REGGIO CALABRIA L’inchiesta “Canadian ‘ndrangheta connection” raddoppia. E, con la conversione del decreto di fermo in ordinanza di custodia cautelare, le misure emesse diventa 28 (nella prima fase dell’operazione, scattata il 18 luglio, erano 14). L’operazione condotta dalla Dda di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo e dei pm Giovanni Calamita e Simona SImona Ferraiuolo, ha svelato il radicamento delle ‘ndrine in Canada e colpito 28 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei delitti di associazione mafiosa transnazionale ed armata, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, esercizio abusivo del credito, usura e favoreggiamento personale, aggravati dalle modalità mafiose.
CACCIA (INTERNAZIONALE) AI KILLER Le indagini hanno avuto origine dall’omicidio di Muià Carmelo, detto “Mino”, assassinato a Siderno a colpi d’arma da fuoco il 18 gennaio 2018. “Mino” era ritenuto il luogotenente del boss Giuseppe Commisso, alias il Mastro, ed era collocato al vertice dell’omonima‘ndrina di contrada Ferraro di Siderno. Per comprendere i motivi dell’omicidio, il fratello dell’ucciso, Vincenzo Muià, avrebbe messo in piedi una serie di confronti serrati con soggetti vicini agli ambienti della ‘ndrangheta, maturando il convincimento che l’agguato fosse da ricondurre a una grave azione di rivalsa messa in atto dal rivale Vincenzo Salerno, appartenente all’omonima famiglia che, in passato, spinta da ambizioni autonomistiche, si era scissa dalla cosca madre dei Commisso. La prospettiva del coinvolgimento di Salerno era considerata così concreta da Muià da spingerlo a richiamare, in alcune conversazioni intercettate, le ragioni di un aspro conflitto armato – a cui i Muià stessi avrebbero preso parte – durante il quale furono uccisi anche Salvatore e Agostino Salerno, fratelli di Vincenzo. Nel corso di un summit tenutosi a Siderno nella primavera del 2018 Vincenzo Muià avrebbe chiamaro a raccolta un nutrito manipolo di fedelissimi, ai cui affidare l’esecuzione di un piano volto ad arginare eventuali mire violente contro la propria famiglia. Nel contempo, assunto ormai il comando della ‘ndrina di contrada Ferraro, anche attraverso la direzione delle attività commerciali fittiziamente gestite dal fratello, il nuovo boss avrebbe avviato un deciso riarmo del gruppo, sollecitando i titolari di una rivendita a rifornirlo di munizioni e provando alcune micidiali armi da guerra.
L’INCONTRO IN CANADA CON I LATITANTI In tale contesto, nello scorso mese di aprile, Muià – animato dalla volontà di conoscere le reali motivazioni che avevano portato all’omicidio del fratello – e il sodale Giuseppe Gregoraci si sono recati a Toronto, dove avrebbero incontrato i fratelli Cosimo e Angelo Figliomeni, detti “i briganti”, entrambi latitanti in Canada in relazione per sfuggire alle accuse dell’operazione della Dda reggina “Acero-Krupi-Connection”.
Gli accertamenti e approfondimenti investigativi svolti durante la permanenza in Canada dei due fermati avrebbero consentito di verificare una serie di contatti con i fratelli Figliomeni, finalizzati a ottenere una risposta certa sulle ragioni e le responsabilità dell’omicidio di Carmelo Muià, che costoro gli avrebbero effettivamente dato, con una serie però di indicazioni insufficienti per attribuire la piena responsabilità del delitto.
GLI ARRESTATI In particolare, 14 misure cautelari in carcere sono state emesse nei confronti dei seguenti soggetti – già sottoposti a fermo di indiziato di delitto nell’ambito dell’Operazione “Canadian ‘ndrangheta connection” – in quanto ritenuti responsabili dei delitti indicati accanto a ciascuno di essi:
Michelangelo Archinà, nato a Toronto (Canada) il 6 ottobre 1976 (custodia cautelare in carcere per detenzione e porto in luogo pubblico di armi comuni di sparo, con l’aggravante di aver agevolato l’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta) ;
Domenico Cerisano, nato a Siderno (RC) il 14 dicembre 1967 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe alla ‘ndrina Figliomeni di contrada Donisi di Siderno);
Francesco Filippone, nato a Siderno (RC) il 22 marzo 1981 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe alla ‘ndrangheta di Siderno);
Cosimo Futia, detto “Shuster”, nato a Siderno (RC) il 13 agosto 1977 (custodia cautelare in carcere per detenzione di armi (mitra) anche da guerra (bombe a mano), con l’aggravante di aver agevolato la ‘ndrangheta);
Giuseppe Gregoraci, detto “Pino”, nato a Siderno (RC) il 24 marzo 1968 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe alla ‘ndrina Figliomeni di contrada Donisi di Siderno ed esercizio abusivo del credito, con l’aggravante di aver agevolato la ‘ndrangheta);
Giuseppe Macrì, nato a Siderno (RC) il 2 agosto 1954 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe alla locale di ‘ndrangheta di Siderno);
Armando Muià, nato a Siderno (RC) il 19 settembre 1956 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe alla ‘ndrina Muià);
Giuseppe Muià, nato a Siderno (RC) il 9 gennaio 1944 (custodia cautelare in carcere, per associazione mafiosa in qualità di capo, promotore ed organizzatore della ‘ndrina Muià);
Vincenzo Muià, nato a Siderno (RC) il 14 agosto 1972 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe della ‘ndrina MUIA’);
Vincenzo Muià, nato a Siderno (RC) il 10 dicembre 1968 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe della ‘ndrina MUIA’);
Vincenzo Muià, detto “il fontaniere”, nato a Siderno (RC) il 4 ottobre 1969 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe alla ‘ndrina Muià);
Vincenzo Muià, nato a Siderno (RC) il 6 novembre 1969 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, con il ruolo di capo, organizzatore e promotore dell’omonima ‘ndrina di contrada Ferraro; intestazione fittizia di beni, detenzione e porto in luogo pubblico di armi comuni da sparo, usura e favoreggiamento personale, con aggravante di aver agevolato la ‘ndrangheta);
Santo Rumbo, nato a Siderno (RC) il 7 ottobre 1989 (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, con dote elevata nell’ambito della ‘ndrangheta di Siderno);
Michele Carabetta, nato a Siderno (RC) il 28 novembre 1957, residente in Canada (custodia cautelare in carcere, per associazione mafiosa, in qualità di partecipe della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”).
