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Bimbo autistico a Reggio, «Asp non ha ancora pagato le cure»

Il garante Marziale: «L’atteggiamento intrattenuto dall’azienda è ingiustificabile. Non posso continuare a fare da mediatore in quanto il tempo trascorso è troppo»

Pubblicato il: 18/10/2019 – 13:25
Bimbo autistico a Reggio, «Asp non ha ancora pagato le cure»

REGGIO CALABRIA Il garante per l’infanzia e l’adolescenza presso il consiglio regionale calabrese, Antonio Marziale, rende nota una comunicazione ricevuta lo scorso 16 ottobre, dall’avvocato Stefania Pedà, in merito ad una denuncia fatta relativa ad un inadempimento dell’Asp di Reggio: «Egr. dott. Marziale, con riferimento alla questione indicata in oggetto – esecuzione ordinanza Tribunale Civile di Reggio Calabria (ne avevamo scritto qui) – ormai a Lei nota, con sommo rammarico devo comunicarLe che l’Asp di Reggio Calabria persevera nell’inadempimento. Nonostante gli incontri e le definizioni delle modalità di esecuzione, ad oggi il minore R. M., come tutti gli altri piccoli ricorrenti affetti da disturbo dello spettro autistico e destinatari del provvedimento giudiziario emesso in via d’urgenza, non ha la garanzia delle cure con metodo Aba, fondamentali per consentirgli di affrontare la vita di ogni giorno. L’Asp di Reggio Calabria non solo non sta adempiendo ad un provvedimento del Tribunale, ma sta anche pregiudicando le cure di soggetti minori e disabili, in violazione dell’art. 32 della Costituzione. Cordiali Saluti».
«L’avvocato Pedà si riferisce al piccolino per il quale la madre era scesa in piazza urlando il proprio dolore al cospetto degli organi d’informazione – continua il Garante – ed io stesso sono stato tediato da rassicurazioni, da parte della terna commissariale, al punto che la stessa mi aveva autorizzato a rispondere alla mamma che il tutto avesse preso la piega risolutiva in pochi giorni. L’atteggiamento intrattenuto dall’azienda è ingiustificabile. Non posso continuare a fare da mediatore in quanto il tempo trascorso è troppo, se consideriamo che ad attendere è un bambino autistico. Autorizzarmi a riferire a genitori in attesa di soluzioni che poi non si verificano – conclude Marziale – è un atto che ritengo offensivo per il ruolo che istituzionalmente ricopro. Farmi uscire sulla stampa facendomi dichiarare una cosa per un’altra significa anche sviare la corretta informazione e mancare di rispetto agli operatori dell’informazione. Una catena che personalmente rigetto e della quale ritengo doveroso informare l’opinione pubblica, chiedendomi infine cosa si debba fare quando finanche un’ordinanza del Tribunale non viene eseguita. Forse che la Calabria è uno Stato a se?».

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