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Gentile: «Vi spiego perché mi ricandido (e la gente mi vota dopo 50 anni)»
Il politico spiega le ragioni che lo hanno spinto a riprovarci. «Ho sempre lavorato per il bene della collettività ed ho scelto di candidarmi per proseguire su questa strada»
Pubblicato il: 04/01/2020 – 14:55
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COSENZA Una rielezione il 26 gennaio gli garantirebbe una permanenza costante negli organismi di governo regionale per otto legislature. Un record che finirebbe di buon grado nella storia della politica italiana, non solo calabrese. Pino Gentile in questi mesi ha ascoltato, letto e osservato tutto in silenzio. Il suo nome è stato accostato ai grandi casati del centrodestra, invece, ad accoglierlo è stato il tetto della Casa delle Libertà. Con la sua dote di voti e di relazioni costruite negli anni tenterà una nuova prova di forza così come fatto cinque anni fa sotto la sigla del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, partito che non fosse stato per l’intuizione del tandem dei due fratelli Gentile, in Calabria non avrebbe attecchito neanche lontanamente. «Ho incontrato centinaia di amici ed elettori che, trasmettendomi il loro smarrimento per il momento storico che viviamo, mi hanno incoraggiato a candidarmi nuovamente, quale punto di riferimento e in nome di quella conclamata e virtuosa esperienza amministrativa, caratterizzata da correttezza, trasparenza e disponibilità, che mi riconoscono e che avvicina la gente comune alle istituzioni – spiega Pino Gentile -». La sua presenza ininterrotta per quasi un secolo all’interno dei palazzi di governo (prima quello cittadino, poi quello regionale) viene giustificata senza fronzoli o giri di parole. «Di fondo, c’è un’interpretazione solenne e immutata del mandato che l’elettorato mi affida come un incarico di grande responsabilità a cui assolvere con serietà, impegno, competenza e grande spirito di servizio – dichiara in una nota -. Ho sempre affrontato tutto nella mia vita con l’umiltà, la lealtà e la determinazione che mi contraddistinguono, così come ho fatto pure durante il mio percorso politico, nel quale, certamente, ho sempre onorato tutti i miei mandati, amministrando con rettitudine morale, nel rispetto assoluto della legalità, con la massima considerazione per le istituzioni che ho rappresentato e rappresento e per la gente che da 50 anni continua a sostenermi e a darmi fiducia, facendomi risultare sempre tra i primi eletti in Calabria. In tutti gli incarichi che ho avuto l’onore di ricoprire, ho sempre sostenuto e attuato politiche attive e concrete che tendessero a sviluppare i nostri territori e le nostre comunità, che creassero economia, nuove opportunità e nuova occupazione». Prima il ruolo di consigliere, assessore e sindaco di Cosenza, poi il balzo sull’astronave della cittadella regionale. «Negli anni ’80, periodo difficile per la politica e per la vita di ognuno di noi, in qualità di Sindaco di Cosenza, tra i più giovani d’Italia a ricoprire questa prestigiosa carica istituzionale, ho lavorato per cambiare concretamente volto alla città. Ricordo, solo a titolo di esempio, che abbiamo utilizzato tutti i finanziamenti disponibili per la costruzione di alloggi popolari, abbiamo costruito anche ben sette serbatoi, ancora oggi funzionanti, attraverso cui si approvvigionavano le risorse idriche cittadine. Abbiamo realizzato, tra le altre cose, una nuova rete idrica, ma anche una nuova rete fognaria e un nuovo impianto dell’illuminazione pubblica che, finalmente, connettevano tante zone periferiche della città, oltrechè le frazioni e tutte le contrade, con il mondo civilizzato. Era l’epoca in cui si accendeva per la prima volta la fiammella del metano in città, anni in cui costruivamo e inauguravamo la nuova direttrice Cosenza-Rende, viale Cosmai, la piscina del Campagnano e tutto il verde cittadino, compreso il parco di via Misasi, già via Roma, realizzato dopo l’abbattimento dello Stadio Morrone; erano gli anni in cui si migliorava lo Stadio “San Vito” che in quel periodo si apprestava ad accogliere la visita e la benedizione del Santo Padre, Papa Giovanni Paolo II. La città di Cosenza, inoltre, in quegli anni aveva avuto un boom in termini di incremento demografico e aveva superato i 104mila abitanti e l’allora ministro dell’Interno, Oscar Luigi Scalfaro, venne ad insignirci personalmente del riconoscimento quale città di serie A, come esempio di città più vivibile». Per il candidato de La Casa delle Libertà, questo rappresenta solo un primo passo, un curriculum da sfoggiare poi una volta giunto al governo regionale. «Con quel grosso bagaglio di esperienze e mai dimenticando le esigenze dei territori e dei suoi abitanti, ho guidato molti settori della Regione Calabria, trovando perlopiù macerie, sulle quali, con grandi sforzi, siamo riusciti a raggiungere risultati soddisfacenti. Negli anni, infatti, tutti gli assessorati di mia pertinenza, in assoluta controtendenza, sono stati sempre gli unici, o quasi, che sono riusciti ad utilizzare tutte le risorse finanziarie provenienti dalla Comunità Europea, portando, peraltro, ad esaurimento le graduatorie, redatte sulla base di criteri di legittimità, regolarità ed trasparenza. Ricordo con grande soddisfazione, solo per fare qualche esempio, altrimenti potremmo scriverci un libro, e per rendere il senso di ciò di cui parliamo, i risultati prodotti dalle politiche dell’Assessorato al Turismo nell’anno 2002, quando la Calabria diventò la prima regione d’Italia per presenze turistiche. Con altrettanta soddisfazione, ricordo la legge sull’imprenditoria femminile o quella sui Bed and breakfast, o anche quella sulla “Film Commission”. Abbiamo finanziato, poi, come Assessorato ai Lavori Pubblici, milioni e milioni di euro per opere pubbliche destinate a tutti i Comuni della nostra regione, anche i più piccoli e i più sperduti. Abbiamo finanziato la realizzazione di nuove strade di collegamento, porti turistici, interi lungomari, impianti sportivi, restauri di chiese e conventi, ristrutturazioni, adeguamenti sismici ed efficientamenti energetici, di scuole ed edifici pubblici. Non dimentico, infine, tutta la trafila per la costruzione della Cittadella Regionale, di cui si sono presi i meriti coloro i quali non avrebbero potuto contribuire, anche volendo, perché non c’erano. Ho sempre lavorato per il bene della collettività ed ho scelto di candidarmi per proseguire su questa strada. In questa questa descrizione, ho raccontato, solo alcuni dei tanti risultati, tangibili ed incontrovertibili, raggiunti nel corso di questi lunghissimi e intensi anni di attività politica al servizio dei calabresi, che, poi, sono anche il motivo vero per cui la gente, da 50 anni, continua a votare Pino Gentile».
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