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I narcos di San Luca beccati grazie alle loro stesse foto-trappole: 28 arresti – NOMI
Operazione della Dda di Reggio contro un clan dedito al traffico di droga. Le piazze di spaccio oltre che nel Lazio anche in Germania. Il cifrario del gruppo per eludere i controlli – VIDEO
Pubblicato il: 31/05/2019 – 11:49
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REGGIO CALABRIA Associazione finalizzata alla produzione e al traffico illecito di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini di spaccio, ricettazione, detenzione e porto illegale di arma da sparo. Con queste accuse è scattata l’operazione “Selfie” nelle province di Reggio Calabria, Roma, Latina e a Eisenach (Germania) che ha portato all’arresto di 28 persone. Nell’operazione, diretta dal procuratore capo di Reggio Giovanni Bombardieri al termine di una complessa attività d’indagine partita dal 2016, sono stati impegnati i carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e i militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, con il contributo dei colleghi del BundesKriminalAmt (BKA) che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria – Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia reggina.
L’INCHIESTA L’esecuzione dei provvedimenti cautelari costituisce l’epilogo di un’articolata attività investigativa, condotta dalla compagnia carabinieri di Bianco con il supporto operativo dello Squadrone Eliportato “Cacciatori”, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto di Reggio Lombardo e del sostituto procuratore Tedesco della Direzione distrettuale Antimafia reggina.
Le indagini hanno permesso di comprovare l’esistenza e l’operatività di un sodalizio criminale composto da almeno 14 dei soggetti arrestati – molti dei quali originari di San Luca e legati da vincoli di parentela – dedito principalmente alla gestione di una filiera produttiva di marijuana, al trasferimento e alla sua commercializzazione nelle piazze di spaccio romane e pontine.
Avviata nel 2016, l’attività “Selfie” (così denominata poiché l’identificazione degli indagati è stata possibile, in origine, attraverso l’analisi delle immagini catturate dalle foto-trappole da loro stessi collocate a presidio delle piantagioni) ha consentito di rinvenire, nel corso del tempo, numerose coltivazioni di cannabis sativa. Nel dettaglio:
– due in Casignana (RC), località Marino, risalente al 21 settembre 2016;
– due in Bovalino (RC), località Bosco Sant’Ippolito, risalente al 18 maggio 2017;
– due in Siderno (RC), località Garino/Pezzillini, risalente al 2 giugno 2017;
– una in Bovalino, località Serro Mortilli, risalente al 30 giugno 2017;
– una in Casignana (RC), nei pressi dell’argine del torrente Bonamico, risalente al 18 luglio 2017.
L’analisi delle foto-trappole rinvenute nel settembre 2016 all’interno delle prime due piazzole recintate scoperte a Casignana, effettuata anche con il supporto dei carabinieri specializzati del Racis di Roma, ha permesso di estrapolare – seppur già cancellate dai supporti di registrazione – numerose immagini che ritraevano gli indagati intenti a curare la realizzazione e la conduzione delle due piantagioni.
L’indagine dei carabinieri ha permesso di identificare dapprima i complici dei coltivatori, delineando i contorni dell’associazione criminale e definendo i ruoli dei singoli all’interno del sodalizio, poi i destinatari dello stupefacente coltivato.
Da quanto ricostruito dagli inquirenti, gli indagati individuavano, rasavano e spietravano le piazzole di rilevanti dimensioni, impiantavano quindi i piccoli steli di circa 10 cm, realizzavano gli impianti professionali per l’irrigazione automatica, curavano la raccolta delle infiorescenze e la successiva essiccazione, fino al trasferimento, preferibilmente in auto con doppi fondi, nelle aree di destinazione e alla cessione.
Le attività di indagine dei carabinieri – oltre a permettere il rinvenimento e sequestro di svariate piantagioni individuandone i responsabili – ha consentito di delineare i contorni di una stabile rete di spaccio che, affondando le sue radici nella locride, ha interessato altre regioni d’Italia ed in particolare il Lazio, punto fondamentale di smercio dello stupefacente coltivato in Calabria.
CAPI E GREGARI DELL’ORGANIZZAZIONE Dalle indagini è emersa la figura del principale promotore delle attività illecite, Michele Carabetta, 41 anni, elemento di elevata caratura criminale, già condannato in via definitiva ad 8 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso (pena scontata), quale elemento di spicco della cosca “Pelle-Vottari” di San Luca con il compito di introdurre nel territorio italiano armi da guerra, armi clandestine e munizioni.
In particolare, le acquisizioni dell’operazione “Fehida” avevano dato ampiamente conto dell’agire del 41enne per adempiere ai desiderata di Antonio Pelle 57 anni, alias “La Mamma”.
Nell’associazione finalizzata al narcotraffico Carabetta, pur sottoposto per tutta la durata delle indagini alla sorveglianza speciale di p.s. con obbligo di soggiorno nel comune di Roma, ha avuto un ruolo direzionale e di cerniera tra la filiera produttiva e di stoccaggio dello stupefacente in territorio calabrese e quella che si occupava del suo trasferimento ad una platea estesa di acquirenti all’ingrosso in territorio laziale, attraverso due articolazioni dell’organizzazione, una stanziata nella capitale, assicurata dal Daniele D’Ambrosi e da Alessandro Romagnoli, l’altra sulla piazza di Latina, assicurata da Alfredo Celani, Arianna Ramiccia e Massimiliano Tartaglia.
