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«Colpita la zona grigia che aiuta la 'ndrangheta in Emilia» – NOMI

Il procuratore di Bologna: «Avevamo detto che l’attività di contrasto non era finita con Aemilia». Il ruolo di supporto al clan da parte di un commercialista

Pubblicato il: 25/06/2019 – 13:50
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«Colpita la zona grigia che aiuta la 'ndrangheta in Emilia» – NOMI
  BOLOGNA «Questa è una operazione che idealmente e materialmente rappresenta la prosecuzione del processo Aemilia. Lo avevamo detto che non era il punto terminale dell’attività di contrasto all’infiltrazione della ‘ndrangheta in Emilia, perché altri accertamenti erano in corso». Lo ha affermato il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, spiegando in conferenza stampa i dettagli dell’operazione “Grimilde”, la maxi inchiesta – che ha segnato un altro duro colpo alla ‘ndrangheta in Emilia. In tutto sono 16 le misure cautelari chieste e ottenute dal pm della Dda Beatrice Ronchi, 13 in carcere e 3 ai domiciliari. A 12 persone è contestata l’associazione mafiosa, altri reati sono estorsione, violenza privata, intermediazione illecita di lavoratori. Gli indagati sono 64, un centinaio le perquisizioni. «Abbiamo contestato il reato associativo e direi che è qualificante in negativo che partecipassero a questa associazione anche persone che fanno parte di quella zona grigia di cui tante volte abbiamo parlato”, ha detto ancora Amato. «C’è per esempio la figura di un commercialista (Leonardo Villirillo, ndr) – ha spiegato ancora Amato – che ha dato un contributo essenziale per quanto riguardava le operazioni di intestazione fittizia dei beni della società che di volta in volta servivano per recidere il collegamento tra gli appartenenti all’associazione e i beni stessi». Quanto al ruolo di Giuseppe Caruso, Amato ha spiegato che «non c’entra nulla» con l’inchiesta «il ruolo politico che ricopre ora: non c’è spendita di ruolo pubblico in quest’attività che riteniamo penalmente rilevante». Il «coinvolgimento personale» di Caruso risale a quando era dipendente dell’Agenzia delle Dogane di Piacenza. In quel ruolo, ha detto ancora Amato, «è risultato coinvolto a pieno titolo in questa associazione, in particolare svolgendo un ruolo importante in alcune attività che vedevano l’associazione interessata ad una azienda di riso che operava nel mantovano». GLI ARRESTI Salvatore Grande Aracri Francesco Grande Aracri Paolo Grande Aracri Claudio Bologna Albino Caruso Giuseppe Caruso Antonio Muto Francesco Muto Domenico Spagnolo Giuseppe Strangio Pascal Varano Leonardo Villirillo GLI INDAGATI Rosita Grande Aracri Gregorio Barberio Graziella Barbieri Giorgio Gottardo Belletti Gabriele Benassi Francesco Berlingieri Stefano Bisi Claudio Bologna Simone Bologna Isauro Bonacini Luigi Boschetti Domenico Brugnano Laura Cappello Albino Caruso Giuseppe Caruso Salvatore Caschetto Ivan Catellani Guerino Cenci Manuel Conte Renato De Simone Salvatore De Vivo Alfonso Diletto Salvatore Faragò Michele Fidale Giuseppe Fontana Rita Gigante Nunzio Giordano Nicolino Grande Aracri Giovanni Abramo Castellina Groppi Giuseppe Lazzarini Mariantonietta Mallia Filippo Mattiolo Michele Mattiolo Celestino Nicola Miniello Antonio Muto Cesare Muto Francesco Muto Luigi Muto Luigi Muto Virginia Muto Serafina Nappa Domenico Oppido Gaetano Oppido Monica Pasini Carmelina Passafaro Francesco Paolo Passafaro Giuseppe Passafaro Pietro Passafaro Pietro Passafaro Roberto Pensato Giancarlo Pibiri Matteo Pistis Roberto Pistis Santina Pucci Antonio Rizzo Serafino Romano Claudio Roncaia Nicolino Sarcone Massimo Scotti Daniele Soncini Domenico Spagnolo Giuseppe Strangio Nicola Tafuni Raffaele Tambaro Franca Valla Pascal Varano Leonardo Villirillo Romolo Villirillo Natascia Zanetti Davide Gaspari Mario Timpano
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