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Colpo di scena all’abbreviato contro il Gotha della ‘ndrangheta. In Appello si riapre il dibattimento
Sfileranno testimoni e nuovi documenti nella prossima udienza che vede alla sbarra anche il boss Giorgio De Stefano. Il presidente di Landro ha accolto la richiesta dei legali
Pubblicato il: 12/02/2020 – 21:41
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di Fabio Papalia
REGGIO CALABRIA La Corte d’appello di Reggio Calabria riapre il dibattimento nel troncone del processo Gotha deciso in primo grado con rito abbreviato dal gup Pasquale Laganà, con sentenza nel marzo 2018, con 28 condanne e 10 assoluzioni.
La Corte d’appello reggina, presidente Francesca Di Landro, all’udienza di oggi ha sciolto la riserva sulle istanze istruttorie delle parti accogliendo la richiesta di rinnovazione del dibattimento. Si tratta, in particolare di un istituto eccezionale, finalizzato all’integrazione totale o parziale del quadro probatorio del giudizio di primo grado e quindi all’acquisizione di materiale nuovo e diversificato.
TESTIMONI AMMESSI E DOCUMENTI DA ESIBIRE Secondo i giudici d’appello devono essere acquisite: limitatamente all’intestazione e al dispositivo, la sentenza emessa dal gup presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti, tra gli altri, di Domenico Marcianò per l’omicidio Canale, nonché le pronunce del Tribunale del Riesame di Reggio Calabria nei confronti di Francesco Polimeni e la sentenza Meta (se definitiva); la documentazione prodotta nel termine assegnato e all’udienza del 28 gennaio 2020 nell’interesse di Giorgio De Stefano; i provvedimenti giudiziari depositati dal pubblico ministero.
Inoltre i giudici d’appello hanno disposto l’audizione testimoniale di collaboratori e testimoni di giustizia, in quanto necessaria ai fini della decisione: di Brunella Latella con riferimento alle posizioni di Giovanni Cacciola e Giovanni Pellicano; di Giuseppe Stefano Tito Liuzzo con riferimento alle posizioni di Giorgio De Stefano, Emilio Angelo Frascati e Antonino Nicolò; di Arcangelo Furfaro e Vincenzo Cristiano con riferimento alla posizione di Antonio Idone; di Mario Chindemi in relazione alla posizione di Domenico Marcianò.
Viceversa la Corte d’Appello ha rigettato le richieste istruttorie avanzate da Antonino Araniti, Giorgio De Stefano, Dimitri De Stefano e Pasquale Massimo Gira, e Giovanni Rosario Rechichi, perché non assolutamente necessarie ai fini del decidere, nonché la richiesta di produzione documentale delle informative indicate dal pubblico ministero. Infine è stato assegnato un termine al procuratore generale per interloquire in ordine alla memoria difensiva, con allegata produzione documentale, a firma dell’imputato Natale Saraceno. Il processo è stato rinviato al 26 febbraio per l’audizione dei testi.
IL BOSS DEI BOSS ALLA SBARRA Principale imputato del troncone abbreviato è Giorgio De Stefano, secondo l’accusa elemento di vertice dell’omonima cosca di ‘ndrangheta e depositario dei segreti sul cosiddetto livello “invisibile” della ‘ndrangheta reggina, dotatasi di una struttura segreta legata alla massoneria per interagire riservatamente con istituzioni, politici, imprenditori, ammorbando la vita democratica del capoluogo e della sua provincia. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, voto di scambio, violazione della legge Anselmi, corruzione, estorsione, truffa, falso ideologico e rivelazione di segreti d’ufficio.
LE CONDANNE IN PRIMO GRADO Le condanne più pesanti – nonostante lo sconto per la scelta del rito – inflitte dal gup in primo grado sono state per Giorgio De Stefano (20 anni di reclusione), ma anche per suo nipote Dimitri De Stefano (13 anni e 4 mesi), i due fratelli Domenico e Mario Vincenzo Stillittano (20 anni ciascuno), Roberto Franco (18 anni) e l’imprenditore Emilio Angelo Frascati, assolto per un capo di imputazione ma condannato a 13 anni e 4 mesi di reclusione. Condanna a 3 anni e 4 mesi anche per l’ex sindaco di Villa San Giovanni Antonio Messina. Un anno e 10 mesi di reclusione per il collaboratore di giustizia Roberto Moio.
OGGI UDIENZA ANCHE IN ORDINARIO Intanto si continua a celebrare il troncone ordinario, dove tra tutti gli altri imputati spiccano i nomi dell’ex senatore Antonio Caridi; dell’ex parlamentare Paolo Romeo (che ha già scontato una condanna definitiva per concorso esterno); dell’ex sottosegretario alla Regione Calabria nella Giunta Scopelliti di centrodestra Alberto Sarra. Proprio oggi si è celebrata udienza anche nel processo ordinario, con l’inizio dell’esame degli imputati. (redazione@corrierecal.it)
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