CATANZARO Alla vigilia non mancavano le attese e le speranze, ma le attese e le speranze sono esitante, almeno per le prossime ore, a restare tali. La “sortita” romana del commissario della sanità Saverio Cotticelli e del dirigente generale del Dipartimenti Tutela della Salute, Antonio Belcastro, per esporre al ministero le principali complessità ed emergenze che riguardano il settore calabrese non si può definire negativa semplicemente perché, di fatto, non si è concretizzata in un vero e proprio punto della situazione. E del resto non poteva essere diversamente, visto che la tappa nella Capitale dei massimi responsabili della sanità regionale è caduta proprio nel giorno della fiducia del nuovo governo a Montecitorio, con il neo ministro Roberto Speranza ovviamente trattenuto dalla priorità dell’aula, e nel contesto di una fase di transizione al ministero della Salute: per intendersi, al dicastero ancora per qualche giorno non si insedieranno il gabinetto e la segreteria del ministro, e quindi l’interlocuzione di Cotticelli e Belcastro si è gioco forza limitata alle generali, con un complessivo aggiornamento delle questioni a tempi e ruoli più certi e più definiti. Questo, ovviamente, non è comunque una buona notizia, perché le urgenze più gravi della sanità calabrese – il “problemone” della carenza di persona e e del blocco sostanziale delle assunzioni nonostante uno sblocco formale, la “bomba” innescata dei licenziamenti dei precari dell’ospedale “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro che già sta creando gravi disagi, l’assenza di guide nelle aziende sanitarie e ospedaliere, la sospensione dei punti nascita di Cetraro e Soverato – si trascineranno ancora da qui in avanti, con il rischio di non trovare soluzioni adeguate al dramma in atto nel settore.
Secondo quanto riferito da fonti accreditate, nell’incontro del commissario e del dg del Dipartimento regionale con i tecnici del ministero della Salute, durato circa un’ora, qualche passetto in avanti si sarebbe fatto per quanto riguarda la partita dei punti nascita di Cetraro e di Soverato, perché su questa vicenda, tra dicastero, struttura commissariale e Regione si sarebbe trovato un percorso condiviso, quello di arrivare a una riapertura dei punti nascita attraverso una deroga alla soglia dei 500 interventi una volta che sarà ufficialmente accertata la presenza dei requisiti strutturali dei due presidi, la cui mancanza è stata alla base dell’attuale sospensione. Quanto alla tematica del personale in generale e dei precari dell’ospedale di Catanzaro nel dettaglio, invece, la pratica è adesso sul tavolo del ministero ma la riunione di oggi non avrebbe segnato altro che un nulla di fatto. Se una soluzione immediata ci sarà, potrà arrivare solo dalla Calabria, e non è facile perché le lancette corrono come le lettere di licenziamento, che hanno già riguardato 18 lavoratori ma potrebbero estendersi al resto di questo contingente in servizio all’ospedale di Catanzaro. Si tratta di lavoratori assunti a tempo determinato alcuni anni fa previa selezione pubblica ma che adesso non sono più in servizio a causa di un vincolo di legge che non ammette ulteriori proroghe dei loro contratti.
Il licenziamento, al momento, riguarda una ventina di precari dell’azienda ospedaliera di Catanzaro, ma la vertenza coinvolge complessivamente oltre 200 tra medici, infermieri e Oss. Se il licenziamento raggiungerà questa cifra, in pratica l’hub catanzarese perderebbe un “mare di servizi e anche di posti letto e di fatto, con conseguenze nefaste per l’intera sanità calabrese. Una situazione evidentemente drammatica, che – si fa presente da fonti della Regione – la presidenza della Giunta “segue con un costante monitoraggio, con grandissima attenzione e con altrettanto grande preoccupazione”, dettata anche da alcuni report dei vari Dipartimenti dell’azienda ospedaliera catanzarese, dai quali emergerebbe che l’impatto dei licenziamenti sui servizi, già pesante sul pronto soccorso, sarebbe devastante, e devastante sarebbe un eufemismo. Nelle riunioni che si sono susseguite negli ultimi giorni convulsi alla Cittadella, con i precari dell’ospedale di Catanzaro talmente disperati da tenere anche nella notte un sit-in di protesta, la vertenza è rimasta sostanzialmente al palo, con il presidente della Regione a fare pressing per evitare un gravissimo “vulnus” occupazionale e assistenziale sulla struttura commissariale, attestata su una posizione invece più intransigente alla luce dei vincoli normativi che pure ci sono e congiurano contro questi lavoratori. Sempre fonti accreditate riferiscono che nelle prossime ore sia la presidenza della Regione sia i sindacati ritorneranno alla carica così come i precari dell’ospedale di Catanzaro, alcuni dei quali domani potrebbe dar vita all’ennesimo disperato sit-in. Per il momento, però, la sanità calabrese resta ancora nel limbo, con emergenze sempre più acute e incertezze sempre più pericolose. (acant)
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