Servizio ambulanze Asp Catanzaro, quattro rinvii a giudizio
Avrà inizio il prossimo 20 maggio il processo per quattro imputati nel procedimento Gerione. Prosciolto Giuseppe Luca Pagnotta. Le accuse a vario titolo vanno dalla frode nelle pubbliche forniture, a…

CATANZARO Quattro persone rinviate a giudizio e un proscioglimento. Questo la decisione del gup di Catanzaro Teresa Guerriero al termine dell’udienza preliminare del procedimento “Gerione”, costola dell’inchiesta “Quinta Bolgia” che interessa l’Asp di Catanzaro e i presunti illeciti commessi nella gestione del servizio di ambulanze. Il gup ha deciso per il non luogo a procedere per Giuseppe Luca Pagnotta, 46 anni, che era imputato in qualità di responsabile Programmazione e gestione approvvigionamenti dell’Asp. Rinviati a giudizio Tommaso Antonio Strangis, 54 anni, prosciolto per un capo di imputazione, rappresentante legale della Ats Croce Bianca; Italo Colombo, 49 anni, amministratore di fatto della Ats Croce Bianca; Francesco Serapide, 56 anni, imputato nella qualità di funzionario nell’Unità operativa Igiene e sanità pubblica dell’Asp di Catanzaro; Eliseo Ciccone, 66 anni, imputato in qualità dell’unità operativa del Suem 118 centrale operativa di Catanzaro. Per costoro il processo avrà inizio il prossimo 20 maggio. Ambulanze con anzianità superiore a cinque anni, non efficienti dal punto vista meccanico strutturale e da quello funzionale, senza le necessarie dotazioni per il soccorso (defibrillatori, bombole di ossigeno, monitor multiparametrico, termoculla, aspiratore, frigorifero e altro). Anche gli autisti soccorritori non erano registrati nell’elenco fornitori dell’Asp di Catanzaro, in molti casi privi della necessaria esperienza e «di fatto non idonei per il servizio di soccorso». Queste le caratteristiche di alcuni mezzi che la Croce Bianca aveva messo a disposizione dell’Asp. Strangis e Colombo nello stipulare il contratto con l’Asp di Catanzaro non avrebbero assicurato le prestazioni e le caratteristiche tecniche e strumentali minime richieste dall’azienda e presenti nel capitolato tecnico-prestazionale del contratto. Il tutto, secondo l’accusa, con la connivenza e la consapevolezza dei pubblici funzionari. L’inchiesta ha dato la stura al commissariamento dell’Azienda ospedaliera di Catanzaro. Le accuse vanno dalla frode nelle pubbliche forniture, alla corruzione, falsità ideologica, induzione indebita a dare o a promettere utilità, rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio. (aletru)