REGGIO CALABRIA L’inchiesta della Dda di Reggio Calabria contro la cosca Libri, denominata “Libro nero” (qui i dettagli), ha portato anche alla scoperta di un tentativo di corruzione. Per questa vicenda sono stati posti agli arresti domiciliari un consigliere regionale, un politico locale e un appartenente alle forze dell’ordine, con l’accusa di concorso in tentata corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Il patto corruttivo, secondo l’accusa, prevedeva che il consigliere regionale Sebi Romeo (capogruppo del Pd a Palazzo Campanella) ricevesse, in cambio di favori, informazioni riservate su processi in corso, dall’appartenente alle forze dell’ordine, attraverso la mediazione del politico locale. Nell’ambito dell’inchiesta sono poi finiti in carcere anche due imprenditori del settore edilizio, immobiliare e della ristorazione, un avvocato penalista e un medico dentista, con l’accusa, a vario titolo, di far parte della cosca Libri o di averla favorita nei processi di sviluppo del potere criminale.
Le indagini sono state condotte dagli investigatori della Polizia di Stato con «l’irrinunciabile supporto delle intercettazioni» – come riferito dagli stessi investigatori – e delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, grazie alle quali è stato portato alla luce l’intreccio politico imprenditoriale-mafioso che ha determinato il graduale potenziamento della cosca Libri.
L’OMBRA DEI CLAN SULLE REGIONALI DEL 2014 La Cosca Libri, per lo sviluppo del propri interessi criminali, oltre ad interferire nelle dinamiche economico-imprenditoriali locali, è stata capace «di infiltrarsi in quelle politico-elettorali del territorio cittadino, gestendo – si legge in un comunicato della Polizia – un consistente bacino di voti, convogliandoli a favore di soggetti compiacenti, senza esclusione di schieramenti politici, nell’ambito di un rapporto basato sul do ut des, destinato a favorire non solo la singola consorteria, ma il sistema ‘ndranghetistico nel suo complesso». I Libri, in particolare, avrebbero saputo elaborare «raffinate strategie finalizzate a consentire l’elezione di soggetti che potessero agire quali loro preposti negli organismi istituzionali». Inoltre, l’ascesa politica fino al consiglio regionale di un politico reggino, secondo gli investigatori, «è stata costantemente supportata, fin dagli inizi, dalla cosca Libri». Per quanto riguarda le Regionali del 2014, la consorteria «ha convogliato parte del proprio cospicuo bacino di preferenze elettorali, in cambio di favori, verso un politico di Reggio Calabria poi eletto al Consiglio».
I NOMI L’operazione condotta dalla polizia ha portato a 17 arresti di cui 12 in carcere e 5 ai domiciliari. In particolare sono fini in regime di custodia cautelare in carcere: Antonino Caridi, 59 anni; Giuseppe Libri, 61 anni; Rosa Libri, 58 anni; Saverio Pellicanò, 58 anni; Giampaolo Sarica, 43 anni; Giuseppe Serranò, 45 anni; Giuseppe La Porta, 38 anni; Demetrio Berna, 46 anni; Francesco Berna, 47 anni; Stefano Sartiano, 61 anni; Alessandro Nicolò, 58 anni; Antonio Zindato, 32 anni.
Mentre ai domiciliari sono finiti: Giuseppe Putortì, 52 anni; Demetrio Giuseppe Tortorella, 66 anni; Sebastiano Romeo, 44 anni; Francesco Romeo, 53 anni; Concetto Laganà, 52 anni.
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