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Un vibonese gestiva lo spaccio nella movida di Reggio – VIDEO

La Dda reggina ha fermato la rete che si riforniva a Sinopoli e Sant’Eufemia d’Aspromonte di marijuana, cocaina ed eroina da vendere in centro. Il presunto capo ha aggredito uno spacciatore che non…

Pubblicato il: 07/08/2019 – 12:04
Un vibonese gestiva lo spaccio nella movida di Reggio – VIDEO

REGGIO CALABRIA La droga – marijuana, eroina e cocaina – arrivava da Sinopoli e Sant’Eufemia d’Aspromonte ed era destinata allo spaccio nella movida di Reggio. A gestire il traffico, secondo la Dda reggina, era un’organizzazione che aveva la sua base logistica in un locale nel centro di Reggio da ristrutturare e adibire a sala giochi e circolo ricreativo che in realtà fungeva da deposito per gli stupefacenti. L’insegna del locale (“Random”) ha dato il nome all’operazione che ha portato all’esecuzione un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Reggio nei confronti di 15 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, produzione traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, tentata estorsione, lesioni personali, riciclaggio, detenzione illegale di arma comune da sparo, mutilazione fraudolenta della propria persona.
LA RETE L’operazione arriva all’esito dell’indagine condotta dalla Stazione Carabinieri di Reggio Calabria-Rione Modena, e coordinata dal sostituto procuratore Gianluca Gelso, che nell’aprile del 2017 hanno arrestato in flagranza di Francesco Lonano, 51enne originario del Vibonese, considerato dagli inquirenti uno dei capi dell’organizzazione. Particolarmente utile si è rivelato il monitoraggio del locale, che ha permesso di comprovare una fiorente attività di spaccio avviata principalmente da Antonio Condello e Davide Divino, con cessioni concordate previo contatto telefonico da parte degli acquirenti abituali che si limitavano a fissare l’orario dell’incontro, essendo noti il luogo dello scambio e la “merce” da acquistare. Dal contenuto delle conversazioni captate dai carabinieri, infatti, si ha contezza della partecipazione dei diversi indagati – ognuno nello svolgimento del proprio ruolo, con la “propria” clientela nelle diverse aree del tessuto urbano – all’organizzazione dello spaccio: Lonano, Condello e Divino, veri e propri promotori del sodalizio, acquisivano la droga (cocaina, marijuana e, talvolta, eroina), ne organizzavano il trasferimento verso il capoluogo, il taglio e il confezionamento in dosi per la successiva cessione.
Nel complesso, sono stati individuati quali componenti della rete di spaccio anche Reda Elanakdi, Lahchen Najih alias “Mouassine”, Mansour Mbengue alias “Pogba”, Luca Adornato, Youssef Rachid, Silvia Lipari, Naim Faouzi, Antonia Condello, Demetrio Condello, Annunziata Elisabetta Foti e Giuseppe Campicelli, che si occupavano di cedere in strada o presso le rispettive abitazioni i quantitativi – anche significativi – di droga distribuita dai tre capi.
IL CAPO Su tutti spicca, però, la figura di Lonano, originario di Parghelia ma con lunghi trascorsi nel Reggino, intenzionato secondo gli inquirenti a governare rigidamente la rete di spaccio indispensabile a preservare il proprio “mercato”: nel corso delle indagini sono stati documentati numerosi episodi in cui il 51enne ha aggredito o ha minacciato con una pistola i partecipi del sodalizio, perché insolventi rispetto alle “partite” di droga loro assegnate. In un caso, in particolare, dopo aver ordinato l’aggressione nei confronti di “Mouassine”, avrebbe simulato un incidente stradale per giustificare le lesioni provocate (giudicate guaribili in 30 giorni dai sanitari che lo hanno visitato), incassare il risarcimento dalla compagnia assicurativa e compensare, così, il debito vantato per la fornitura di cocaina e marijuana.
Inoltre, al fine di eludere le investigazioni, il 51enne, assieme al figlio Salvatore Lonano, ad Adornato e a Divino, hanno ricercato persone compiacenti cui far attivare conti correnti bancari e carte prepagate, necessarie per custodire i proventi delle attività illecite; in ragione del carattere sistematico di tali condotte, Lonano e Adornato che sono risultati coinvolti in ulteriori attività di riciclaggio, per le quali sono destinatari di misura restrittiva nell’ambito dell’indagine “Fullones”, eseguita oggi dall’Arma reggina (qui i dettagli).
In altri casi, Lonano e il figlio Salvatore avrebbero fatto sottoscrivere false dichiarazioni di prestito ad alcuni spacciatori dell’organizzazione, per giustificare il debito contratto per l’acquisto dello stupefacente, consumando pertanto secondo gli inquirenti anche ulteriori reati di estorsione e usura ai danni di taluni partecipi dello stesso sodalizio criminale.
Fra gli indagati, Youssef Rachid, accusato di numerosi episodi di spaccio, non è stato raggiunto del provvedimento poiché espulso per motivi di sicurezza nazionale nel giugno 2017.
Nel corso dell’attività sono state tratte in arresto in flagranza di reato 5 persone e sottoposti a sequestro 290 grammi di cocaina, 630 grammi di marijuana e 5.500 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio.
https://www.youtube.com/watch?v=duejs__wlho&feature=youtu.be

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