Altre 14 misure cautelari (di cui 9 in carcere e 5 agli arresti domiciliari) sono state disposte, come detto, sulla base di una nuova richiesta avanzata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nei confronti dei seguenti soggetti, ritenuti responsabili dei delitti indicati a fianco di ciascuno di essi:
Francesco Commisso, alias “u scelto”, nato a Siderno (RC) il 3 ottobre 1956, residente in Canada (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di capo ed organizzatore della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”;
Rocco Remo Commisso, nato a Siderno (RC) il 29 giugno 1946, residente in Canada (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di capo ed organizzatore della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”;
Giuseppe De Maria, detto “Joe”, nato in Canada il 2 giugno 1963, residente in Canada (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”);
Angelo Figliomeni, detto “Angelino”, nato a Siderno (RC) il 30 settembre 1962, domiciliato in Canada (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di capo, organizzatore e promotore della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”);
Antonio Figliomeni, detto “’Ntoni e fredu”, nato a Siderno (RC) il 25 ottobre 1961, residente in Canada (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di capo, organizzatore e promotore della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”);
Cosimo Figliomeni, detto “Cosimino”, nato a Siderno (RC) il 6 febbraio 1965, domiciliato in Canada (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di capo, organizzatore e promotore della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”, esercizio abusivo del credito, con l’aggravante di aver agevolato la ‘ndrangheta);
Bruno Filippone, nato a Siderno (RC) l’8 luglio 1983, già detenuto per altra causa (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe dell’organizzazione di ‘ndrangheta operante in Siderno);
Antonio Galea, nato a Siderno il 31 luglio 1962, già detenuto per altra causa (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di organizzatore e dirigente della locale di ndrangheta di Siderno, con il ruolo di mastro di giornata);
Vescio Luigi, nato in Canada l’8 luglio 1971, residente in Canada, (custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, in qualità di partecipe della locale di ‘ndrangheta di Siderno e della sua proiezione in Canada nella “Greater Toronto Area”);
Marilena Gravina, nata a Melito di Porto Salvo (RC) il 25 dicembre 1972 (custodia cautelare degli arresti domiciliari per favoreggiamento personale aggravato dalla circostanza di aver agevolato la ‘ndrangheta);
Emanuela Figliomeni, nata a Locri (RC) il 7 novembre 1980 (custodia cautelare degli arresti domiciliari per intestazione fittizia di beni aggravata dalla circostanza di aver agevolato la ‘ndrangheta);
Teresa Figliomeni, nata a Locri (RC) il 24 settembre 1975 (custodia cautelare degli arresti domiciliari per intestazione fittizia di beni aggravata dalla circostanza di aver agevolato la ‘ndrangheta);
Pietro Ieraci, nato a Locri (RC) il 10 luglio 1976 (custodia cautelare degli arresti domiciliari per intestazione fittizia di beni aggravata dalla circostanza di aver agevolato la ‘ndrangheta);
Antonio Mamone, nato a Messina il 3 dicembre 1977, residente a Marina di Gioiosa Ionica (RC) (custodia cautelare degli arresti domiciliari per intestazione fittizia di beni aggravata dalla circostanza di aver agevolato la ‘ndrangheta).
IMPIANTO ACCUSATORIO CONVALIDATO Otto dei soggetti destinatari della misura cautelare in carcere si trovano in Canada. Santo Rumbo è stato localizzato in Lussemburgo ed è stato catturato dall’Enfast Team della Polizia lussemburghese in collaborazione con l’omologo organismo dello Scip italiano (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia), in esecuzione di un Mae (Mandato di Arresto Europeo) emesso dalla competente Autorità Giudiziaria di Reggio Calabria. L’ordinanza convalida pienamente l’impianto accusatorio prospettato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria nei confronti dei suindicati 28 soggetti ritenuti elementi di vertice, appartenenti e prestanomi delle ‘ndrine Muià e Figliomeni federate alla potente cosca di ‘ndrangheta Commisso di Siderno. Le attività investigative – condotte con l’ausilio di sofisticate tecniche di intercettazioni telefoniche ed ambientali – hanno portato alla luce le attuali dinamiche criminali che caratterizzano le due ‘ndrine alleate alla cosca Commisso di Siderno e in Canada, dove è nota come Siderno Group of Crime.
x
x