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Pd, commissariate le federazioni “oliveriane” di Cosenza e di Crotone (già in rivolta)

Decisione della segreteria nazionale democrat contro i due organismi territoriali a sostegno della ricandidatura di Mario Oliverio: Miccoli guiderà il partito bruzio, Iacucci quello pitagorico. Gug…

Pubblicato il: 08/12/2019 – 17:50
Pd, commissariate le federazioni “oliveriane” di Cosenza e di Crotone (già in rivolta)

CATANZARO Arrivano i commissari alla guida delle federazioni provinciali del Pd di Cosenza e Crotone, cha “pagano” in questo modo il sostegno alla linea del governatore Mario Oliverio di ricandidarsi alla presidenza della Regione. Secondo quanto si apprende da fonti del Nazareno, infatti, il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti ha deciso di commissariare le segreterie provinciali del partito bruzio e crotonese, “destituendo” i rispettivi segretari, Luigi Guglielmelli e Gino Murgi: commissario della federazione provinciale democrat di Cosenza sarà Marco Miccoli, della segreteria nazionale del Pd, mentre commissario a Crotone sarà Franco Iacucci, presidente della Provincia di Cosenza. La decisione di Zingaretti – sempre secondo fonti del Nazareno – sarebbe arrivata al termine dell’iter avviato nei giorni scorsi dalla commissione nazionale di garanzia, che all’unanimità avrebbe proposto al segretario nazionale l’’azzeramento” delle due federazioni pro-Oliverio.
LA RIVOLTA «Peggior tradizione stalinista», «liberticidio». Non la prendono affatto bene – e non potrebbe essere altrimenti nel frattempo – Luigi Guglielmelli e Gino Murgi, segretari provinciali del Pd di Cosenza e Crotone nell’apprendere la notizia «dalla stampa» della decisione del segretario nazionale Zingaretti di commissariare le due federazioni.
In una nota, i due “dissidenti” non ne fanno solo una questione amministrativa, ma politica. E promettono battaglia in ogni sede, comprese quelle giudiziarie.
«Abbiamo appreso dalla stampa la notizia secondo cui sarebbero state commissariate le Federazioni provinciali del PD di Crotone e Cosenza – scrivono Guglielmelli e Murgi–. Un atto senza precedenti e di una gravità inaudita, espressione della peggiore tradizione stalinista», perché «il commissariamento è illegittimo oltre che sul piano sostanziale anche sul piano formale», in quanto «gli organismi di direzione politica eletti dal congresso ed i segretari provinciali di entrambe le federazioni non hanno violato alcuna norma statutaria».
Anzi, a loro dire hanno «reiteratamente chiesto, a più riprese il rispetto delle regole statutarie da parte del commissario regionale a tutela delle garanzie e delle procedure trasparenti e partecipate per la designazione del candidato alla presidenza della Giunta regionale. Abbiamo semplicemente chiesto che fossero i calabresi a decidere, attraverso il più ampio confronto, il candidato Governatore».
Per i due (ex) segretari ritenuti troppo oliveriani, il commissariamento «è un provvedimento liberticida, oggettivamente teso a sopprimere il dissenso politico. Un provvedimento, questo sì, di grave lesione dell’immagine del Partito democratico. Commissariare gli organismi vitali eletti democraticamente con il voto di migliaia di iscritti in un partito regionale già commissariato è una mortificazione per migliaia di uomini e di donne che hanno scelto liberamente la adesione al partito. È come se si volesse liquidare e cancellare l’insediamento politico e organizzativo del Pd sui territori».
Sottolineando come il provvedimento, un «colpo di mano» del genere, non si sia mai verificato all’interno del Pd, Guglielmelli e Murgi definiscono la decisione come una «prova muscolare espressione di profonda debolezza e di autoritarismo». Ovvero, «il contrario della democrazia, del pluralismo e della ricchezza delle opinioni che è invece la vera forza di una forza democratica quale è e deve essere il Pd».
I due rappresentanti territoriali non la chiudono qui ed annunciano di voler «impugnare tale provvedimento nelle sedi competenti, comprese quelle giudiziarie» e di voler promuovere « molteplici iniziative attraverso la mobilitazione di iscritti e simpatizzanti, affinché vengano ristabiliti i diritti degli iscritti e delle iscritte del Partito Democratico».
 
(cant.a.)

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