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Estorsioni e spaccio a Lamezia, 10 condanne

È il bilancio della sentenza del processo in abbreviato “Filo rosso”. Pena di 16 anni e sei mesi per Gianluca Notarianni. Di 12 per Saverio Giampà. Assolta Alessandra Folino

Pubblicato il: 03/06/2019 – 13:25
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Estorsioni e spaccio a Lamezia, 10 condanne
di Alessia Truzzolillo CATANZARO Dieci condanne e una assoluzione con pene dai 16 a un anno e 6 mesi di reclusione. È questo il bilancio della sentenza emessa dal gup Antonio Battaglia nell’ambito del processo in abbreviato nato dall’operazione “Filo Rosso” condotta dalla polizia di Stato e coordinata dalla Dda di Catanzaro a giugno 2017. Le accuse – rette in aula dal pm Elio Romano – vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsioni, intimidazioni e spaccio nel Comune di Lamezia Terme. Il gup ha comminato 16 anni e 6 mesi a Gianluca Giovanni Notarianni; 12 anni a Saverio Giampà, 10 anni e 8 mesi a Pasquale Notarianni; 9 anni a Luigi Leone; 9 anni a Giuseppe Cappello; 8 anni e 4 mesi a Michele Bentornato; 3 anni e 8 mesi a Fabio Vescio; un anno e 6 mesi a Michael Mercuri; un anno e 8 mesi e 5000 euro di multa a Roberto Castaldo; 5 anni e 4 mesi e 6000 euro di multa ad Alberto Giampà. Assolta Alessandra Folino. Per quanto riguarda le parti civili sono stati riconosciuti 60mila euro di risarcimento al Comune di Lamezia Terme, rappresentato dall’avocato Caterina Restuccia; 10mila euro all’associazione Antiracket Lamezia, rappresentata dall’avvocato Carlo Carere. Nel collegio difensivo gli avvocati Aldo Ferraro, Antonio Larussa, Gregorio Viscomi, Antonio Lomonaco, Lucio Canzoniere, Leopoldo Marchese, Alessandra Marchese, Domenico Folino, Gianluca Careri, Sergio Vescio. L’operazione Filo Rosso aveva portato, il 28 giugno 2017 all’arresto di nove persone ritenute appartenenti alla cosca Giampà di Lamezia. In particolare, Gianluca Giovanni Notarianni e Pasquale Notarianni (che si trovavano ai domiciliari), coadiuvati da Saverio Giampà (uscito dal carcere per fine pena nell’ottobre 2016) avrebbero ripreso l’attività criminale della cosca vessando e intimidendo gli imprenditori lametini. Piccoli esercizi commerciali e grosse aziende erano divenuto oggetto di richieste di estorsive che andavano dalle richieste di denaro a quelle di pretendere merce gratis o di mangiare senza pagare nei locali. (a.truzzolillo@corrierecal.it)
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