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M5S: «La rinuncia di Rubbettino non è una nostra responsabilità»

D’Ippolito: «La verità è che i democrat non hanno mai voluto chiarire il perché del no a Oliverio». Forciniti: «Alle elezioni dobbiamo esserci. Nessun accordo con gli altri partiti»

Pubblicato il: 18/11/2019 – 7:01
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M5S: «La rinuncia di Rubbettino non è una nostra responsabilità»
«Non riguarda in alcun modo il Movimento  5 Stelle la rinuncia dell’imprenditore Florindo Rubbettino alla  candidatura quale governatore della Calabria in rappresentanza del Pd» Lo afferma il deputato M5S  Giuseppe d’Ippolito. «Nonostante il limpido appello di Paolo Parentela, coordinatore della  campagna elettorale del Movimento 5 Stelle per le Regionali della   Calabria, cui si è aggiunto il mio, analogo, dal Partito democratico –  dice d’Ippolito – non è mai arrivata una parola di chiarezza sul  rifiuto di candidare il governatore calabrese uscente Mario Oliverio,  che, oltre ad aver fallito clamorosamente sulla sanità, sulla riorganizzazione del ciclo dei rifiuti, sulla tutela dell’ambiente, sul sistema aeroportuale e portuale, sull’occupazione, sul welfare, sui trasporti e sul rinnovamento della dirigenza regionale, rimasta  quella burocrazia opaca di 30 anni fa, ha rappresentato la peggiore  politica familistico-clientelare indipendentemente dall’esito che avranno i procedimenti penali che vedono coinvolto lui e, a parte, la  sua compagna e il suo capo di gabinetto». D’Ippolito prosegue: «Respingiamo in blocco le accuse che, a seguito della rinuncia di  Rubbettino, ci rivolge il Partito democratico, che non ha voluto  prendere le distanze da Oliverio dicendo la verità e invece preferendo  nascondersi dietro ai soliti discorsi al fine di ottenere i voti che  lo stesso governatore ha in dote grazie alla poltrona che occupa. Parentela e io avevamo contestualmente invitato il Partito  democratico – aggiunge il deputato M5S – a garantire il pensionamento  definitivo dei suoi vecchi esponenti e a pronunciarsi sui programmi;  per esempio sulla volontà o meno di assumere impegni sull’acqua  pubblica, sulle urgenze della sanità tipo la battaglia politica per  l’azzeramento del disavanzo, la cessazione dell’illegittimo surplus di finanziamento regionale al policlinico universitario di Catanzaro e la  cancellazione del frettoloso elenco regionale degli idonei alla carica di direttore sanitario e amministrativo». D’Ippolito conclude: «Con il nostro coordinatore per le Regionali calabresi avevamo inoltre invitato il Pd a rendere  manifeste le proprie volontà sulle altre gravi questioni irrisolte,  cioè l’avvio delle bonifiche necessarie, la rinuncia a ogni rapporto  con il gestore del servizio idrico Sorical e a inceneritori e  discariche, nonché all’impegno formale per una programmazione reale a  favore del riciclo e riuso dei rifiuti e per assicurare una vera  raccolta differenziata, spinta, porta a porta». FORCINITI: «DOBBIAMO ESSERCI. NESSUN ACCORDO CON GLI ALTRI PARTITI» «Noi tutti, vogliamo che il M5S sia presente alle prossime elezioni regionali in Calabria. C’è bisogno del M5S nella nostra regione. I cittadini chiedono un forte cambiamento. Noi non possiamo non rispettare le aspettative di un territorio, che ci ha dato, alle ultime elezioni europee, un forte consenso elettorale», riassume così, Francesco Forciniti, membro della Commissione Affari Costituzionali alla Camera, l’incontro dedicato alle elezioni regionali tenutosi sabato a Corigliano Rossano e a cui hanno partecipato, oltre che molti attivisti e cittadini, anche i parlamentari Baldino, Nesci, Sapia, e i consiglieri regionali Andrea Greco, Antonella Laricchia, Roberta Lombardi. «Siamo una forza politica con una forte connotazione antisistema, che ci ha permesso di raggiungere traguardi importanti. L’idea, di fare accordi, con altre forze politiche, in elezioni amministrative o regionali, ci farebbe perdere credibilità. Minerebbe nelle fondamenta il messaggio che vogliamo dare. Diverso oggi, per via dell’attuale legge elettorale, il discorso in Parlamento», è il messaggio lanciato in apertura dallo stesso Forciniti, prima di cedere la parola alla collega Dalila Nesci. «La mia candidatura – ha detto Nesci – è una proposta di soluzione. Manca ad oggi, una personalità di spicco e con un chiaro percorso politico, che possa guidare il Movimento in un territorio orientato, nel consenso elettorale, dalla criminalità organizzata. Ma se ti esponi con coraggio e credibilità il cittadino ti premia». Si sono invece appellati al principio dell’autodeterminazione Roberta Lombardi e Vittoria Baldino. «Candidarsi alle Regionali significa avere una presenza capillare sul territorio e una rete di relazioni sane con le associazioni. Ma serve soprattutto, una marcia in più in termini di entusiasmo», ricorda Lombardi. Per Vittoria Baldino, viceversa, la nuova organizzazione del Movimento metterà portavoce e attivisti nelle condizioni di rispondere alle esigenze regionali nei giusti tempi. «Carlo Tansi rappresenta il sistema», ha detto poi Francesco Sapia, che ha spiegato: «Siamo difensori del bene comune. La nostra partecipazione alle Regionali è doverosa. Il cambiamento non si ottiene con la bacchetta magica. È doveroso mandare in consiglio regionale persone chiamate a scontrarsi contro il vero malaffare». Quindi gli interventi dei consiglieri regionali Andrea Greco e Antonella Laricchia. «Il successo nel Molise? L’unione dei territori. È stata questa la nostra ricetta vincente. Avete il dovere morale di offrire alla Calabria un’alternativa. Non esiste non candidarsi in Calabria. O sei dentro il sistema o il sistema fa tutto senza di te», così il molisano Greco. «All’inizio della campagna elettorale in Puglia eravamo dati al 7%, contro il 60% di Emiliano. A fine campagna elettorale arrivammo secondi con il 18%. Ragionate nell’ottica di vincere, questo vi proietterà verso la scelta del candidato presidente adatto e del programma elettorale adatto. Ma tenete ferme le poche regole del Movimento. No alla deroga del doppio mandato elettivo. Bastano queste poche regole per rendere noi del Movimento politici migliori e diversi dagli altri. Sono la nostra identità», le parole, invece, della pugliese Laricchia.    
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