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«La giunta tenta un colpo di mano sulla dirigenza regionale»

Il sindacato Csa-Cisal: «Con un escamotage si tenta di spostare il manager dell’Economato. Se l’atto dovesse essere approvato il rischio è che la politica possa condizionare ogni scelta»

Pubblicato il: 05/08/2019 – 11:06
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«La giunta tenta un colpo di mano sulla dirigenza regionale»
CATANZARO «Con tanti problemi che l’amministrazione regionale dovrebbe provare a risolvere per risollevare la Calabria, lo sport preferito della giunta sembra essere diventato quello di manipolare a proprio uso e consumo la struttura burocratica dell’Ente». Il sindacato Csa-Cisal commenta così la possibilità che la giunta adotti un provvedimento che potrebbe rivoluzionare la forma della burocrazia regionale. «Fintantoché si resta nel legittimo perimetro di impartire indirizzi ci può stare, ma – avverte il sindacato Csa-Cisal – quando si sfocia in pervasivi atti di organizzazione dell’amministrazione, allora la faccenda comincia a farsi molto pericolosa. C’erano già stati alcuni segnali di esondazione da parte della politica negli scorsi mesi, ma l’allarme si è definitivamente azionato proprio negli ultimi giorni. Nel corso della seduta di giunta dello scorso 22 luglio si è discusso della delibera n. 331. Di questo provvedimento, tuttora da formalizzare, non esiste ancora il testo completo. Si conoscono soltanto la numerazione ed il fine». I CAMBIAMENTI PREVISTI NELLA DELIBERA L’atto che ancora non c’è, «prevede – continua il sindacato – delle modifiche alla struttura organizzativa dell’Ente le cui basi generali sono state definite con l’ormai famosa delibera numero 63 del 15 febbraio 2019. I cambiamenti riguardano: il dipartimento “Lavoro, Formazione e Politiche Sociali” con la competenza “funzioni territoriali” che passa dal settore 2 al settore 6 (che si occupa già di Centri per l’Impiego) e il dipartimento “Organizzazione e Risorse Umane” in cui viene soppresso il settore 7 facendo assorbire le relative attribuzioni ai settori 1 e 4. Nello specifico, al primo, “Affari Generali”, andranno “relazioni sindacali, contrattazione e contenzioso” e al secondo (il settore 4), l’Economato, andrà la “Gestione applicativi informatici del Personale”. Perché – scrive il sindacato – si è detto che è pericoloso che la politica si occupi direttamente di organizzazione interna? Semplicemente perché rischia di combinare degli strafalcioni. Prendiamo il caso della gestione degli applicativi informatici del personale. Come mai può conciliarsi questa materia con il settore “Economato, Logistica e Servizi Tecnici-Provveditorato, Autoparco e Burc”? La gestione degli applicativi dei dipendenti comporta essenzialmente la registrazione dello status giuridico e contrattuale dei lavoratori regionali. La si sta assegnando ad un settore come l’Economato che nulla ha a che vedere con il personale. È evidente l’illogicità di questa scelta. Non siamo ingenui – aggiunge il sindacato Csa-Cisal –, come non lo è nemmeno la politica. È chiaro che dietro questo escamotage si nasconda dell’altro». IL PRECEDENTE «L’appendice di queste variazioni – spiega il sindacato – è la decadenza del dirigente del settore che riceve competenze aggiuntive. La ratio è semplice: un dirigente viene selezionato per guidare un settore in base alle proprie competenze che devono essere allineate alle materie assegnate al settore medesimo, nel caso se ne aggiungano di nuove è necessario procedere ad una rivalutazione del profilo dirigenziale che risulti in grado di occuparsi sia delle precedenti e sia delle nuove materie assegnate. In questo caso, dovrebbero decadere i dirigenti dei settori del dipartimento “Lavoro” e “Personale” interessati alle variazioni, incluso colui che guida l’Economato nonostante la bizzarria dell’assegnazione della gestione degli applicativi informatici». «Non vorremmo – precisa il sindacato Csa-Cisal – che questa “arma” in realtà non sia brandita in modo subdolo, ossia la scure attraverso cui la Giunta fa fuori i dirigenti