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«Medici e infermieri in Cittadella sono ancora troppi»

Il sindacato Csa-Cisal contesta (ancora) le decisioni del dipartimento Tutela della Salute: «Prolungati fino a settembre gli utilizzi di 43 dipendenti di Asp e Ao su 45. Non tutti sono “utili” alla…

Pubblicato il: 09/07/2019 – 11:17
«Medici e infermieri in Cittadella sono ancora troppi»

CATANZARO «Le bugie hanno le gambe corte, anzi cortissime». Il sindacato Csa-Cisal ritorna così su un’uscita di qualche settimana fa, quando aveva denunciato la «disfunzionale» pratica delle reiterate proroghe dei numerosi “utilizzi temporanei” presso il dipartimento regionale di Tutela della Salute. «Per la prima volta – scrive il Csa-Cisal –, dopo mesi e mesi di segnalazioni cadute nel vuoto, l’amministrazione aveva – a parole – aperto alla possibilità di rivedere il sistematico ricorso all’istituto dell’utilizzo, soprattutto per quei profili professionali che francamente poco servono alla Regione Calabria e sarebbe meglio tornassero alle Asp e alle aziende ospedaliere di provenienza. Tempo di prendere atto dell’impegno verbale, che la realtà ha preso subito il sopravvento scacciando via tutti i buoni propositi del dipartimento. Con il decreto 7667 del 27 giugno il direttore generale del dipartimento Salute ha stabilito l’ennesima proroga degli utilizzati fino al prossimo 30 settembre, proprio in prossimità della scadenza del 30 giugno. Siamo alla terza dall’inizio dell’anno: dapprima i “prestati” dovevano rimanere in Cittadella fino a dicembre 2020, poi fino a giugno del 2019 e ora fino a settembre 2019».
TUTTE LE CONTRADDIZIONI DEL DG «Questa volta è peggio di altre – continua il sindacato – perché subito dopo la nostra ultima uscita è stato il direttore generale del dipartimento, Antonio Belcastro, – e non il sindacato – a chiedere un incontro. Dopo la riunione, Belcastro stesso (non il sindacato) aveva dichiarato con una nota stampa condivisa il suo impegno a effettuare una “rimodulazione” degli “utilizzati”. Le parole sono state spazzate via dal vento. Belcastro ha firmato quest’ultimo decreto prolungando fino a settembre gli utilizzi per 43 dipendenti di Asp e aziende ospedaliere su 45. Gli unici due sono stati richiamati per sopperire alle esigenze dei pronto soccorso – così c’è scritto nel decreto 7667 del 27 giugno – (quindi ce n’erano di utilizzi afferenti ai reparti dell’emergenza urgenza, vero caro direttore generale?)».

