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Salvini indagato per i voli di Stato (anche) in Calabria

La notizia dell’inchiesta sul leader della Lega nel giorno del suo minitour elettorale nella regione. Al vaglio dei magistrati c’è la trasferta Reggio-Platì-Catanzaro dello scorso maggio

Pubblicato il: 12/12/2019 – 10:47
Salvini indagato per i voli di Stato (anche) in Calabria

di Alessia Candito
REGGIO CALABRIA
Proprio nel giorno in cui si appresta alla prima trasferta elettorale per le regionali calabresi, una notizia potrebbe guastare non poco la giornata a Matteo Salvini. Anche perché proprio dai suoi più che frequenti viaggi, inclusi quelli in Calabria, nascono i suoi guai. L’ex ministro è indagato dalla procura di Roma per abuso d’ufficio per aver impropriamente utilizzato voli di Stato per trasferte politiche ed elettorali e le carte adesso sono state trasmesse al Tribunale dei ministri. Stanati da un’inchiesta di Repubblica, quei viaggi a scrocco sono finiti al vaglio della Corte dei Conti, che pur non ravvisando alcun danno erariale li ha ritenuti illegittimi e ha trasmesso gli atti alla procura di Roma, che contro l’ex ministro ha aperto un fascicolo per abuso d’ufficio. Al vaglio dei magistrati sono finite 35 trasferte e fra queste almeno un paio che riguardano la Calabria, come quella del 10 e 11 maggio, quando Salvini – si leggeva nell’inchiesta di Repubblica – alle 6.55 saliva a bordo del P-180 diretto a Reggio Calabria, dove un Augusta lo aspettava per raggiungere una cerimonia antimafia a Platì, per poi ripartire alle 12.12 per Lamezia Terme e da lì in elicottero fino a Catanzaro per un comizio elettorale. Alle 16.34, partenza per Napoli per un incontro in prefettura e due ore dopo l’ultimo viaggio per Linate in vista dell’adunata degli alpini il giorno dopo. Un’agenda strettissima possibile solo grazie all’utilizzo di messi di polizia e vigili del fuoco che hanno assicurato spostamenti tanto veloci, quanto – sostengono i magistrati – illegittimi perché secondo decreti e regolamenti i mezzi della polizia e dei pompieri sono riservati «allo svolgimento di compiti istituzionali o di addestramento, e non ai cosiddetti “voli di Stato”». Questi poi sono soggetti ad un’ulteriore normativa che ne restringe l’uso alle cinque alte e cariche dello Stato (presidente della Repubblica, delle due Camere, del Consiglio dei ministri e della Corte costituzionale), «salvo eccezioni che debbono essere specificamente autorizzate». (a.candito@corrierecal.it)

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