non particolarmente graditi. Si aggiunge una competenza al settore guidato dall’indesiderato così lo si fa decadere. Intendiamoci, i dirigenti possono, anzi, in alcuni casi, devono essere spostati. Se non è stato raggiunto il termine per attivare la rotazione di 5 anni (e non è questo il caso dei dirigenti coinvolti dalla delibera 331), quantomeno occorre giustificare la decadenza di un dirigente, con motivi oggettivi e verificabili. Si contestano obiettivi non raggiunti o altre oggettive disfunzioni e si va al contraddittorio con l’interessato. Invece, l’eliminazione con questa modalità, aggiungendo una competenza al settore guidato dallo “sgradito” come se a un cane si lasciasse una polpetta avvelenata. La politica sceglierebbe a piacimento i dirigenti senza necessità di rendere conto. In pratica se la delibera 331 venisse adottata con questo fine si creerebbe un clamoroso precedente. La giunta avrebbe in pugno tutta la dirigenza regionale che potrebbe essere resettata in modo del tutto discrezionale. Quando vuole e come vuole la componente politica. Proprio per questa potenziale ricaduta è giusto che tutti aprano gli occhi». «CHI HA PROPOSTO LA DELIBERA E CHI LA REDIGERÀ?» Questa, secondo il Csa-Cisal, «è la possibile terrificante ricaduta dell’atto. C’è qualcos’altro che non va nella delibera 331 del 22 luglio. Essa è di esclusiva iniziativa dell’organo politico, tant’è che materialmente non c’è. Esiste soltanto la richiesta dei dirigenti del Segretariato generale di formalizzazione del provvedimento avvenuta il giorno successivo alla riunione dell’esecutivo per mezzo del relativo verbale. L’istanza è rivolta al direttore generale del dipartimento “Organizzazione e Risorse Umane”. Ciò significa che, in questo caso, l’ordinaria prassi di adozione delle delibere non è stata rispettata, mancando la proposta del dipartimento di competenza. Non sappiamo come il dg abbia risposto alla richiesta del Segretariato della giunta, di certo sarebbe davvero singolare se il direttore del dipartimento del Personale da cui passa peraltro la funzione dell’organizzazione della struttura dell’Amministrazione fosse contrario, o comunque non condividesse, il contenuto della stessa delibera 331. In pratica, il dipartimento, in teoria proponente, sconfesserebbe la bontà del provvedimento dell’esecutivo». «Cosa si fa – incalza il sindacato –: si obbliga un direttore generale a redigere un atto di cui non ne è pienamente convinto? Oppure sarà direttamente la politica a sporcarsi le mani? A proposito di mani, c’è forse qualcuno che le vuole “libere” proprio nell’ultimo scorcio di questa legislatura? Forse lo stesso che vorrebbe avere il controllo di un settore rilevante come l’Economato? Che interessi ci sono dietro?». «LA POLITICA NON ESAGERI» L’appello del sindacato è a «fare un passo indietro. Se si vuole incidere sulla carriera di un dirigente, al pari di qualsiasi altro lavoratore, bisogna farlo non calpestando nessun diritto. Ripetiamo, qui non c’è solo in gioco la futura collocazione di due dirigenti regionali, bensì il principio del merito. Se alla politica sta antipatico qualcuno e vuole spostarlo o rimuoverlo dal suo posto, deve quantomeno fare lo sforzo di mettere insieme una motivazione decente e fondata su parametri oggettivi rispettando le norme che regolano il pubblico impiego». Per il sindacato Csa-Cisal «diventa una prerogativa sindacale irrinunciabile a fronte dei fatti sopra descritti. Altrimenti si rischia di cadere nella sfrenata discrezionalità della politica che tanto male ha fatto alle Pubbliche Amministrazioni. Non si cerchino improprie scorciatoie. Quando si ridiscuterà della delibera in Giunta, prima della definitiva adozione, si pensi anche a questo. La componente politica è disposta a macchiarsi di un atto che abbiamo dimostrato essere illogico con l’aggravante di avere un fine punitivo ad personas. In particolare – chiosa il sindacato – l’assessore al Personale, è convinta che il suo esecutivo stia operando nel giusto? È convinta che non si stia consumando un’ingiustizia?».
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