Secondo quanto accertato dagli inquirenti Carabetta ha potuto contare nella sua attività di narcotraffico sulla stretta collaborazione dei cugini Michele Carabetta e Marco Pizzata, entrambi 27enni, i quali – oltre ad essersi dedicati materialmente alla coltivazione di marijuana – hanno svolto il ruolo di intermediari dal luogo individuato per la produzione al territorio laziale, preparando e stoccando lo stupefacente in Calabria nei luoghi di deposito e negoziando direttamente con i corrieri.
IL CIFRARIO DEL CLAN In relazione al trasferimento della sostanza stupefacente verso le destinazioni fuori dalla Calabria, i carabinieri hanno effettuato numerosi riscontri, sebbene gli indagati utilizzassero abitualmente un linguaggio elusivo e dal contenuto criptico, spesso riferendosi allo stupefacente con le espressioni “cavalli”, “magliette”, “cd” o anche con riferimenti a diversi e noti modelli di autovetture e scooter quali “panda” “golf” o “t-max”. Per eludere i controlli, in una circostanza, una donna in avanzato stato di gravidanza ha preso parte, insieme ad altri tre complici, al trasferimento a Roma di oltre 6 kg di marijuana provenienti dalle piantagioni della Locride.
GLI ESITI DELL’INCHIESTA Complessivamente, dalle indagini è stato possibile:
– localizzare 8 piazzole adibite alla coltivazione di marijuana, sequestrando contestualmente circa 11,000 piante, dal valore economico di svariati milioni di euro;
– trarre in arresto sul territorio nazionale (Roma, Latina, Savona, Bologna), nella flagranza 10 indagati, sequestrando contestualmente 30,2 Kg di sostanza stupefacente del tipo marijuana, a riscontro dell’attività di monitoraggio tecnico sugli indagati;
– sequestrare nr.6 fucili da caccia di vario calibro e marca, privi di matricola o con matricola abrasa, 3 dei quali oggetto di furto.
GLI ARRESTI Ecco gli indagati dell’operazione “Selfie” destinatari di provvedimenti cautelari:
1. CARA Bruno, nato a Bovalino (RC) il 4.1.1961, residente a San Luca;
2. CARA Giuseppe, nato a Bovalino in data 27.4.1963, residente a San Luca;
3. CARABETTA Michele, nato a Locri (RC) l’1.4.1978, residente a Casignana;
4. CARABETTA Michele, nato a Locri il 20.2.1992, residente a Casignana (rintracciato in Germania);
5. CELAMI Alfredo nato a in Germania l’8.5.1970, residente a Latina;
6. D’AMBROSI Daniele, nato a Roma l’8.6.1982, ivi residente;
7. DE MARTE Giovanni, nato a Palmi (RC) il 22.11.1990, residente a Diano Marina (IM);
8. MASCI Alberto, nato a Roma il 18.12.1990, ivi residente;
9. MEDIATI Saverio, nato a Benestare (RC) il 24.9.1965, residente a Bovalino;
10. PIZZATA Marco, nato a Locri il 30.1.1992, residente a San Luca;
11. ROMAGNOLI Alessandro, nato a Roma il 10.1.1980, ivi residente;
12. TARTAGLIA Massimiliano, nato a Latina il 2.11.1983, ivi residente;
13. VITALE Gianluca Antonio, nato a Locri il 3.6.1978, residente a Siderno (RC);
14. ARDUINI Angelo, nato a Roma il 21.2.1983, ivi residente;
15. ARTUSO Marco Domenico, nato a Seminara (RC) il 7.10.1966, ivi residente;
16. BENEDETTI Federico Maria, nato a Roma il 18.7.1994, ivi residente;
17. CARA Andrea, nato a Melito di Porto Salvo (RC) il 3.7.1994, residente a San Luca;
18. CARA Francesco, nato a Melito di Porto Salvo, il 3.8.1990, residente a San Luca;
19. CARA Gabriele Antonio, nato a Melito di Porto Salvo il 4.6.1996, residente a San Luca;
20. CARA Paolo, nato a Melito di Porto Salvo il 25.5.1989, residente a San Luca;
21. FIASCO Adamo, nato a Latina il 16.8.1973, residente a Sermoneta (LT);
22. MASSIMINO Dante, nato a Siderno il 9.2.1967, ivi residente;
23. MEDIATI Antonino, nato a Melito di Porto Salvo l’11.7.1996, residente a Bovalino;
24. MEDIATI Antonio, nato a Melito di Porto Salvo il 29.11.1991, residente a Bovalino;
25. RAMICCIA Arianna, nata a Latina il 16.8.1992, ivi residente;
26. SMAALI Khalil, detto Claudio, nato in Marocco il 23.2.1990, residente a Roma;
27. VOTTARI Daniele, nato a Magenta (MI) il 30.11.1984, residente a Marcallo Con Casone (MI);
28. MAMMOLITI Francesco, nato a Locri (RC) il 6.11.1992, residente a San Luca (RC).
https://www.youtube.com/watch?v=gKoOE01LkT8
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