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Calcio al bimbo di tre anni, è stato il fratello di un pentito di camorra
L’uomo si trovava in un luogo protetto nel Cosentino. Lui e sua moglie sono stati trasferiti altrove e denunciati per lesioni personali aggravate. Sono stati individuati dai fratelli della piccola vi…
Pubblicato il: 07/09/2019 – 13:48
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COSENZA È il fratello di un pentito di camorra che si trovava in un luogo protetto del Cosentino, l’uomo che a Cosenza ha dato un calcio a un bambino di origini marocchine perché si era avvicinato alla figlia neonata in carrozzina. L’uomo e la moglie, entrambi denunciati per lesioni personali aggravate, sono stati immediatamente allontanati dalla Calabria e trasferiti in altra località protetta.
Secondo quanto si è appreso, intanto, le immagini delle telecamere di videosorveglianza visionate dagli agenti delle volanti della Questura di Cosenza non hanno ripreso la violenza subita dal bambino, ma dai filmati è stato possibile rintracciare diversi testimoni che una volta ascoltati hanno portato all’identificazione dei due giovani.
RICONOSCIUTO DAI BIMBI «I miei figli hanno visto quell’uomo vicino alla Questura e mi hanno detto che era quello che li aveva aggrediti. L’ho affrontato e gli ho chiesto: perché? Lui ha detto di non sapere che cosa volevo e stava andandosene per cui sono corsa ad avvertire i poliziotti». A raccontarlo è la madre del bambino. Gli agenti della sezione volanti della Questura di Cosenza lo avevano già identificato, ma un’ulteriore conferma è venuta proprio dai fratellini del bimbo, che hanno 14 e 10 anni.
FLASH MOB Oggi alle 18 in via Macallè a Cosenza, in concomitanza con la raccolta di firme per le primarie in Calabria, i Giovani democratici di Cosenza organizzano un flash mob di solidarietà al bambino immigrato di 3 anni vittima di una aggressione nei giorni scorsi.
«Contro ogni fascismo e razzismo – affermano i giovani dem – testimoniamo la nostra condanna a violenza e intolleranza proprio nel luogo dove è avvenuto. Occorre ritrovarsi, costruire, stare insieme perche’ l’unica via percorribile per liberare le città e i quartieri dalla violenza razzista è esserci».
MARZIALE: «NO ATTENUANTI» «Davanti ad un gesto tanto violento c’è da andare oltre il raccapriccio e domandarsi se gente così sia in grado di adempiere ai proprio doveri di responsabilità genitoriale». È quanto afferma Antonio Marziale, garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria su quanto accaduto a Cosenza. «La società che viviamo – prosegue – è assuefatta, purtroppo, alla violenza quotidiana e l’incedere delle notizie alla velocità della luce ci fa passare, come automi, alla notizia successiva, che magari è di gossip. Invece, dovremmo fermarci al cospetto della violenza contro i bambini, dovremmo riflettere e far sentire forte il nostro stigma, perché ci ascoltino le persone di prossimità. Così si costruisce la cultura della tutela dei minori. Così come la legge dovrebbe non concedere attenuanti di sorta a simili violenti. Chi tocca un bambino per fargli del male non deve godere di alcun beneficio, di alcuno sconto. A questa persona indirizzo il mio più sentito disprezzo, pensando al piccolino di cui è padre, che idealmente accarezzo facendogli gli auguri per una vita lontana da situazioni come quelle generate dal suo genitore».
IL SINDACO DI MENDICINO: AZIONE VILE «Stamattina ho fatto visita al bimbo che è stato brutalmente aggredito nei giorni scorsi a Cosenza. Un bambino dolcissimo attorniato dall’affetto dei suoi fratellini, della mamma e del papà. A lui e alla sua famiglia ho espresso la mia totale vicinanza e quella di tutta la comunità mendicinese che da sindaco rappresento, e la nostra più grande solidarietà». Lo afferma il sindaco di Mendicino, centro alle porte di Cosenza, Antonio Palermo. «Episodi del genere – aggiunge – sono da condannare senza se e senza ma, specie se perpetrati nei confronti di bambini piccoli e indifesi. Spero che al più presto i responsabili vengano puniti per le loro vili azioni. Mendicino condanna ogni forma di violenza e di razzismo, sempre, perché è città di pace, accoglienza, integrazione e solidarietà».
LA SOLIDARIETÀ DEL COSENZA CALCIO Una reazione arriva anche dal mondo dello sport. La Società Cosenza Calcio, infatti, in una nota esprime «la sua vicinanza al bimbo vittima del gravissimo episodio di violenza accaduto nel centro della nostra città e alla sua famiglia. Si è trattato di un atto intollerabile e lontano anni luce dalla cultura che anima la nostra comunità. Accoglienza, solidarietà, tutela dell’infanzia, sono questi i valori in cui ci riconosciamo e che dobbiamo perseguire». La Società, prosegue la nota, «nel tentativo di far sentire alle vittime di questa violenza, l’affetto della stragrande maggioranza dei cittadini e degli sportivi, invita il piccolo e la sua famiglia allo stadio in occasione delle prossime partite del Cosenza Calcio».
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