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Si dà fuoco al cimitero, muore il 58enne di Stefanaconi

Non ce l’ha fatta il dipendente comunale, ricoverato in un Centro grandi ustionati a Roma. Sgomento nella comunità del centro vibonese

Pubblicato il: 24/11/2019 – 11:21
Si dà fuoco al cimitero, muore il 58enne di Stefanaconi

E’ morto nel Centro grandi ustioni Sant’Eugenio a Roma, dov’era ricoverato in gravissime condizioni, Nicola Arcella, di 58 anni, impiegato comunale di Stefanaconi, in provincia di Vibo Valentia, (è responsabile dell’ufficio finanziario) che ieri mattina aveva tentato il suicidio nel cimitero del paese dandosi fuoco nel cimitero comunale. Arcella lascia la moglie e tre figli. L’uomo ieri aveva raggiunto di mattina presto il luogo sacro con una tanica di benzina e, forse oppresso da un peso psicologico difficile da gestire dovuto, a quanto è emerso dai primi accertamenti, a problemi legati al lavoro, e, dopo essersi denudato, si è cosparso di liquido infiammabile per poi darsi fuoco. E’ successo tutto in pochi attimi tra lo sgomento di chi in quel momento si trovava in quel luogo. Qualcuno, malgrado lo choc di quei momenti, ha anche tentato un primo soccorso anche utilizzando l’acqua delle fioriere per intervenire in qualche modo sull’uomo trasformatosi in una torcia umana. I medici del servizio di emergenza 118, accorsi assieme ai carabinieri, hanno subito capito la gravità della situazione e hanno fatto immediata richiesta per l’invio dell’elisoccorso che ha condotto il ferito, che presentava ustioni di primo grado su quasi tutto il corpo, in una struttura specializzata. La notizia dell’accaduto ha scosso tutta la comunità del paese alle porte di Vibo Valentia. Tutti a Stefanaconi conoscevano il cinquantottenne, sposato e padre di tre figli. Nicola Arcella (nel fotino) era, infatti, noto anche fuori dai confini del suo comune per il suo impegno politico. Era stato consigliere comunale e una decina di anni addietro è stato anche segretario provinciale del Partito della Rifondazione comunista. Era infine diventato referente provinciale del movimento “Sud che sogna” fondato dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Da quanto sarebbe emerso in base ai primi accertamenti l’uomo, poco prima di recarsi nel cimitero, avrebbe inviato dei messaggi, uno dei quali al sindaco della cittadina Salvatore Eugenio Solano e ad altre persone che lo conoscevano, in cui si sarebbe scusato per non avere evaso una pratica che in ragione del ruolo svolto all’interno dell’amministrazione comunale avrebbe dovuto assolvere.

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