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«Lamezia, la raffineria incompiuta è un'area "off limits"»

La denuncia di Nicotera (Patto sociale): «Fermato e minacciato durante un sopralluogo nella zona. C’è il rischio che vi si depositino rifiuti pericolosi»

Pubblicato il: 22/06/2019 – 17:27
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«Lamezia, la raffineria incompiuta è un'area "off limits"»
LAMEZIA TERME «A Lamezia Terme, a Sant’Eufemia, esiste ancora oggi una delle più grandi opere incompiute della regione: la raffineria dell’olio più grande della Calabria. Nonostante i miliardi spesi a scapito dell’Unione Europea, giace lì, preda di furti, nonché teatro di reati ambientali ai danni della collettività. Doveva divenire la più importante raffineria di olio d’oliva della Calabria a sostegno dello sviluppo agricolo e rurale, con macchinari assai innovativi, con diversi edifici e con un binario che portava direttamente alla stazione centrale. Nulla di tutto questo è avvenuto nonostante anche un investimento di 9 miliardi di vecchie lire di fondi europei e nazionali. È passata nel tempo dal ministero dell’Agricoltura all’Opera Sila all’Esac, all’Arssa, ed in tempi più recenti all’Apor e poi ancora ad altre associazioni olivicole. Non è mai entrata in funzione. Ora però tutto ciò giace lì preda di appetiti delinquenziali e soggetti che hanno chiuso la stessa entrata con pneumatici e pali». A denunciare lo stato di degrado dell’ex opificio di Lamezia Terme è Giancarlo Nicotera, rappresentante di “Patto sociale”. Nicotera considera la zona «“off limits”», anche in seguito a un sopralluogo che lui stesso ha effettuato pochi giorni fa. «Nei giorni scorsi – scrive in una nota –, al fine di appurare le condizioni di tale opera, mi ero recato in contrada Bellafemmina di Sant’Eufemia. Purtroppo, non ho potuto proseguire in tale sopralluogo esterno in quanto un soggetto, ritengo di etnia rom, mi ha impedito il passaggio con fare agitato e con una zappa in mano e mi ha intimato di tornare indietro. In tali frangenti ho avuto però modo di vedere che arrivavano, in ordine, un grosso camion cabinato ed un Fiorino ai quali il detto soggetto permetteva di transitare ed entrare in tale area. In tali mezzi notavo diversi cittadini di etnia rom o slava. Non potendo proseguire a seguito dell’ostruzione fisica del soggetto e del comportamento violento dello stesso, sono stato costretto ad andare via». «Ovviamente – scrive Nicotera – nella giornata di ieri ho presentato una denuncia per tali fatti e tali contesti alla caserma dei carabinieri di Lamezia Terme Scalo, chiedendo che vengano effettuate indagini al fine di tutelare la salute pubblica degli abitanti del luogo in merito al presunto possibile smaltimento e traffico di rifiuti speciali, nonché per la presenza di possibile discariche ed i connessi danni ambientali. Detti potenziali pericoli, sono ancora più insidiosi anche alla luce dell’esistenza nell’area di un corso d’acqua. Un calvario che per questa area si protrae dal lontano 1969. A distanza di 50 anni solo macerie, pericoli ambientali, possibili danni alla salute, zone franche dove la consumazione di reati è all’ordine del giorno. Tutto ciò nell’area più baricentrica della regione. Fino a quando la collettività lametina e calabrese saranno costrette a subire tutto ciò?».
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