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Estorsioni e agguati, sgominata la “banda del legno” – VIDEO

Scoperto un business illegale nelle montagne della Sibaritide. Fermate 15 persone. Gli inquirenti: «Indagati erano disposti a tutto». Anche a spararsi tra di loro. L’allarme di Facciolla: «Procura è…

Pubblicato il: 19/07/2019 – 13:28
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Estorsioni e agguati, sgominata la “banda del legno” – VIDEO
https://www.youtube.com/watch?v=jFKMw3elGLI di Michele Presta CASTROVILLARI “Fangorn” è la foresta della “Terra di Mezzo” del romanzo il “Signore degli anelli” e da oggi è anche il nome dell’operazione condotta dalla procura di Castrovillari. 100 indagati, per 80 capi d’imputazione. Nelle carte dell’inchiesta condotta dal procuratore capo Eugenio Facciolla c’è di tutto. Dal tentato omicidio all’estorsione, dal danneggiamento al furto aggravato e ricettazione di legname vero business dell’associazione a delinquere. Centinaia di migliaia di euro il valore dell’attività illecita che però non è solo circoscritta alla compravendita della legna ma anche ai danni causati al patrimonio boschivo visto il taglio selvaggio anche di ceppi secolari. Destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere sono: Tedesco Giuseppe, classe 1972, De Martino Leonardo, classe 1972, De Martino Luigi, classe 1973, De Martino Pasquale, classe 1997, De Martino Luigi, classe 1993, De Martino Natale, classe 1967, Faustini Giuseppe, classe 1980, Larocca Gennaro, classe 1982, Macaretti Nicola, classe 1981, Macaretti Antonio, classe 1990, Macaretti Domenico, classe 1952, Lizzano Michele, classe 1963. Mentre per Tavernise Maria Antonietta, classe 1996 e Vulcano Rosaria, classe 1982 sono stati disposti gli arresti domiciliari. «Avevano un solo obiettivo: controllare tutto il territorio – ha spiegato il procuratore capo Eugenio Facciolla –. Siamo riusciti a risalire alla presenza di questa organizzazione partendo da un tentato omicidio di un allevatore rossanese che si è consumato il 2 gennaio del 2018. Dopo questo episodio si è capito che c’era un retroscena da approfondire rispetto a questo episodio delittuoso e tutto era legato ad un territorio impervio dove succedevano fatti ed episodi molto gravi». https://www.youtube.com/watch?v=Ol1rZ2njz8s DAL TENTATO OMICIDIO ALLA FILIERA DEL LEGNAME Scampato il pericolo l’allevatore rossanese si è messo subito in contatto con i carabinieri ai quali ha raccontato di essere stato attinto da diversi colpi di fucile mentre si trovava a bordo del suo fuoristrada. «Si è trattato di un tentato omicidio in piena regola –ha spiegato il capitano dei carabinieri Carlo Sganzerla –. I colpi di fucile sono stati esplosi lungo una strada pubblica, un episodio molto grave e che ci fornisce anche a quanto fossero disposti gli associati pur di controllare il territorio». La legna rende molti soldi e pur di avere il taglio in “esclusiva”, gli indagati erano pronti a farsi fuoco anche tra di loro. «A maggio i fratelli De Martino al culmine di una lite si sono sparati tra di loro – ha aggiunto il comandante –, questo è sintomatico di quanto proficua potesse essere l’attività.Tutti erano pronti a delinquere, per loro infrangere il vincolo di habitat naturale non era un problema». E prima di arrivare alle armi, infatti, in base alle indagini gli indagati avrebbero tenuto in pugno tutti gli allevatori della Presila rossanese. La volontà di sfruttare le aree naturali, infatti, sarebbe anche alla base di un tentativo di estorsione nei confronti del allevatore (che poi tentarono di uccidere ndr) e commesso da quattro degli indagati nel novembre 2017. Il malcapitato giunto sul proprio appezzamento di terreno in località Conche di Longobucco, trovò un ovile completamente bruciato, alcuni animali uccisi e altri fatti sparire. Da quanto ricostruito nel corso delle investigazioni, il gesto avrebbe voluto incutere timore all’allevatore, costringendolo a liberare il proprio terreno al fine di avvantaggiare gli interessi e le dinamiche criminali dell’associazione. «Abbiamo documentato in diretta alcuni episodi delittuosi – ha aggiunto Facciolla –. C’era uno scontro in atto per il controllo del legname che poi veniva venduto attraverso depositi e aziende. Il tutto in modo illecito e senza emissione di alcun tipo di fattura. Si trattava di affari molto remunerativi, per questo a corollario di tutto questo avvenivano estorsioni, furti in ville ma anche furti di mezzi di fuoristrada da utilizzare per le attività illecite». Nel corso delle indagini è emerso come, in talune aree montane di Rossano due dei fermati avrebbero posto in essere anche delle estorsioni consumate in danno di dieci proprietari di immobili: questi ultimi, sotto la minaccia di danneggiamenti ed angherie avrebbero sborsato una quota annuale ai due fratelli per le attività di guardiania nonché per i lavori di manutenzione necessari nel corso dell’anno. «Le attività delittuose le teniamo sotto controllo da oltre un anno – ha concluso Facciolla –. Il mercato del legname è appetibile da parte dei gruppi criminali per questo servirebbero maggiori investimenti in termini di uomini da destinare al controllo del territorio». Ma le indagini non terminano qui. «Stiamo lavorando su una serie di illeciti connessi a questa attività –ha dichiarato il maresciallo Roberto Levato –. Con questa operazione abbiamo solo fermato un’attività criminale ben collaudata. Infatti, proprio mentre eseguivamo le ordinanze di misura cautelare alcuni degli indagati stavano proprio commettendo i reati che gli contestiamo». L’ALLARME DI FACCIOLLA: «IL TRIBUNALE È AL COLLASSO» I risultati d’indagine dell’operazione “Fargon” sono però l’altra faccia della luna. «Il sostituto procuratore che ha curato le indagini negli ultimi giorni ha dormito in caserma con i carabinieri per evitare che si facesse sopra e sotto dal tribunale di Castrovillari e si perdesse tempo prezioso». Il procuratore capo Eugenio Facciolla non nasconde gli affanni di un tribunale che definisce: «Al collasso». «Siamo senza personale amministrativo, siamo con una pianta organica di magistrati ridotta al 20%. Questo territorio ha sete di giustizia e noi non riusciamo a dare una risposta adeguata –ha dichiarato Facciolla –. Ho scritto più volte al ministero della Giustizia ma non ho ricevuto nessuna risposta. Quello che accade su questo territorio passa inosservato e non sembra interessare a nessuno». 270mila circa le persone su cui si estende la giurisdizione della procura e del tribunale di Castrovillari. Difficoltà in termini di risorse umane che giorno dopo giorno sono sempre di meno. «Ma nonostante tutto riusciamo ad ottenere ottimi risultati – conclude Facciolla –. Quando mi sono insediato ricevevo denunce di cittadini che non percepivano la presenza dello Stato, oggi ci siamo riorganizzati, ma il territorio è impervio e vasto. Ma da chi di dovere vorremmo vedere interventi seri e concreti che al momento però latitano». (m.presta@corrierecal.it)
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