dei prezzi al consumo (Foi)». Allo stesso tempo, la legge prevede un nuovo trattamento previdenziale per i consiglieri in carica, e per quelli che verranno, «basato sul metodo di calcolo contributivo». Gli estensori della norma, firmata da tutti i capigruppo, la chiamano «indennità a carattere differito, corrisposta in dodici mensilità». I consiglieri cessati dal mandato «conseguono il diritto all’indennità a carattere differito al compimento dei 65 anni di età e a seguito dell’esercizio del mandato assembleare per almeno 5 anni, anche non consecutivi». Per ogni anno di mandato oltre al quinto, l’età richiesta «è diminuita di un anno, fino al limite di 60 anni». Quanto alla quota di contributo a carico del consigliere, la legge la fissa nell’8,80%. Quella invece a carico della Regione «è pari a 2,75 volte la quota a carico del consigliere». Un modo complicato per dire che Palazzo Campanella sborserà una quota superiore al 24%. LE CONSEGUENZE FINANZIARIE Nella relazione allegata alla legge si danno un po’ di cifre. E si spiega che, a fronte di una spesa per i vitalizi pari a 9 milioni e 413mila euro all’anno, quella relativa agli assegni rideterminati «rientra nel plafond di spesa consentito (spesa per vitalizi ricalcolati senza clausole di salvaguardia, incrementata fino al 26%) (…) garantendo comunque che, per effetto della rideterminazione, ciascun assegno vitalizio risulti pari o superiore a due volte il trattamento minimo Inps». In ogni caso, la rideterminazione comporterebbe un «risparmio in termini finanziari pari a circa 1.249.588 euro annui». L’indennità differita, cioè la nuova pensione, sarebbe invece «significativamente inferiore, nel suo ammontare, rispetto agli assegni vitalizi ad oggi erogati». Sul piano triennale «è ragionevole ipotizzare una diminuzione della spesa per assegni vitalizi e indennità differite, tenendo presente la riduzione del numero dei consiglieri, passati da 50 a 30 oltre al presidente della giunta, avvenuta proprio in occasione della presente legislatura». La spesa prevista per l’indennità differita, per il quinquennio 2020-2025, sarebbe pari a 486mila euro, a fronte di entrate pari a quasi 400mila. Prevista anche l’indennità di fine mandato, una sorta di liquidazione per i consiglieri. In questo caso la «spesa prevista nell’anno 2020 e anche nell’anno 2025 è pari a 790mila e 500 euro, a fronte di entrate pari a 94mila e 860 euro». Poco prima dell’approvazione, Giudiceandrea l’ha definita una norma «non epocale, ma semplice, doverosa e costituzionale». La sostanza è che, da oggi, i consiglieri regionali della Calabria non dovranno più preoccuparsi: anche loro avranno una pensione “politica”. Anzi, una indennità differita. (p.bellantoni@corrierecal.it)
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