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Veleni nel Crati, stop di un anno per la società che gestisce il depuratore di Bisignano

Interdittiva per la Consuleco dopo l’operazione “Arsenico”. Il gip del tribunale di Cosenza ha disposto il divieto di di svolgere attività di depurazione dei reflui fognari e di trattazione dei liq…

Pubblicato il: 03/03/2020 – 20:09
Veleni nel Crati, stop di un anno per la società che gestisce il depuratore di Bisignano

COSENZA Per la Consuleco srl scatta anche il provvedimento interdittivo. Alla società che smaltisce scarti industriali e fognari, finita al centro dell’inchiesta Arsenico (qui la notizia ), i Carabinieri forestali del comando provinciale di Cosenza hanno notificato la misura cautelare del divieto di svolgere attività di depurazione dei reflui fognari e di trattazione dei liquidi industriali per un anno. Il provvedimento è stato disposto dal gip del tribunale di Cosenza su richiesta della Procura della Repubblica. Nella scorsa settimana, era stata la regione Calabria a sospendere l’Aia alla società amministrata da Vincenzo e Nicodemo Morise (qui la notizia) indagati per inquinamento ambientale insieme ad altre 12 persone tutte dipendenti dell’impianto che si trova sulle sponde del torrente Mucone, nel comune di Bisignano in provincia di Cosenza. Nel fascicolo d’indagine sono finiti una serie di accertamenti effettuati dai carabinieri che attraverso una serie di campionamenti hanno accertato che soprattutto in orario notturno l’impianto di depurazione avrebbe operato in modo illecito. Attraverso un bypass, infatti, i liquidi contenuti nelle cisterne sarebbero stati sversati direttamente nel torrente e così causando inquinamento diretto alle acque che poi finiscono nel fiume Crati. Le ipotesi di inquinamento avanzate dagli inquirenti sono suffragate da dati tabellari che mostrano quando in prossimità del bypass i valori delle acque siano alterati rispetto alle condizioni di normalità. Tutti i controlli sono stati effettuati tra il 2018 e le prime settimane del 2020. Nell’impianto di trattamento dei reflui industriali, come sottolineato più volte dal procuratore capo Mario Spagnuolo, finivano gli scarti di colossi industriali come l’Ilva e l’Eni. (mi.pr.)

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