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U SAPIVI? | Il business illegale dei "pirati" del bianchetto

Nonostante divieti e sanzioni, la pesca del novellame prosegue. Spinta dai ricchi introiti di chi la pratica. E a pagare il prezzo più alto è l’ecosistema marino. La storia nella nuova puntata del fo…

Pubblicato il: 28/02/2020 – 9:02
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U SAPIVI? | Il business illegale dei "pirati" del bianchetto
https://www.youtube.com/watch?v=_rZ_C2EGZCs&feature=youtu.be LAMEZIA TERME La pesca del novellame di alici e sarde, detta anche neonata (o rosamarina). Una tradizione che si perde nella notte dei tempi in Calabria, ma allo stesso tempo un sistema che distrugge la fauna marina del Mediterraneo e dunque della nostra regione. Per questo dal 2006 un regolamento europeo (esattamente il 1967/2006) fa divieto di pesca, di tenuta a bordo, di sbarco, di trasferimento e di vendita del novellame. Una normativa, quella europea, dettata dalla necessità di salvaguardare il futuro del Mare Nostrum attraverso uno sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mediterraneo. Ma nonostante quel divieto e la previsione di pesanti sanzioni introdotte in Italia dall’articolo 39 della legge 154 del luglio 2016, quella pratica – lungo tutte le coste della regione – prospera. Anche e soprattutto per le richieste continue che provengono dalle tavole dei calabresi. Non solo domestiche. Un business lucroso che è al centro della nuova puntata di “U sapivi?”, il format di video-inchieste in onda ogni giovedì alle 20,50 su l’AltroCorriere Tv (canale 211 del digitale terreste) e venerdì sul Corriere della Calabria. Proprio seguendo il percorso che compiono – soprattutto in questo periodo dell’anno – i pescatori di frodo del novellame, Michele Macrì (supportato dal tecnico televisivo Cosimo Siciliano) ha ricostruito da vicino questo vero e proprio traffico illegale che dal mare calabrese finisce nei piatti dei nostri conterranei. I DANNI PER L’ECOSISTEMA Un sistema – è bene ribadire – che devasta pesantemente l’ecosistema marino ipotecando il futuro dell’intera filiera ittica con ripercussioni serissime sulla tenuta economica delle marinerie calabresi. Un’area quella del Mediterraneo già duramente messa sotto pressione dal sovrasfruttamento della pesca (overfishing) Secondo gli studi internazionali, circa l’80% degli stock ittici soggetti a valutazione è considerato sovrasfruttato. Tanto che, sempre stando alle analisi degli esperti, il nostro Paese esaurisce le proprie disponibilità di pesce già nei primi mesi dell’anno. Un fenomeno sul quale influisce anche la pesca massiva negli anni passati del novellame. Un sistema che però prosegue e che così continua a danneggiare le scorte ittiche dei nostri mari. Ed è lo stesso Santi Spadaro, medico veterinario intervistato da Macrì a dare la misura di questa devastazione: «È una pratica assolutamente illegale – spiega al microfono dell’AltroCorriere Tv – perché crea un danno biologico immenso visto che è stato calcolato che da ogni chilo di novellame catturato, viene sottratto al mare come possibilità di pesca circa 2 quintali di pesce adulto». BUSINESS REDDITIZIO Ebbene nonostante questi aspetti ben conosciuti da molti, la pesca del novellame in Calabria prosegue imperterrita. Anzi, come documentato dalla video-inchiesta, prospera. Una pratica spinta soprattutto dal ritorno economico decisamente interessante per chi la porta avanti. «A 13 euro al chilo te la faccio – propone a Macrì il pescatore avvicinato dal videogiornalista –. Qualcun altro l’ha pagato a 15». Considerando che lo stesso pescatore confida di aver venduto 60 chilogrammi di novellame e di averne catturato – afferma orgogliosamente – «10 quintali», si comprende quanto possa essere remunerativo questo genere di pesca. Ed il business del bianchetto coinvolge non soltanto la vendita al dettaglio ma anche la ristorazione. Anche qui le testimonianze raccolte dal conduttore di “U sapivi?”, non lasciano alcun margine di dubbio su quanto quotidianamente si consuma in tanti, forse troppi ristoranti calabresi. «Se ti fermi da noi – propone un ristoratore a Macrì – ti faccio la pasta, gli spaghetti col bianchetto in bianco, non col pomodoro. In bianco. Noi li facciamo sempre, li facciamo in tutti e due i modi sia in bianco che col bianchetto pepato». «Però fatto al momento – tiene a precisare – non quello nei vasetti, non vale un…». Una scelta di proporre piatti a base di novellame fresco molto diffuso tra i locali pubblici calabresi. Nel silenzio o forse nella colpevole complicità di molti cittadini.
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