«Siamo davvero sicuri che siano i soli? Sappiamo di no. Alla fine dei conti, la montagna ha partorito il topolino. E questa – incalza il sindacato – sarebbe una “rimodulazione” dei “temporanei utilizzi”?».
«DA MEDIATORE A COLUI CHE RISPONDE SOLO ALLA POLITICA» «Sappiamo bene come giri la giostra – affonda il Csa-Cisal – e come Belcastro sia costretto, al pari di molti altri dirigenti, a rispondere ad altre sirene. Di questo ne abbiamo avuto conferma nei giorni scorsi. Poco prima che firmasse il decreto con cui ha smentito se stesso, forse perché intuiva la contraddizione del suo operato, aveva convocato – peraltro in maniera inusuale – una riunione informale con tre sigle sindacali (incluso il sindacato Csa-Cisal). In tarda serata (ore 21.01) per il giorno successivo. Ebbene, all’incontro fissato nella mattinata non si è mai presentato, accampando per interposta persona la giustificazione di essere assorbito da altri impegni e che avrebbe fatto tardi».
Il sindacato Csa-Cisal, «con estrema pazienza, ha atteso il suo rientro, fino al tardo pomeriggio, presso gli uffici del dipartimento di Tutela della Salute. Il trattamento riservato al sindacato dal direttore generale, che sapeva già di dover prorogare gli utilizzi a differenza degli impegni pubblicamente assunti, è stato disarmante. Risparmiamo i dettagli delle frasi offensive, e a tratti intimidatorie, rivolte alla rappresentanza sindacale, che invece era disponile all’ennesimo confronto con un atteggiamento costruttivo. Scene peraltro osservate da vicino dal commissario ad acta Saverio Cotticelli. Di certo, quel giorno si è superato il limite delle corrette relazioni sindacali. Ad ogni modo, sull’accaduto ci riserviamo di agire presso le sedi più opportune per difendere le prerogative sindacali».
RIVOLUZIONE E BUONSENSO Al di là del triste episodio, il sindacato Csa-Cisal vuole chiarire una volta per tutte il pensiero sugli “utilizzati”. «Nonostante i proclami a vuoto di Belcastro – prosegue la nota – nemmeno il sindacato si sarebbe aspettato (e mai lo ha richiesto) l’integrale azzeramento degli “utilizzati” nel dipartimento di Tutela della Salute; un’ipotesi fin troppo radicale per i lavoratori e disfunzionale nell’immediato per lo stesso dipartimento. Alcuni, non certo tutti e 45 (ora 43), danno un significativo apporto in Cittadella. Chiedevamo semplicemente di prendere atto dei profili degli “utilizzati”. Di definire un quadro di progressiva riduzione dei “prestati” che non possono portare benefici all’amministrazione. Dirigenti medici, infermieri a cosa servono dietro una scrivania della Regione Calabria quando gli ospedali del servizio sanitario regionale sono sull’orlo del collasso? Non basta, come fatto in quest’ultimo decreto, indicare per quanti giorni alla settimana i “prestati” vengono in Cittadella. Trasparenza avrebbe imposto la pubblicazione del profilo professionale e delle competenze per capire l’assurdità di alcune situazioni (e tralasciamo, come parrebbe, le relazioni parentali fra utilizzati o fra utilizzati e dipendenti nei ruoli). In sintesi, bastava il buonsenso per arrivare a una graduale “rimodulazione”, su cui sembrava d’accordo lo stesso Belcastro. Invece, “venti e sirene” hanno avuto come al solito la meglio, anche sulle regole. Alcuni decreti sugli utilizzi risalgono addirittura al 2003, altri al 2005, al 2006 e al 2008 (vedi foto)».

«Stiamo parlando di circa quindici anni di utilizzo continuativo – sintetizza il Csa-Cisal – che per definizione dovrebbe essere “temporaneo” e che invece la magia del dipartimento di Tutela della Salute ha reso l’istituto di fatto a “tempo indeterminato”. Non lamentiamoci quindi se in Parlamento qualcuno parla di “Calabria Saudita”».
«LE DISFUNZIONI DELLA SCELTA» «Dopo tutto questo trambusto ci troviamo punto e accapo. Gli “utilizzati” sono rimasti pressoché tutti. Anche per loro – osserva il sindacato Csa-Cisal –, e pensiamo a quelli che vengono in Regione solo per due volte a settimana, non deve essere il massimo sentirsi così precari. Che stabilità e impegno possono proferire alla causa del mantenimento dei Lea (che comunque si persegue dapprima negli ospedali o nelle strutture sanitarie territoriali delle Asp) se vivono nel limbo delle proroghe ogni tre mesi? Che continuità e regolarità amministrativa lo stesso Belcastro può attendersi dal suo dipartimento, in cui gli organici sono una minoranza, se il destino degli utilizzati non è chiarito e programmato nel medio periodo? Belcastro ha in conto – prosegue il sindacato – di esperire serie manifestazioni d’interesse rivolte agli interni della Regione o pensa di continuare con questa situazione perennemente in bilico ancora a lungo? Non è rispettoso per i lavoratori e non lo è nemmeno per la serietà organizzativa dell’Ente. Vogliamo mettere la parola fine o la storia degli “utilizzati” della sanità deve diventare l’ennesima barzelletta calabrese?».

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